La marcia di John contro i massacri silenziosi in Congo

La Repubblica Democratica del Congo (RDC), si colloca tra i primi stati più ricchi al mondo dal punto di vista delle risorse del sottosuolo. Allo stesso tempo, però, per quanto riguarda l’ indice di sviluppo umano è uno degli stati più poveri. Ci troviamo davanti all’ ennesimo caso di un Paese in cui a beneficiare delle ricchezze non sono gli abitanti, ma le multinazionali degli stati del Nord globale. Nell’ Ottocento, la RDC ha vissuto la dominazione belga, e solo nel 1960, in seguito alla decolonizzazione, ha ottenuto l’ indipendenza, ma non ha mai avuto pace. In particolare, la situazione è precipitata nel 1994, con il genocidio in Rwanda, che ha visto i profughi di etnia Hutu, riversarsi nella RDC, per timore di una vendetta da parte dei tutsi, vittime del genocidio durato quattro mesi (aprile-luglio). Vendetta che effettivamente si è compiuta, sotto la guida del presidente tutsi Paul Kagame, il quale non solo ha avuto il “via libera” della comunità internazionale e delle Nazioni Unite, che non hanno fatto niente per fermarlo, ma ha anche avuto l’ appoggio degli Stati Uniti, che hanno inviato armi e uomini per addestrare l’ esercito. Da allora, il Rwanda non si è più allontanato dalla RDC, con cui confina. Assieme ad altri stati, come l’ Uganda, si dedica al commercio illecito delle risorse minerarie del Kivu, l’ area orientale della RDC e tratta con le multinazionali straniere. La situazione è molto delicata: nella zona si contano una trentina di gruppi armati e si assiste anche alla collaborazione tra gruppi supposti nemici. I proventi della vendita, vengono utilizzati per comprare nuove armi e alimentare il conflitto. A questi soprusi, si aggiungono attacchi ai villaggi, massacri, furti, stupri, estorsioni. Fino ad oggi si contano più di otto milioni di morti, nel silenzio vergognoso della comunità internazionale cha finge di non vedere per non assumersi alcuna responsabilità. La missione MONUSCO dell’ ONU, presente sul territorio dal 1999, è stata accusata di non fare abbastanza per proteggere la popolazione o addirittura di essere coinvolta in questi massacri. Negli ultimi anni, le città più colpite risultano essere Beni, Lubero e Butembo. Il governo sembra attibuire le responsabilità a un gruppo chiamato ADF, di matrice islamista, ma i massacri non sono mai stati rivendicati da organizzazioni terroriste. Si può quindi dedurre che il governo congolese ricorra all’ipotesi di attentati terroristici per distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica, nazionale e internazionale, dalla sua evidente incapacità di assicurare la sicurezza della popolazione e dalle varie complicità interne che rendono possibile tutto ciò. È quindi probabile che le vere ragioni di questi massacri non siano etniche o religiose, bensì politiche ed economiche, poiché  le città sopracitate si trovano proprio nel Kivu. Negli ultimi mesi, sta girando una petizione online che si propone di chiedere alle istituzioni europee di intervenire prontamente per fare chiarezza sulle responsabilità delle violenze di cui la popolazione congolese è vittima da ormai troppo tempo. Questo appello è stato lanciato dal missionario comboniano Padre Alex Zanotelli e da John Mpaliza, cittadino italiano di origini congolesi che il 23 ottobre è partito a piedi da Reggio Emilia per sensibilizzare le persone che incontra lungo il suo cammino riguardo a queste problematiche. Il 4 e il 5 novembre è arrivato a Trento, dove è stato accolto da alcuni studenti liceali e universitari che lo hanno accompagnato lungo una tappa del suo percorso. L’ 8 dicembre, John arriverà a Bruxelles, per presentare la  petizione al Parlamento europeo. È quindi opportuno raggiungere un grande quantitativo di firme in pochissimo tempo.

Per firmare la petizione, inserisci nome, cognome, indirizzo e-mail e CAP, al link:  https://www.change.org/p/fermare-subito-i-massacri-di-beni-rd-congo, dove sarà anche possibile leggere la petizione.

Per saperne di più su John Mpaliza, visita la pagina Facebook: “peace walking man”

Per visualizzare il video di alcuni studenti universitari che hanno accompagnato John lungo la tappa Mattarello-Trento: https://www.youtube.com/watch?v=w4AYLHV4Vss

Teresa Dal Rì

Fonti:

di Teresa Dal Rí

Redazione

La redazione de l'Universitario è composta perlopiù da studenti dell'Università di Trento

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