Urban center, centro culturale, mensa e spazi studio: ecco i nuovi progetti di Trento

Riciclare fa bene all’ambiente, diminuisce i costi e permette di dare nuova vita a oggetti che altrimenti sarebbero spazzatura. Questo lo sa bene il Comune di Trento che accompagna a una sana politica di riciclaggio dei rifiuti una lungimirante politica di riciclaggio degli edifici. Ne abbiamo parlato con e con il Vicesindaco e assessore all’Urbanistica Paolo Biasioli e con l’assessore ai Lavori pubblici Italo Gilmozzi.

La crisi industriale ed economica degli ultimi anni, unita a politiche che incentivavano la costruzione di nuovi edifici al posto del recupero dell’esistente, hanno lasciato in eredità aree inutilizzate o in completo stato di abbandono. L’amministrazione trentina si è preoccupata di rivalorizzare queste aree per donare loro nuova vita e allontanare il “degrado” che spesso aree di disagio urbano creano intorno ad esse. Uno dei progetti già approvati e che saranno presto avviati è quello riguardante l’ex mensa Santa Chiara. Il progetto non riguarderà solo l’edificio dell’ex mensa ma l’intera area, come ci spiega l’assessore Gilmozzi: “Nell’edificio adiacente all’ex mensa collocheremo l’ordine degli ingegneri e degli architetti e l’Urban Center, che sarà un punto di ritrovo culturale della città con particolare attenzione agli aspetti urbanistici. Questo sarà gestito dai due ordini.” L’ex mensa vera e propria sarà invece gestita dalle politiche giovanili facenti capo all’Assessore Franzoia. Ma, come già detto, il progetto non si limita alla riqualificazione del solo edificio dell’ex mensa ma dell’intera area. Continua infatti l’assessore: “Ex lettere diventerà un centro culturale e di questo se ne occuperà l’assessore Robol. L’ex casa di riposo sarà sistemata per collocarvi gli uffici comunali.” Attualmente gli uffici comunali si trovano al Centro Top Center, in via Brennero. L’edificio nel quale sono collocati non è di proprietà del comune e per esso viene versato un canone annuo di 800mila euro. L’ex casa di riposo è invece un edificio del comune. Oltre al risparmio, gli uffici si troverebbero inoltre molto più centrali rispetto alla loro posizione attuale. Continua l’Assessore: “Fra casa di riposo e parco c’è un altro edificio. Li metteremo un’esperienza di cohousing, un asilo aziendale e un centro diurno. Infine verrà sistemato anche l’adiacente parco.” Non solo riqualificazione in funzione organizzativa e amministrativa ma anche culturale. È infatti prevista la risistemazione della adiacente Chiesetta.

L’area verrà quindi interamente risistemata al costo di 23 milioni di euro dal privato, 4 milioni dalla provincia per ex lettere e 18 milioni totali dallo Stato. Il comune infatti ha ottenuto il pieno finanziamento del progetto grazie al bando nazionale per le periferie del 1° giugno 2016. “L’idea –conclude l’assessore – è di mettere il progetto a bilancio 2018, iniziare nel 2019 e finire nel 2021.”

Molte altre sono le aree che andrebbero riqualificate a Trento, ma i progetti si scontrano con i limiti di un bilancio che risente della crisi economica e dello sforzo contributivo richiesto dallo Stato agli enti locali. Il vice sindaco Biasioli spiega infatti che “le risorse sono in calo. Il bilancio della provincia può contare su circa 5 miliardi che derivano dalle tasse che i trentini pagano e che vengono restituiti dallo stato.  Il 90% di quello che viene pagato di IRPEF e il 70% di IVA. Negli ultimi anni lo Stato ha chiesto di concorrere al risanamento del deficit. Questo ha comportato una spesa di diversi milioni. Nel 2014 la provincia poteva contrare su una parte di investimenti pari a 1 miliardo e 300 milioni. Nel 2016 erano 987 milioni. Il prossimo anno saranno 497 milioni.” Nonostante questo i progetti del comune non si fermano. Oltre alla riqualificazione di ex lettere infatti “è stata approvata la riqualificazione di campo trentino dove si prevede la creazione di due parchi: uno a Roncafort e uno a campo trentino. Poi 2 mln e mezzo per quanto riguarda la riqualificazione del rione di San Bartolameo nell’ambito di un progetto della provincia.

Uno dei progetti più interessanti per quello che riguarda anche l’ambito universitario è quello riguardante il CTE e l’ex Ital Cementi, un progetto ancora in fase propositiva e che deve ancora passare il filtro della valutazione politica, ma che merita di essere valutato attentamente. “Il progetto prevede il passaggio del CTE dal comune all’Università. In esso verranno realizzati la mensa universitaria ma anche dei luoghi di studio per gli studenti. A noi interessa perché questo dà un collegamento tra via Verdi e il resto dell’università, andando a creare il senso di Polo Universitario unico. Attraverso il sottopassaggio che va al Muse gli studenti andrebbero anche alla biblioteca creando un complesso di collegamento e di raggiungimento dell’università diverso rispetto a quello attuale. Un tutt’uno di via verdi con il CTE e la nuova biblioteca.” Il passaggio del CTE all’Università farebbero però venir meno un polo espositivo che garantisce comunque ogni anno fra i 70 e gli 80 mila visitatori. Ecco che quindi assume importanza la riqualificazione dell’ex Ital Cementi. Ci spiega il vice sindaco: “La nostra proposta è questa. La progettazione di un polo che non vuole essere solo polo espositivo ma anche un polo dove si possa organizzare anche qualche manifestazione un po’ più importante, anche concertistica. Il luogo più grande che ha Trento è lo Stadio Gramasco che non è molto capiente; c’è poi l’auditorium con una capienza massima di sole 800 persone mentre il palazzetto dello sport, spesso occupato, per fortuna, da eventi sportivi, non ha l’acustica adatta. L’idea è quindi quella di creare un polo espositivo con una struttura costruita come quella a Riva del Garda, che possa quindi anche ospitare eventi, che è quello poi che anche i giovani apprezzano. Il tutto completato da una passerella ulteriore tra la città e questa zona.”  Sono inoltre previsti in quell’area anche degli spazi aperti per la comunità di Piedicastello e questo anche nell’ottica di collegare il borgo di Piedicastello con il resto della città risanando lo strappo che si è venuto a creare nel XIX sec. con la deviazione del fiume Adige da parte degli austriaci.

Gli altri progetti a cui guarda l’amministrazione sono rivolti al recupero delle ex aree militari e la costruzione del nuovo ospedale oltre alla costruzione di nuove unità abitative per i cittadini e alloggi per gli studenti. Non è un mistero infatti che soprattutto negli anni passati la cittadinanza abbia vissuto male la presenza degli universitari per il caro affitti. I proprietari delle abitazioni hanno iniziato a preferire affittare le proprie abitazioni a 4/5 studenti a 250 euro l’uno, ma per una famiglia pagare 1000 euro al mese di affitto non è possibile. Per questo l’amministrazione ha pensato alla costruzione di una serie di nuove abitazioni, con un occhio di riguardo ai giovani. Infatti: “Su Viale dei tigli sono state abbattute 14 palazzine costruite nell’era Fanfani, spostando le famiglie. Abbiamo programmato di realizzare alcuni alloggi, circa un centinaio, a canone moderato. La particolarità è che il 40% di questi alloggi vengono riservati a giovani coppie mentre le famiglie vi entreranno con un canone minore del 30% del valore di mercato.” Che ci sia bisogno di alloggi anche a Trento parlano i dati: Su 200 alloggi disponibili lo scorso anno il comune ha ricevuto 760 domande.

Il quadro che emerge è quindi di una città che pensa ai giovani, che prova a migliorarsi imparando dagli errori del passato e che cerca il dialogo anche con le istituzioni universitarie, sfatando il mito di una difficile convivenza. Sperando che i progetti non ancora approvati non rimangano su carta, non possiamo che augurarci, come studenti universitari, che i rapporti fra città e università continuino a migliorare in futuro.

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