Austerità Sostenibile – con Olivier Blachard e il Ministro dell’Economia Giovanni Tria

Austerità Sostenibile

  • con l’economista Olivier Blachard e il Ministro italiano dell’Economia Giovanni Tria | giovedì 30 maggio, Teatro Sociale, 17.00 | a cura di Francesco Desimine

Siamo ad uno degli incontri d’apertura del Festival. Non un incontro qualunque: oltre all’economista di fama internazionale Olivier Blachard, è presente il Ministro dell’Economia Giovanni Tria. Questi sono giorni di fuoco, non c’è tema più attuale della “austerità sostenibile”. Mercoledì 29 maggio, all’indomani del voto europeo (poiché non si voleva influenzare la campagna elettorale), è arrivata al Governo italiano la lettera della Commissione europea, firmata dal vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis e dal commissario europeo agli affari economici Pierre Moscovici, che chiedeva spiegazioni sulla mancata riduzione del debito. Due giorni a disposizione per dare una risposta: questo incontro a Teatro si pone proprio a metà, ad un giorno dalla scadenza. Spoiler: la risposta è stata inviata venerdì 31 sera, preceduta da una bagarre tra Movimento e Lega, poiché in una bozza (che alcuni smentiscono, alcuni non conoscono e altri invece affermano di aver ricevuto) si faceva riferimento alla flat tax finanziata con tagli al welfare, reddito di cittadinanza e quota 100. Nella versione definitiva non si specifica la natura e la dimensione di eventuali tagli, e la flat tax è solo accennata (https://www.adnkronos.com/r/Pub/AdnKronos/Assets/PDF/Tria_lettera_Commissioners_31_05_19_ITA.PDF).

Le prime questioni poste al ministro vertono sul paragone con la Grecia, che sappiamo aver attraversato mari finanziari in tempesta, fino al recente ritorno alla crescita (vd. articolo sulla Grecia, dalla crisi alla rinascita). Il ministro Tria esclude una comparazione tra la terza economia europea, ossia l’Italia, e la Grecia. Ricorda che la lettera della Commissione era attesa da tempo, non si tratta di una sorpresa: oggetto è il mancato raggiungimento “dell’obbiettivo del debito nel 2018” – come successo già nel 2017.

Per il Ministro non si può che rispondere con i progetti del 2019, perché il rallentamento dell’economia del 2018 oramai è avvenuto. Tale rallentamento inoltre è da inserire in uno “simmetrico” di tutti i paesi europei. Tria è fiducioso che ci raggiungerà un livello di debito addirittura minore rispetto a quello preventivato nel DEF – documento di economia e finanza – emanato dal Governo e approvato dal Parlamento. Rimane il fatto che secondo gli osservatori internazionali l’Europa crescerà meno e l’Italia meno rispetto agli altri. 

Tria, in molti scritti antecedenti al suo ministero, ha mostrato preferenza per l’imposizione fiscale diretta rispetto a quella indiretta, ma ammette che gli esponenti “politici” del Governo impongono di non aumentare l’IVA.

Quante tasse? Quale composizione delle tasse? – ma soprattutto, fa notare Olivier Blachard, il Governo sarà in grado di convincere gli investitori a continuare a comprare debito italiano? È possibile mettere in atto una politica responsabile senza “congelare il debito” e puntare subito a ridurlo? Secondo Tria, se si scegliesse quest’ultima via, gli investitori vedrebbero prospettive di crescita nell’economia italiana.

Il 70% del debito, dice il ministro, è posseduto da residenti in Italia, quindi anche se “paghiamo più degli altri” a causa degli interessi sul debito per far comprare i nostri titoli, il guadagno degli investitori dovrebbe rimanere in Italia. Ma le regole fiscali in UE vanno cambiate: che i paesi de facto sovranisti – come l’Italia in questo momento, ma anche i paesi del nord Europa – lo vogliano o meno. Si riuscirà a raggiungere un budget dell’Eurozona? La creazione di un budget è sostenuta dalla Francia e in minor misura dalla Germania, fa sapere Tria. Pare si discuta di 17 miliardi x 17 anni x 19 paesi, ma non si riesce ad andare avanti.

La BCE potrebbe pagare una parte dei debiti pubblici europei? È una proposta “accademica” avanzata recentemente da Tria, durante una lezione alla LUISS. In UE si vuole spendere di più in investimenti per istruzione e nuove tecnologie? Tutte questioni che rimangono senza risposta durante l’incontro.

Al ministro viene chiesto se il Governo italiano ha una preferenza sul prossimo presidente della BCE (Banca Centrale Europea), una delle cariche europee in scadenza. Andrebbe bene un tedesco? Sicuramente c’è interesse ad avere un italiano nel board, ma la negoziazione è ancora in atto, quindi Tria non si esprime. Il giudizio sulla politica tenuta finora però è sotteso: complimentandosi per l’operato di Mario Draghi ed essendo il tedesco Weidmann – presidente della Bundesbank tedesca e tra i favoriti alla successione – su posizioni totalmente opposte, si può intendere la posizione del ministro. Politiche monetarie e fiscali al momento rimangono divise: attuano una politica fiscale espansiva gli Stati che hanno “spazio fiscale” (che vuol dire interessi bassi sul debito, ma non solo), ma non tutti coloro che hanno “spazio fiscale” attuano una politica espansiva, perché magari non ne hanno bisogno dato il buono stato della propria economia. 

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