Elezioni provinciali 2018: il leghista Maurizio Fugatti trionfa in Trentino

Con ogni probabilità, il deputato leghista Maurizio Fugatti sarà il nuovo presidente della Provincia Autonoma di Trento. Quando sono state scrutinate oltre la metà delle sezioni, infatti, il divario che lo separa dal suo principale oppositore, l’ex senatore PD Giorgio Tonini, appare incolmabile.

Si tratta di un risultato storico: il centrodestra non aveva mai governato in provincia, per decenni una roccaforte della Democrazia Cristiana e da vent’anni guidata da una coalizione di centrosinistra. Allo stesso tempo però si tratta di un esito annunciato: la Lega aveva registrato un ottimo risultato alle elezioni politiche di marzo, mentre la coalizione di sinistra si è sfaldata. Il Partito Autonomista Trentino Tirolese del presidente uscente Ugo Rossi ha corso da solo, mentre i suoi alleati hanno fatto molta fatica a convergere su di un nome per la presidenza, scegliendo quello di Tonini solo ad inizio settembre.

Fugatti era già stato candidato presidente nel 2013; all’epoca il centrodestra si era però presentato diviso- Forza Italia e Fratelli d’Italia sostenevano ciascuno un proprio candidato e vi era inoltre un’importante coalizione di liste civiche- e il vincitore odierno aveva preso meno del 7% dei voti totali. Oggi invece la compatta coalizione che lo sostiene si attesta intorno al 46-47%- ben al di sopra della soglia del 40% per cui è previsto il premio di maggioranza che permette di governare da soli. Qualora i risultati attuali dovessero essere confermati, il centrodestra otterrebbe 21 seggi su 35 in consiglio provinciale, più della metà dei quali destinati alla Lega e i rimanenti spartiti tra gli altri membri della coalizione. Anche nel comune di Trento la coalizione di centrodestra risulta vincitrice, a differenza di quanto accaduto alle scorse politiche; il margine tra Fugatti e Tonini è però molto più risicato che nel resto della provincia.

All’interno della coalizione a sostegno di Tonini si registra il buon risultato di Futura 2018, un nuovo soggetto politico facente capo all’ex direttore dell’Adige Paolo Ghezzi; la lista, più marcatamente di sinistra rispetto ai partner di coalizione, è andata molto bene a Trento città dove è ben oltre il 13%. Al contrario sembra pessimo il risultato dell’Unione per il Trentino dell’ex presidente provinciale Lorenzo Dellai, passato dal 13% al 3% dei consensi. Ai partiti a sostegno di Tonini dovrebbero spettare otto posti in consiglio provinciale- cinque al PD, due a Futura e uno all’UpT. Il Partito Autonomista Trentino Tirolese, pur non potendo giocare il ruolo di ago della bilancia a cui sicuramente ambiva, totalizza il 12% dei consensi e, secondo le proiezioni, quattro seggi: seppur in calo rispetto al 2013 si tratta di un buon risultato se consideriamo che il partito delle Stelle Alpine ha corso da solo anziché all’interno di una coalizione. Infine, gli ultimi due seggi andranno al Movimento Cinque Stelle. I partner di maggioranza del governo gialloverde non sono riusciti a confermare il buon risultato delle politiche di marzo, quando si era attestato attorno al 20% in tutta la provincia, ritornando a livelli analoghi a quelli del 2013. Salvo clamorose sorprese, rimarranno fuori dal Consiglio Provinciale tutte le altre liste in lizza.

Le fasi finali dello spoglio dei voti possono essere seguite sul sito della Provincia a questo link.

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