La Giornata della Terra per un futuro sostenibile

TRENTO. Per gli operai della Union Oil, la mattina del 28 gennaio 1969 non sembrava diversa da tante altre mattinate di lavoro. Stavano rimuovendo una tubatura nei pressi di una piattaforma di estrazione a 9 km dalla costa di Santa Barbara, una famosa località di villeggiatura sulla costa californiana a pochi chilometri da Los Angeles, quando la pressione generata provocò delle gravi spaccature sul fondale marino. Da queste cominciò ad uscire un liquido denso e torbido che per 11 giorni si espanse attraverso una superficie di 1200 km quadrati, dando vita a uno dei più grandi disastri petroliferi della storia americana.

Il senatore del Wisconsin, Gaylord Nelson, che già sette anni prima riuscì a coinvolgere il ministro della giustizia Robert Kennedy in un ciclo di conferenze sui temi ambientali, vide nel disastro l’occasione per portare l’attenzione pubblica sulla tutela del pianeta a un livello superiore. «Tutte le persone, a prescindere dall’etnia, dal sesso, dal reddito o dalla provenienza geografica hanno diritto ad un ambiente sano, equilibrato e sostenibile»: con questo motto e appoggiato da numerosi movimenti universitari, il 22 aprile del 1970 Nelson diede vita a una manifestazione a cui parteciparono 20 milioni di americani, con l’intento di promuovere delle riforme più forti e vincolanti in materia di tutela ambientale.

Quella sarebbe stata la prima celebrazione della Giornata della Terra, che dopo 46 anni vede la partecipazione di 192 paesi in tutto il mondo. Lungo quest’arco di tempo molte cose sono cambiate, tra cui la necessità e l’urgenza di agire in maniera incisiva e globale per contrastare il cambiamento climatico e per proporre un modello di sviluppo compatibile con la preservazione dell’ambiente.


Per questo è di forte valenza simbolica che il segretario generale dell’Onu Ban Ki Moon abbia previsto per oggi la ratifica dell’accordo stipulato durante la Convenzione quadro sui cambiamenti climatici (COP21) a Parigi, che si pone come obiettivo principale il contenimento dell’aumento della temperatura globale entro i 2 gradi centigradi.

L’accordo, se ratificato da almeno 55 paesi che insieme siano responsabili del 55 per cento delle emissioni totali, entrerà in vigore nel 2020, anno del cinquantesimo anniversario della Giornata della Terra.

Riguardo all’edizione di quest’anno sono state prese numerose iniziative, che spaziano da quelle maggiormente impegnate, tra cui “trees of the earth”, che si pone l’obiettivo di piantare 7,8 miliardi di alberi (un albero per ogni abitante della Terra) entro il 2020, a quelle più simboliche, come “Global Selfie” della Nasa, in cui verranno raccolte tutte le foto postate sui social (Instagram e Twitter) con l’hashtag #GlobalSelfie e si utilizzeranno per realizzare un mosaico della Terra.


Yannick Deza

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