Incassato Nero racconta lo sfruttamento lavorativo della Puglia

Vieni a ballare in Puglia Puglia Puglia…
(…) Vieni a ballare compare nei campi di pomodori
dove la mafia schiavizza i lavoratori, e se ti ribelli vai fuori.
*Immigrati* ammassati nei bugigattoli come pelati in barattoli.
Costretti a subire i ricatti di uomini grandi ma come coriandoli.
Turista tu resta coi sandali, non fare scandali se siamo ingrati
e ci siamo dimenticati d’essere figli di emigrati.
Mortificati, non ti rovineremo la gita.
Su, passa dalla Puglia, passa a miglior vita.
(…) O Puglia Puglia mia tu Puglia mia,
ti porto sempre nel cuore quando vado via
e subito penso che potrei morire senza te.
E subito penso che potrei morire anche con te

TRENTO. Era il 2008, la radio era satura di questa canzone e Caparezza, giocando di contrasti tra una melodia da hit estiva e il testo di denuncia cantava parole attuali ancora oggi, 8 anni dopo.

Parliamo di Puglia, terra dai sapori vivi che ci regala l’olio migliore, il pane di Altamura, i taralli al vino, il caciocavallo ed una interminabile lista di prodotti amati e invidiati da tutto il mondo. Parliamo della regione del Salento e di Alberobello, di Ostuni e di Castel del Monte, di Polignano a Mare e Santa Maria di Leuca, del mare indescrivibile, di caldo, di sole e di cibo.

Racconta proprio di questa regione, lo spettacolo – conferenza di denuncia “Incassato NERO” che questo sabato (4 giugno) sarà a Trento per parlare di caporalato, sfruttamento del lavoro, consumo critico e immigrazione. La bella Puglia è infatti anche la terra di Nardò, del Ghetto di Rignano Garganico, del caporalato e del silenzio.

incassato1Incassato NERO nasce dalla testimonianza di un gruppo di ragazzi che la scorsa estate ha incontrato nei campi del foggiano un volto della Puglia lontano da discoteche in spiaggia e paesaggi mozzafiato, fatto di baracche, falsi contratti e povertà. Una realtà che però non riguarda solo quella regione: le radici di questo sistema di illegalità e degrado si trovano nei prezzi bassi del sugo di pelati in scatola e riguardano tutta la penisola italiana.


Ogni anno infatti, quando le giornate si allungano e i pomodori iniziano a maturare, il passaparola attira migliaia di futuri braccianti nella provincia di Foggia, pronti alla stagione di raccolta. Così, tra un campo di ulivi e una distesa arida di grano sorge il Ghetto, baraccopoli italiana che ogni estate arriva ad ospitare più di 2000 persone, per lo più migranti. Somali, afghani, senegalesi, cingalesi, nigeriani, gambiani, pakistani: non ci sono differenze. Irregolari, richiedenti asilo e addirittura rifugiati: tutti sono assoldati come manodopera.

Vivono in baracche di cartone e plastica, tra fango e polvere, si svegliano alle 3 del mattino per iniziare il lavoro di raccolta e riempiono tutto il giorno cassoni da 300 kg che verranno pagati loro a cottimo 3,50 euro in media l’uno. Lavorando sotto il sole è difficile riempirne molti: la paga giornaliera generalmente non supera i 30 euro, anche dopo 12-13 ore di lavoro, da cui andranno tolti i costi del trasporto, quelli del cibo e del noleggio del materasso. Non hanno contratto, diritti, nemmeno un rapporto diretto con il proprietario terriero.

Il sistema di capi neri e caporali infatti li isola completamente, trattandoli semplicemente come ciò che sono: l’ultimo anello di una catena produttiva caratterizzata da illegalità e sfruttamento, che passa dalla figura del bracciante a quella del proprietario terriero attraverso una serie di piccoli intermediari, continuando con le fabbriche di trasformazione per arrivare alla parte che piú ci riguarda: il supermercato.


Incassato Nero racconta tutto questo partendo dalla storia di Fode, un ragazzo di 21 anni conosciuto al Ghetto, spunto per approfondire dinamiche e dati riguardanti l’immigrazione. Lo spettacolo mostra con video, foto, teatro e musica la realtà della filiera del pomodoro incontrata nei campi italiani con un’ottica verso il consumo critico.

Quello dei ghetti, del caporalato e dello sfruttamento lavorativo è un problema che non riguarda solo la Puglia, ma tutto il Paese, da nord a sud: oltre ai ragazzi testimoni dello sfruttamento, interverranno gli autori di “Ghetto Italia”, ospiti anche del Festival dell’Economia, per allargare lo sguardo al sistema che coinvolge tutta la penisola.

Sabato 4 giugno, ore 21, Sala Teatro del Duomo,
Via Madruzzo 45 in centro a Trento.
Ingresso libero
Info: http://bit.ly/Incassato-nero_Trento


Stefania Neglia

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