Fallisci facile: fragilità in scena

Due corpi, nudi, accovacciati sul pavimento, aspettano di entrare in azione. Li intravedi appena sotto un lenzuolo di nylon. Davanti, un posacenere e una sigaretta che aspetta di essere accesa. A lato, un borsone da palestra. Niente scenografie stratosferiche, nessun effetto pirotecnico. Lo sfondo: nero.
Dalla prima occhiata alla scena, mentre ancora ti stai sedendo su uno dei cuscini in prima fila e non ti sei del tutto sfilato il cappotto, hai l’impressione che Fallisci facile sia esattamente il tipo di spettacolo che ti aspetteresti di vedere in uno scantinato di Brooklyn, uno di quegli off-off-Broadway messi in scena con poco o nulla, arrabattando gli oggetti di scena alla bell’e meglio, pubblicizzando come si può, per un pubblico per lo più di conoscenti e amici, banco di prova per, chissà, lavori e rappresentazioni future.
E il retrogusto di off-off-Broadway ti accompagna per tutta la durata della rappresentazione, e più scopri su questo spettacolo, più hai l’impressione che Fallisci facile nasca dalla stessa voglia di fare, sperimentare, innovare, dallo stesso spirito creativo e intraprendente dei giovani teatranti approdati alle periferiche sponde della Big Apple.
Scritto e diretto da Alessia Giovanna Matrisciano, interpretato da Chiara De Concilio, Giacomo De Rose, Valentina Fornaro, Fallisci facile è il primo lavoro per teatro della giovane autrice roveretana, che proprio in Trentino ha voluto mettersi per la prima volta a diretto confronto col pubblico.
Se cerchi trama, resterai a bocca asciutta, perché di trama, di storia, di intrecci, fatti, accadimenti, in Fallisci facile ce ne sono ben pochi. Abbonda invece d’astrazione, riflessione, introspezione. La non-storia di questo spettacolo racconta la debolezza di uomini e donne, resi fragili da schemi sociali e claustrofobici pregiudizi di genere che imprigionano i protagonisti in una cella dalle barriere invisibili eppure soffocanti, da cui non v’è altro scampo che il vizio. Il fumo, il cibo. Barriere che tarpano le ali, che generano silenzi eloquenti, pesanti, che quasi mettono a disagio anche te che ne ne stai a guardare dal tuo comodo cuscinetto, ben lontano dall’occhio di bue. Ma Fallisci facile racconta anche l’altro lato dell’atavico mito della maternità, il lato di chi, pur madre in potenza, di maternità non ne vuole sapere e rivendica la libertà del proprio corpo.
Temi attuali, che proiettano lo spettacolo nel panorama del dibattito internazionale su questioni di genere su cui l’autrice invita i suoi spettatori a riflettere (e a riflettersi).

Grazie a un crowdfunding online, Fallisci facile ha debuttato sabato 18 febbraio presso il Centro Teatro Trento. Presto andrà in scena a Roma e la speranza di autrice e attori è quella di riuscire presto a portare lo spettacolo in tournée in più centri italiani.

Per ulteriori informazioni, o eventuali sostegni al progetto, potete consultare la pagina Facebook dello spettacolo al seguente link:
https://www.facebook.com/falliscifacile/?fref=ts

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