La libertà di stampa: tra attacchi e difese

«Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.»

Così si apre l’articolo 21 della Costituzione italiana riguardante la libertà di pensiero e di stampa. Tale diritto fondamentale non è solo garantito dallo Stato, ma è parte integrante della vita di ciascuno cittadino ed è illiberale uno Stato privo della possibilità di esprimersi e informarsi.

Recentemente, il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Luigi Di Maio, ha mostrato la sua contrarietà relativa al ruolo dei giornalisti in Italia, arrivando a definirli come “infami sciacalli”. L’astio del Vice Presidente del Consiglio ha avuto origine in seguito all’assoluzione del sindaco di Roma, Virginia Raggi, spesso bersaglio dalle testate giornalistiche. Il Ministro Di Maio non arretra sulla sua posizione e allo stesso modo il Ministro dell’Interno, Matteo Salvini, afferma che spesso i giornalisti applicano pregiudizi su determinate figure dello Stato, piuttosto che riportare notizie integre.

A difesa della stampa interviene, tra gli altri, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: in un incontro con alcune scolaresche, il Presidente dichiara che è necessario rapportarsi anche con notizie e commenti che non si condividono, in tal modo si può riflettere e, talvolta, modificare la propria opinione.

Il ruolo della stampa è sempre più rilevante nella vita di ogni giorno e come in ogni ambito si vengono a creare conseguenze positive ed effetti negativi, se da un lato l’editoria permette la libera espressione, dall’altro non sempre vengono riportati fatti nella loro effettività. Pertanto, una riforma della stampa potrebbe apparire come una soluzione, mantenendo tuttavia come obiettivo primario la protezione della libertà di espressione.

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