Fronte della Gioventù Comunista: “Università piegata alle necessità belliche. Stop ai rapporti con le aziende militari e Israele”

All’interno del ciclo di interviste legato alla questione Palestinese e al suo intreccio con l’Università di Trento, abbiamo avuto modo di discuterene con un rappresentante del Fronte della Gioventù Comunista (FGC) Trento, Gianluca Valenza, rappresentante presso il Dipartimento di Lettere e Filosofia.

Di seguito l’intervista completa.        

Quali sono le vostre posizioni come associazione?     
Già dal programma delle elezioni precedenti alle ultime ci siamo espressi sulla questione palestinese. Ci siamo sempre battuti in piazza, anche con le associazioni sindacali: a Trento abbiamo portato un presidio di fronte l’Università in occasione dell’anniversario della Nakba, seguendo un processo che si è esteso dopo i fatti del 7 ottobre. Abbiamo preso parte con grande impegno all’intifada studentesca, di cui siamo membri effettivi, non solo con la nostra presenza assidua alle assemblee settimanali, ma anche con le mozioni presentate dal basso, direttamente dagli studenti, che non sono state approvate poi dagli organi preposti.       

C’è stata anche una componente di formazione.           
Sì, oltre alle manifestazioni, uno degli effetti più pratici che abbiamo avuto è stata la creazione di un opuscolo, grazie all’Intifada, in cui vengono esposte le collaborazioni che l’Università ha con il mondo bellico: quello che emerge è un’università piegata alle necessità di una classe dominante, la cui necessità produttiva maggiore è proprio quella legata alla guerra.      

Altre azioni di taglio concreto, invece?   
Sicuramente le mozioni dal basso, chiedendo le dimissioni del Rettore Deflorian dalla Fondazione Medor, denunciata più volte per il greenwashing di Leonardo, poi avvenute, ma scoperte in maniera casuale durante uno dei presidi antifascisti. Anche la richiesta di interruzione dei rapporti tra la nostra università e quelle israeliane: quelli antecedenti al 7 ottobre sono ancora attivi, ma chiaramente di fatto non portano una forte partecipazione. Non sono, però, inattivi per presa di posizione, quanto per la condizione dei territori. Allo stesso modo per aziende belliche come Leonardo e Iveco Defence Group, che hanno programmi con corsi di ingegneria, in particolare legati al dottorato.      
Ci stiamo muovendo anche per tagliare i rapporti con IBM Israel, con cui l’Università condivide un progetto Horizon, che garantisce fondi a tutte le parti in gioco: l’accordo con questa azienda andrebbe rivisto, non solo per la bandiera e la problematica storicità che porta con sé, ma anche per il ruolo giocato nel genocidio. Stanno portando avanti progetti di tecnologie, migliorate con l’IA, impiegata poi per il sistema di schedatura e riconoscimento a Gaza, giocando un ruolo chiave nel blocco dei movimenti palestinesi. Il problema è evidente: alcuni professori avevano anche proposto una petizione sul tema.     

Articolo integrale disponibile al link:https://www.ladige.it/cronaca/2025/10/12/fronte-della-gioventu-comunista-universita-piegata-alle-necessita-belliche-stop-ai-rapporti-con-le-aziende-militari-e-israele-1.4198245

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