Aule studio, Trento nella media nel confronto con alcune Università del Nord d’Italia

Uno degli argomenti sulla bocca degli universitari in questo periodo è la famigerata Buc, che ha sollevato discussioni e opinioni discordanti. La polemica è stata incrementata dalla mancanza di posti durante il ponte dell’Immacolata, dove si potevano osservare ovunque studenti erranti in cerca di un posto per studiare. Le lamentele principali riguardano le difficoltà a trovare spesso un posto, soprattutto in periodo di esami, nel fine settimana o in periodi festivi. Altre perplessità sulla nuova biblioteca riguardano inoltre la sua dislocazione rispetto alle facoltà, osservazione mossa non solo da universitari pigroni, ma che emerge dall’esigenza nei mesi di novembre e dicembre di studiare e seguire anche le lezioni, esigenza alla quale il Cial e le aule studio delle facoltà rispondono benissimo, mentre la Buc un po’ meno. La nuova biblioteca universitaria centrale aprirà al pubblico il 22 dicembre e avrà 450 posti, adottando gli orari del vecchio Cial, rimanendo aperta dal lunedì al sabato dalle 8.00 alle 24.00, mentre la domenica dalle 14.00 alle 24.00. E il Cial invece che fine farà? Resterà aperto solo con orari diurni dal lunedì al venerdì, dalle 9.00 alle 19.00 e il sabato dalle 9.00 alle 13.00, tornando a pieno regime con 320 posti, mentre ora come ora sono disponibili solo i 200 dell’Aula A; anche questo ha portato un po’ di scompiglio, essendoci stati a dicembre molti esami nelle facoltà del centro.

Un punto critico di Unitn è appunto il fine settimana, molti studenti restano in città, anche quelli che non abitano dall’altra parte dell’Italia, semplicemente per studiare, e uno studente che sacrifica il suo week end a casa e si trova senza posti utili dove studiare non può che essere un problema. Infatti il sabato e la domenica attualmente si trovavano aperti il Cial, le aule studio di lettere, economia e giurisprudenza, il tutto in modo un po’ disorganizzato e non costante. In particolare il sabato si trovano aperti durante la mattina “Lettere” e il Cial con orario uguale alla settimana, mentre la domenica pomeriggio il foyer di giurisprudenza, economia e Cial. Qualche posto per studiare c’è, ma non è comunque abbastanza contando il numero di studenti che anche durante il fine settimana restano in città, libero da lezione e altri impegni, e che vogliono concentrarsi sullo studio. La Buc dovrebbe intervenire per risolvere anche questa situazione, ma quello che si può sottolineare è che forse c’è bisogno di aprire più aule, perlomeno nei mesi di dicembre/gennaio e di giugno/luglio.

Come è la nostra situazione messa a confronto con le altre università?

Abbiamo cercato i dati delle università a noi più vicine, Verona, Padova e Venezia, ed il quadro che ne viene fuori non è di certo migliore. Bisogna partire con una premessa, ovvero che questi atenei hanno un numero di studenti diversi: gli ultimi dati disponibili sul sito del Ministero (http://anagrafe.miur.it) indicano che Trento ha 16.056 iscritti, Verona 23.351, Padova 61.315 e Venezia (Ca’ Foscari e IUAV) 24207. Partendo da Trento, i posti per studiare totali all’interno dell’area universitaria sono quindi i classici 320 posti del Cial più i nuovi 450 della Buc, da sommare ai posti delle varie aule studio delle facoltà. Volendo considerare solo la domenica, il giorno più critico, dove le file e le corse per il posto sono all’ordine del giorno, gli studenti di Trento avranno a disposizione i 450 posti della Buc più l’aula al piano terra di economia ed il Foyer di giurisprudenza.

Passando quindi a Verona, l’università a noi più vicina, e prendendo in esame la realtà del centro, quindi escludendo le facoltà scientifiche di Borgo Roma, possiamo notare una situazione piuttosto analoga. Il problema anche dell’università di Verona sono i periodi critici degli esami, perché in altri momenti qualche posto in una delle biblioteche lo si trova sempre, un po’ come a Trento. In particolare i nostri vicini sono forniti di due biblioteche la Frinzi e la Meneghetti, la prima da 300 posti e la seconda da 296 con orari simili ai nostri. Anche qui abbiamo una richiesta di circa 23.000 studenti con la disponibilità di circa 600 posti studio in biblioteche più le aule studio delle facoltà dove, diciamocelo, pochi studiano che sia a Trento o Verona, perché silenzio e tranquillità, non sono esattamente all’ordine del giorno. La domenica poi risultano disponibili solo 346 posti, 300 alla Frinzi e 46 alla Meneghetti.

Allontanandoci un po’ arriviamo a Padova, il più grande ateneo del Nord-Est, come già detto con 61.315 iscritti. Padova, oltre alla Biblioteca Civica, ha una decina di biblioteche annesse alle varie facoltà in giro per la città: la Galilei con 280 posti, la Jappelli con 184, Marsala con 120, Paolotti con 99, Tito Livio con 180, Venezia con 240, Vittore Branca con 96 e la storica aula autogestita Pollaio con 100 posti. La maggior parte di queste è aperta da lunedì a venerdì, mentre facendo i conti dei posti disponibili la domenica, risultano 563 posti, divisi fra Jappelli, Paolotti, Tito Livio e Pollaio, con circa 200 posti aperti fino all’una di notte.

Analizzando infine Venezia, notiamo che anche qui sono disponibili biblioteche per ogni area di insegnamento, ma in aggiunta sono presenti biblioteche di fondazioni private che garantiscono preziosi posti in più. In particolare la Biblioteca di servizio didattico ha 324 posti, quella di area economica 332, area scientifica 214, area umanistica 300, area linguistica 414 e la Biblioteca IUAV 360. Per quanto riguarda le biblioteche private, ma comunque accessibili a tutti gli studenti, la Biblioteca Querini ha 200 posti, Zattere 370 e Marciana un centinaio. Mettendo anche in questo caso in evidenza la domenica, il momento più critico, risultano disponibili 894 posti, garantendo probabilmente a Venezia la migliore situazione fra le università prese in esame.

Il problema non risulta essere quindi solo di Trento, in tutte le università i posti disponibili durante il weekend calano drasticamente. Allo stesso modo il fatto che Trento risulti nella media non può spingerci ad accontentarci, dato che le discussioni di queste settimane hanno evidenziato come il problema sia molto sentito dagli studenti. Una soluzione, come suggerito, potrebbe essere quella di aprire spazi in più, nelle facoltà del centro, in corrispondenza del periodo di esami. Nel giorno in cui Trento risulta al top in Italia per quanto riguarda la ricerca, vogliamo infatti sottolineare ancora una volta come l’università debba preoccuparsi adeguatamente degli studenti, il suo patrimonio più prezioso, mettendoli sempre nelle migliori condizioni possibili durante il loro percorso di studi.

di Martina Gaioni  e Luca Peluzzi

Redazione

La redazione de l'Universitario è composta perlopiù da studenti dell'Università di Trento

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