L’OPINIONE. Lo sforzo di ripensare Destra e Sinistra.

Oggi più che mai in politica, come d’altra parte in società, si percepisce la mancanza dell’attività intellettuale. Alle vie del pensiero è successo qualcosa di simile a ciò che accadde, nel medioevo, alle vie di comunicazione: per diversi motivi si smise di utilizzarle, divennero vittime di una lenta ma inesorabile degradazione, e furono condannate all’oblio, ad essere ricoperte da erbacce e sterpaglie fino a venir dimenticate. Il paragone mi sembra azzeccato se prendiamo coscienza del fatto che, alla fine, le vie della mente sono state le principali vie di comunicazione ancor prima della costruzione di strade e sentieri.

La cosa forse  più grave è che ci siamo dimenticati di come si fa, di come si pensa. Mi pare che oggi, alle nostre categorie essenziali del pensiero politico e sociale, stia accadendo qualcosa di simile alle strade quando smettono di essere usate: si dimenticano e si cancellano dalle mappe.

 Il mio desiderio è che arrivi una nuova generazione di uomini politici, pensanti, in grado di ridisegnare le mappe concettuali con cui interpretiamo e descriviamo il territorio politico, sociale e civile; tornare sui passi del ragionamento e della creazione intellettuale.

Smettiamola di dire che Destra e Sinistra sono due categorie obsolete, ottocentesche, e smettiamola con questa retorica futurista che le vuole come due concetti morti, che non hanno più niente di nuovo da dirci; mi sembra fin troppo facile affermare che qualcosa è morto e terminato, soltanto perché non si è più in grado di definirlo. “Il primo atto rivoluzionario è chiamare le cose col loro nome” diceva Rosa Luxemburg, e allora non cerchiamo di scappare davanti a ciò che non capiamo. L’incapacità di definire i fenomeni sociali e politici del presente e l’abiura delle “vecchie” categorie è la cifra caratteristica di una società che ha smesso di capire e interrogare se stessa, di pensarsi. Per questo vorrei che chi ci governa torni davvero a pensare, a riflettere sull’uomo moderno; servirebbe una nuova generazione di uomini che siano prima di tutto pensanti e, solo in un secondo momento, politici.

 Vorrei poter vedere uscire dalle bocche di tutti i segretari di partito, sia di destra che di sinistra, idee programmatiche, soluzioni reali, proposte, possibilità, modelli plausibili di organizzazione dello stato, della società, dell’economia e soprattutto vorrei poter vedersi instaurare fra questi tre essenziali aspetti un’idea armoniosa e organica. Ancora più importante, però, è che essa sia fondata su una vera riflessione per e sull’uomo moderno. Per adesso soltanto proposte sconnesse e disorganiche ci giungono come vagiti dall’infante della politica, per adesso continuiamo ad assistere alla mancanza di programmi basati su un’adeguata riflessione. Il pensiero ha cessato di essere la premessa e l’indirizzo della prassi. Non ci stiamo domandando se l’intellettuale debba essere o meno impegnato politicamente, ma increduli e sbigottiti ci stiamo piuttosto chiedendo quando e perchè i politici hanno smesso di essere intellettuali, di creare idee che si concretizzino in proposte e programmi.

Assumiamoci noi stessi, giovani, per primi la responsabilità di tornare a definire da capo cosa siano la Destra e la Sinistra. Se leggiamo su Wikipedia la definizione di queste due categorie, troviamo scritto che prendono il loro nome dalla posizione che i deputati al parlamento assumevano rispetto a quella del presidente. In questo senso ci accorgiamo che Destra e Sinistra sono un determinato modo di stare al mondo, una posizione morale che si assume di fronte a noi stessi e ad altri uomini, una scelta a cui siamo tutti sottoposti. Destra e Sinistra, in quanto categorie e posizioni con cui definiamo e tracciamo lo spazio, nel nostro caso quello politico, con l’evolversi di quest’ultimo assumono anch’esse significati diversi e nuovi. Ma è chiaro che questa innovazione ci richiede un grande sforzo di interpretazione e definizione della realtà. Credo che, come punto di partenza, ci sia bisogno di questa fondamentale dicotomia, di questi essenziali punti di appoggio a cui aggrapparci, come scogli, nel tumultuoso mare della società liquida. Dobbiamo restare a galla e non annegare. E allora aggrappiamoci a questi appigli e con tutta la forza delle nostre intelligenze issiamoci  sopra di essi, così da trovare il coraggio di imporci e definire personalmente che cosa siano oggi Destra e Sinistra. Ridefiniamole, innoviamole, pensiamole nuovamente, ma pensiamole davvero.

“Sapere Aude! Abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza.”

– Immanuel Kant da “Risposta alla domanda: Che cosa è l’Illuminismo?”, 1784.     

 

di Andrea Sobrero

INSERTO MUSICALE PER I LETTORI DELL’UNIVERSITARIO:

 

 

Redazione

La redazione de l'Universitario è composta perlopiù da studenti dell'Università di Trento

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