Viaggiare risolve i nostri problemi?

Si dice spesso senza eccezioni che scappare dalle situazioni complicate non sia mai la soluzione giusta e che, di fronte alle difficoltà, ciò che dobbiamo fare è affrontarle subito a muso duro. In linea generale è difficile attaccare questa teoria, ma cosa cambierebbe se, invece che come soluzione, la “fuga” fosse interpretata come strumento? In Punta di Piedi, vediamo oggi se questo è possibile e in che modo viaggiare può aiutarci a far fronte alle sfide della vita.

Nel 2018 Forbes pubblica un pezzo dal titolo “Cinque motivi per cui viaggiare fa bene alla tua salute mentale” e riporta una diminuzione dello stress, più creatività, forza ed elasticità mentale e un aumento di felicità e autostima come diretti benefici. Pare insomma che, anche solo per questo, cercare di spostarci di tanto in tanto sia importante e ci faccia crescere come poche altre esperienze al mondo. In più, non solo fa bene perché amplia le nostre prospettive, ci fa staccare la spina ed essere più organizzati, ma perché ci insegna anche di cosa abbiamo bisogno. Intervistata per l’articolo, la psicologa e autrice Tamara McClintock Greenberg spiega infatti come, per trarre qualcosa da questo tipo di esperienze, un esercizio utile sia individuare cosa differenzia i momenti di pace vissuti in vacanza dalla nostra vita quotidiana, come ad esempio il tempo di fare colazione, l’esercizio fisico o l’inattività sui social media: “queste cose sono promemoria fondamentali di ciò che dovremmo fare ogni giorno”, spiega.

Accanto a questo discorso, ve n’è poi uno più specifico legato ad un problema effettivo che ci troviamo davanti: partire in questi casi è giusto? Ci può davvero aiutare? 

Una volta fatta la distinzione tra una situazione di disagio che coinvolge più persone e un dilemma strettamente personale, possiamo dire che, quando la grana è principalmente nostra, andarcene – che sia per un weekend o per un periodo più lungo, in base alla situazione – è quasi raccomandabile. Se dobbiamo prendere una decisione importante per il nostro futuro, ci sentiamo abbattuti e non riusciamo a prenderci cura di noi stessi, un po’ di distanza ci può aiutare a mettere a fuoco i nostri veri obiettivi e bisogni. Nello specifico, poi, il tipo di viaggio dipende dalle circostanze: se non sappiamo che farne della nostra vita, forse un anno o un semestre sabbatico sono una buona opzione; se ci sentiamo sopraffatti dalla quotidianità, invece, un weekend o una settimana fuori casa possono renderci più facile rivedere le nostre priorità, capire cosa tenere, cosa mettere in pausa e cosa lasciare andare. A volte, infatti, il contesto in cui siamo immersi fa un rumore eccessivo di cui è necessario liberarsi per prendere delle decisioni, per capire come affrontare a modo nostro quello che abbiamo davanti senza l’influenza delle opinioni e delle aspettative altrui. 

Chiaramente al contrario, invece, partire senza preavviso in una situazione di disagio familiare o di coppia, abbandonare qualcuno nel momento del bisogno, non rispettare la parola data e fuggire dalle conseguenze delle proprie azioni sono esempi opposti in cui la distanza è il risultato di una scelta codarda, non di certo saggia. 

Nelle meravigliose Lettere a Lucilio, in particolare nella settima del terzo libro, Seneca scrive: “È il tuo animo che devi cambiare, non il cielo sotto cui vivi! Anche se attraversi il vasto oceano, anche se ti lasci dietro terre e città, dovunque andrai ti seguiranno i tuoi vizi. Perché ti meravigli che non ti giovino i viaggi? Tu porti in ogni luogo te stesso; t’incalza cioè sempre lo stesso male che t’ha spinto fuori. Chiedi perché tu non trovi sollievo nella fuga? Perché tu fuggi sempre in compagnia di te stesso”. Questa tesi è difficile da contraddire: la felicità è potenzialmente in ogni luogo e viaggiare per rincorrerla non ce la farà ottenere davvero. Al contempo, però, Seneca ha ragione anche quando dice che nel viaggio portiamo sempre appresso noi stessi (e solo noi stessi!): specialmente se si tratta di un’esperienza in solitaria, quindi, può essere un’occasione utile per eliminare il rumore intorno a noi, per ascoltarci, per capire cos’è davvero importante e quali ambiti della nostra vita meritano la nostra attenzione.

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