La Bussola del Pinguino – Maastricht, Studi Internazionali

l’Universitario ci tiene ad avvisare che le persone intervistate esprimono innanzitutto la loro personale opinione sull’esperienza fatta. Considerazioni riguardo, ad esempio, una stessa città possono infatti divergere abbastanza da persona a persona. Pertanto, si invita a prendere tali interviste come suggerimenti e impressioni personali, piuttosto che come fedeli fotografie dell’esperienza.

  • Corso di laurea a UniTN: Laurea triennale in Studi Internazionali
  • Università ospitante: Maastricht University, Maastricht (NL)
  • Periodo accademico in cui si è svolta l’esperienza: Primo semestre del terzo anno
  • Progetto a cui si ha aderito: Erasmus+

Hai trovato posto letto in uno studentato o in un appartamento privato? Se in un appartamento, quali sono stati i criteri con cui l’hai scelto?

Mi duole iniziare con la domanda più scomoda: purtroppo l’Università di Maastricht non mette a disposizione molti alloggi per gli studenti internazionali. In città sono presenti pochissimi studentati, che evidentemente non possono soddisfare le richieste provenienti da più di 50 000 universitari in cerca di sistemazione. Inoltre, la priorità viene spesso assegnata agli studenti regolarmente iscritti ai corsi di laurea: chi si trattiene per un solo semestre fatica a trovare alloggio in uno studentato ed è costretto a cercare altrove. Personalmente mi sono dovuto rivolgere a un’agenzia immobiliare per affittare un appartamento, così come la gran parte dei miei conoscenti. Il canone d’affitto era abbastanza elevato, ma la buona posizione della residenza (in pieno centro) e la vicinanza all’università compensavano la spesa. Comunque, la domanda per gli appartamenti è sempre molto alta ed è necessario muoversi con ragionevole anticipo per evitare di arrivare in città senza un posto letto. Un mio amico, anch’egli studente a Maastricht tra settembre e gennaio, ha trovato casa solamente a metà ottobre, dopo un mese e mezzo trascorso nella vicina Liegi. Il mio consiglio, quindi, è prenotarsi subito per le poche camere disponibili in studentato: è bene richiedere alloggio già a partire dall’ammissione in graduatoria.

L’università è vicina al centro oppure no? Di solito come ti muovevi per andare a lezione o per la città?

L’università è il cuore pulsante della città. Il dipartimento che ho frequentato, la celebre Faculty of Arts and Social Sciences, si trova davanti al Duomo. L’edificio che ospita la facoltà di Giurisprudenza è un palazzo signorile, provvisto di una suggestiva torre che svetta sulla piazza principale. La sede del dipartimento di Lingue è una vecchia abbazia: a Maastricht è molto comune imbattersi in locali, negozi e facoltà universitarie che sorgono all’interno di grandi monumenti e chiese sconsacrate. Si può dire che l’università, costruita attorno al Duomo e alla piazza maggiore, costituisca il vero e proprio centro di Maastricht. Naturalmente mi muovevo a piedi per le vie della città, che ha più o meno le stesse dimensioni di Trento. I bus collegano principalmente le frazioni esterne, mentre le biciclette sono il mezzo più comodo e popolare per spostarsi.

Quali esami hai dato durante quest’esperienza nell’università ospitante e in sostituzione di quali di UniTN? In termini di CFU, quanto ti sono stati riconosciuti?

Ho dato tre esami da 6 crediti ciascuno, quindi mi sono stati riconosciuti 18 CFU. Avendo già superato la gran parte delle prove obbligatorie a Trento, decisi di sostituire gli esami a credito libero con quelli che avrei svolto a Maastricht. Si trattava di tre esami di Studi Europei:

  • The Idea of Europe. Affrontava tematiche legate all’ambito della Scienza Politica, con qualche sporadico elemento di Diritto.
  • Great expectations: the European integration process. Di carattere prevalentemente storico, si concentrava sul processo di integrazione europea.
  • Back to the Sources. Era strutturato come un seminario di ricerca e richiedeva la produzione di un paper finale.

A Maastricht viene adottato un metodo di insegnamento particolare e innovativo, denominato Problem Based Learning (PBL), che ovviamente ha pregi e difetti, esattamente come la controparte più frontale che domina in Italia. La Magistrale in Studi Internazionali (SSI) riprende in molti aspetti il metodo proposto dall’università olandese: da questo punto di vista mi sono inconsapevolmente preparato alla SSI. Il PBL è formato per circa un terzo da lezioni frontali in cui si espone il tema; dopo una prima fase di brainstorming, gli studenti leggono e analizzano i materiali forniti a lezione, che vengono sempre discussi nell’incontro successivo. Per quanto mi riguarda, ritengo che il PBL sia un buon metodo d’insegnamento, anche se a volte alcuni argomenti vengono dati per scontati e non sono spiegati approfonditamente a lezione. Dall’altro lato, un universitario maturo dovrebbe essere in grado di gestire in maniera più libera, capace e interessata gli elementi che ha a disposizione. Il PBL, quindi, premia la partecipazione dello studente.

4. Ci sono esami particolarmente interessanti che vuoi segnalare?

Sì, vorrei segnalare un esame che non faceva parte del mio pacchetto di corsi, ma che avrei frequentato con particolare entusiasmo. Si chiamava American Foreign Policy e riguardava la politica estera americana degli ultimi cinquant’anni.

5. Qual è stato il tuo primo impatto della città? Come la descriveresti?

La città è senza dubbio molto piacevole e raffinata. Nel primo autunno c’è un tempo gradevole, ma a partire da ottobre o novembre subentra il classico tempo olandese – nebbioso, molto umido, con una pioggia composta da minuscole gocce d’acqua. Maastricht è accogliente e ordinata e presenta diversi spazi in cui si svolgono vari eventi culturali e iniziative di svago. Se lo studente cerca qualcosa di completamente diverso da Trento sconsiglio Maastricht perché le somiglia particolarmente. Si trova comunque a pochissima distanza da città ben più grandi, come Bruxelles, Amsterdam, Parigi, Colonia o Francoforte. È vero che si tratta di una città dalle dimensioni medio-piccole, ma la sua collocazione nel cuore dell’Europa la rende molto attrattiva.

6. Quali luoghi, ludici e culturali, segnaleresti?

L’edificio che mi ha colpito di più è sicuramente la Boekhandel Dominicanen, una delle librerie più belle d’Europa. Si tratta di un’enorme basilica gotica domenicana, sconsacrata e adibita a libreria. Le navate e i corridoi della vecchia chiesa sono piene di libri, specialmente in lingua inglese. È un luogo meraviglioso e ricchissimo a livello di bibliografia.

Il Teatro si trova nella centrale Piazza di Vrijthof, dove si concentra la gran parte dei più importanti edifici della città, come la stessa libreria e il gigantesco Duomo, concepito anche come monastero.

Per quanto riguarda i bar consiglio il Cafè Vrijthof, che si colloca al piano terra di uno splendido edificio rinascimentale rosso, sede del governatore spagnolo prima dell’indipendenza. Ai piani superiori c’è un museo che organizza mostre fotografiche e di arte contemporanea.

Un altro luogo che suggerisco di visitare è il Fort Sint Pieter, che fu assediato dalla Francia durante le guerre d’Olanda. C’è anche un parco che ospita la statua del conte D’Artagnan, generale di Luigi XIV che perse la vita nell’assedio di Maastricht e che ispirò Dumas nella stesura dei suoi romanzi sui moschettieri.

Infine, è possibile vedere l’hotel-ristorante in cui venne firmato il celebre Trattato di Maastricht nel 1992.

Per quanto riguarda le attività culturali, la Maastricht University organizza moltissimi eventi. Non sono la persona più sportiva del mondo, ma sono assolutamente certo che gli studenti possano usufruire di parecchi servizi dedicati allo sport. Dopo la chiusura serale dei dipartimenti, ricordo che varie aule e palestre venivano adibite a sale per lo yoga e la meditazione. La cosa che colpisce a Maastricht è la mancanza di serrande, saracinesche o tapparelle: di sera tutti gli edifici pubblici sono ben illuminati e le finestre, grandi e trasparenti, permettono di vedere cosa accade nelle varie sedi universitarie o in un negozio subito dopo l’orario di chiusura. Infine, i tour guidati delle città vicine sono un’opportunità da non lasciarsi scappare.

7. Come valuti il costo della vita in quella città? L’ammontare della borsa di studio è stato sufficiente?

L’ammontare della borsa di studio è stato molto buono. Tuttavia, il costo della vita a Maastricht è alto e il contributo dell’università non copre tutti i costi. Nel mio periodo di mobilità c’era un intenso flusso di studenti (era l’ultimo semestre prima della pandemia) e si faticava a trovare un posto letto. I prezzi continuavano a salire e chi era in cerca di casa doveva pagare le varie spese di cauzione, di affitto e di anticipo, per non parlare degli spostamenti aeroportuali. Anche i supermercati hanno dei prezzi leggermente più elevati rispetto al mercato italiano. Non mi sento affatto di criticare il contributo della borsa di studio, che è stato importante e per nulla simbolico, ma non può coprire del tutto le spese.

8. Vuoi aggiungere qualcos’altro o dare qualche consiglio riguardo la tua esperienza?

Da questa intervista è emerso che il problema principale della mia esperienza a Maastricht è stato trovare un alloggio prima dell’inizio del semestre: consiglio caldamente di candidarsi per un posto in studentato non appena si riceve la mail d’ammissione. Inoltre, data la diversità del metodo di insegnamento adottato a Maastricht, è probabile che ci si possa sentire spaesati nelle prime lezioni. In tal caso suggerisco di chiedere informazioni, contattando gli uffici, i docenti e i tutor dell’università. Siccome il tempo è limitato, non ci si può permettere di rimanere indietro col programma e bisogna abituarsi quanto prima al Problem Based Learning. La valutazione non si basa su un unico esame finale, ma sul percorso dello studente, sulle presentazioni che prepara ed espone e sul suo grado di partecipazione. Come ultima cosa, non preoccupatevi dell’olandese: a Maastricht i cittadini parlano benissimo inglese.

Contatti

Instagram: aldo.carano.37

E-mail: aldo.carano@studenti.unitn.it

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