L’importanza di chiamarsi web-radio in Europa

Durante FUORI TG su Rai3 oggi s’è parlato della stazione radiofonica dedicata ad Antonio Megalizzi, ma non solo: la commissaria europea per la Cultura Silvia Costa ha presentato la richiesta di una borsa di studio dedicata a giovani giornalisti che raccontano l’Europa dedicata a lui e a Orent-Niedzielski. Sono stati intervistati anche gli amici di Sanbaradio. «Il fatto che, dopo quello che è successo ad Antonio, ci sia una manifestazione d’interesse nei nostri confronti ci fa piacere, ma allo stesso tempo ci dispiace, perché non c’era bisogno di una tragedia affinché il nostro lavoro venisse riconosciuto».

Secondo alcuni commentatori il dispiacere per non essere stati considerati è fisiologico. Rimane il fatto che questa è l’epoca più prolifica per progetti come Europhonica, già finanziato dal Parlamento Europeo, e in futuro per progetti locali di webradio. Le Radio Universitarie non sono mai mancate, basta “alzare il tiro” e credeci di più.

Il ruolo delle Università rimane comunque fondamentale. Risponde alle domande di FUORI TG anche il rettore Paolo Collini «Vorremmo dare a loro la possibilità di strutturarsi di più, far diventare ad esempio Europhonica una testata. Dare una struttura organizzativa più definita, in modo da poterla supportare. [Delle webradio che trasmettono i servizi Europhonica] va innanzitutto tutelata l’autonomia e l’indipendenza. Mi piacerebbe che tutte le radio universitarie potessero avere una propria frequenza, da utilizzare a turno, in modo tale da entrare nelle case e nelle automobili delle persone.»

Ma ci voleva una tragedia perché si iniziasse a fare qualcosa? De facto le coscienze sono state svegliate solo a partire da questo avvenimento. Ci s’è accorti che esiste una “Europa delle persone”, per dirlo con le parole del Rettore.

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