Incontri di Diritto Civile in UNITN: uno degli invitati viene messo ai domiciliari

 

Venerdì scorso il professor Luca Nivarra, ordinario dell’Università di Palermo, è stato arrestato dal nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Trento.

Il docente si sarebbe dovuto presentare come relatore al secondo degli Incontri di Diritto Civile presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Trento, nell’ambito del corso di Diritto Civile tenuto dal professor Umberto Izzo, sul tema interesse e rimedi nello specchio dell’obbligazione senza prestazione.

L’operazione è stata avviata su comunicazione del nucleo di Palermo, per l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari. Ad esser coinvolto è stato anche l’avvocato Fabrizio Morabito.

 

Nivarra già era stato indagato nei mesi scorsi, in concorso con l’amministratore giudiziario Walter Virga; quest’ultimo avrebbe chiesto e ottenuto l’autorizzazione per stipulare con Nivarra un contratto di consulenza al fine di “accentrare la gestione delle pratiche legali e curare i rapporti” di due srl (società a responsabilità limitata). Il problema? Secondo l’indagine il professore non avrebbe prestato l’attività richiesta, poiché pare le srl fossero assistite da altri professionisti. Il contratto però prevedeva un tacito rinnovo e Nivarra ne ha ottenuto lauto compenso per mesi, tra il 2014 e il 2015 – parliamo di singoli pagamenti intorno ai 1.500 euro.

 

Inoltre, stando alla cronaca, il professor Nivarra e l’avvocato Morabito avrebbero gestito il patrimonio immobiliare di un ricco palermitano – che aveva lasciato i suoi beni alla Fondazione Sapuppo – dal 2004 a oggi (solo nel 2014 però sarebbe subentrato Morabito). In questo caso? Oltre a non versare le somme percepite dai conduttori immobili nel conto corrente dedicato all’amministrazione – omettendo di predisporre i rendiconti di gestione – il professore avrebbe anche omesso di percepire canoni di locazione in misura superiore a quella effettiva, e dichiarato invece un “andamento complessivamente regolare” negli atti. In questo caso si stima una cifra complessiva di circa 326 mila euro – il pubblico ministero ha chiesto quindi il sequestro di circa 160 mila euro, la differenza tra la cifra di cui si sarebbero indebitamente appropriati i due e quanto parzialmente restituito da Morabito.

 

La misura cautelare dell’arresto domiciliare sarebbe quindi giustificata – principalmente – da accuse di falso ideologico e peculato.

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