Flussi con Nitro | dalle calze a rete alla musica di oggi

Questa non è una classica intervista, ma più propriamente un flusso di coscienza, alla Zeno Cosini. Quando abbiamo incontrato Nitro nel backstage, lo spunto per la chiacchierata qui trascritta è nato dalla copertina del nostro precedente numero cartaceo del giornale, dove sono ritratte delle gambe femminili in calze a rete.

Seduti su di un divanetto fumè, abbiamo definitivamente rotto il ghiaccio parlando di musica e di come fosse andata la serata; mi dice che “Oggi era l’ultima tappa del No Comment Tour,” – e che è -“stata una figata assurda… finirla qui in Trentino è stato bello, il pubblico qui è sempre carichissimo”. Poi il suo sguardo cade lentamente sulla suddetta copertina, e notando il suo interesse gli spiego che il giornale aveva come tematica quella della prostituzione.

“Io non mi sono mai impegnato mai socialmente, lo ammetto, però piuttosto di fare come tanti su internet, che fanno i saputelli, dico molto semplicemente: da quando ho una fidanzata ho capito certi problemi che hanno le donne ogni giorno, e che non immagineresti mai. Mi ritengo una persona educata e non mi sono mai rivolto ad una ragazza chiamandola “puttana”, non mi permetterei mai. E lì non c’entra nulla il come è vestita, diciamocelo: una può andare in giro come cazzo le pare. Il problema è quando questa non può andare in giro dieci minuti che si ritrova un mucchio persone che le stanno addosso. Io vivo così, ho sempre persone addosso, ma sono famoso, è un altro discorso… per dirti, sono sempre stato tacciato di maschilismo, erroneamente. Come spiego sempre col sorriso in faccia: ero solo incazzato con una ragazza, non puoi darmi del maschilista!

A parte gli scherzi è una cosa seria, e bisognerebbe trovare il giusto modo di parlarne, senza per forza voler fare la paternale. Che poi non è nemmeno il compito mio: devo insegnare io l’educazione civica ed il rispetto per le donne? E allora non rompete il cazzo ai cantanti. Scrivo cose estreme perché vivo cose estreme, e di certo non scrivo quando sono in una situazione normale. Devo provare delle sensazioni iper-amplificate, ad esempio se sto provando odio ed in una canzone scrivo “ti uccido” non ti metterei mai le mani addosso nella vita vera, così come non lo farei con una donna. Però se lo scrivo di un uomo… capisci? È tutto fiction, è fiction come direbbe Tarantino, cazzo. Non mi dispiaccio per coloro che prendono le mie parole in malomodo, ma io non sono responsabile per quello che capite voi, sono responsabile di quello che intendo io. In futuro comunque intendo impegnarmi non solo musicalmente, ma anche socialmente per far capire questa cosa ai ragazzi: il rispetto delle donne è fondamentale per avere una buona società paritaria. In Italia manca proprio la base dell’educazione civica ahimè, e questo però non dipende dallo stato. Forse questo è razzismo, dipende dalla latitudine: più il clima diventa freddo e più le persone sono intente a lavorare tutta la vita ed essere depresse. Prendi la penisola scandinava: l’economia è perfetta, funziona tutto, e tutti son depressi.

Più invece vai verso l’Equatore e più le persone sono pacate. Come pure quelle di mare, quanto sono tranquille? Non è per essere offensivi, ma quanto hanno un ritardo di almeno trenta minuti? Cioè se ti dicono “arrivo alle quattro”, sono almeno le quattro e mezza se non le cinque (ride). Se la vivono in maniera più tranquilla… secondo me influisce molto il clima, come ogni cosa che c’è attorno a noi.

Se per esempio nasci in mezzo a delinquenti: puoi diventare potenzialmente un delinquente, così come se nasci al freddo la pensi in una certa maniera. E qui oggi non è una dimostrazione di tutto ciò? Adesso, non so se siete tutti depressi, però di certo lavorate come i matti! (ride). È sbagliato però dire “siamo tutti uguali”. Non lo siamo. Abbiamo tutti gli stessi diritti, ma non siamo tutti uguali, ed è bello proprio perché siamo tutti diversi cazzo! E non è bello avere curiosità verso il diverso?

Tornando al discorso iniziale: noi Italiani siamo un popolo caldo, nelle relazioni personali ci baciamo tra uomini, ci abbracciamo, roba che agli inglesi viene un colpo: loro ci chiamano “touchy”, qualcosa che suona come “toccosi”. Per quello che in Italia anche il rapporto uomo-donna è diverso, ma nonostante questo penso che il problema non sia totalmente nell’approccio, ma nella reiterazione. Non dico che ci sta fischiare alle ragazze in strada, e la trovo una cosa innocente fino a pagina cinque, poi però se lei ti fa notare che le dà fastidio e tu continui: allora sei un coglione. Io posso capire la goliardia, se sei ubriaco e fai la cavolata, ma sai come si dice no: errare è umano, perseverare è diabolico. Sai di cosa mi sono accorto di recente? Che il film Idiocracy è tutta realtà.”

 

 

Francesco Filippini

Studente di Lettere Moderne e vicedirettore de l'Universitario

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