La Bussola del Pinguino – Parigi, Filosofia

l’Universitario ci tiene ad avvisare che le persone intervistate esprimono innanzitutto la loro personale opinione sull’esperienza fatta. Considerazioni riguardo, ad esempio, una stessa città possono infatti divergere abbastanza da persona a persona. Pertanto, si invita a prendere tali interviste come suggerimenti e impressioni personali, piuttosto che come fedeli fotografie dell’esperienza.

Corso di laurea a UniTN: Filosofia (triennale)
Università ospite: Institut Catholique de Paris (ICP)
Periodo accademico in cui si è svolta l’esperienza: secondo semestre del terzo anno
Progetto a cui si ha aderito: Erasmus+

Hai trovato posto letto in uno studentato o in un appartamento privato? Se in un appartamento, quali sono stati i criteri con cui l’hai scelto?

Per l’alloggio sono stata fortunata, in quanto già conoscevo una ragazza del mio paese che studiava a Parigi e sono riuscita a subentrare al posto di un suo compagno di corso, in un monolocale nel XX arrondissement della città. Per quanto riguarda gli alloggi universitari, questi sono gestiti a livello nazionale dalla Crous, un organo analogo alla nostra Opera universitaria. Ogni università di Parigi ha a disposizione un determinato numero di alloggi, proporzionato al numero di iscritti. Per questo motivo, più una università è piccola, meno posti saranno disponibili, soprattutto per gli studenti Erasmus. Sicuramente lo studentato è l’opzione più economica, per la quale si possono spendere tra i 400 e i 500 euro per una stanza singola, ma bisogna muoversi per tempo, mandando l’application all’università il prima possibile. Inoltre, l’Università fornisce, tramite un’app dedicata, una lista di alloggi convenzionati, ma sempre più cari rispetto agli studentati.

L’università è vicina al centro oppure no? Di solito come ti muovevi per andare a lezione o per la città?

Gli studentati sono solitamente vicini alle facoltà e i miei compagni che ci abitano impiegano circa 15 minuti a piedi. Io impiegavo circa 50 minuti, andando a piedi e prendendo due volte la metropolitana. Per il ritorno usavo solitamente l’autobus. L’abbonamento mensile, che copre tutte le zone di Parigi, costa 75€ al mese. Ci si può spostare anche in bicicletta, tramite il servizio di bike sharing della città.

Quali esami hai dato durante quest’esperienza nell’università ospite e in sostituzione di quali di UniTN? In termini di cfu, quanto ti sono stati riconosciuti?

In Francia ho sostenuto tre esami per un totale di 18 crediti: un corso di francese e Philosophie morale et politique in sostituzione a Filosofia della storia; Philosophie de la religion con l’analogo italiano; Metaphisique II in sostituzione a Gnoseologia.

Il funzionamento degli esami alla ICP è particolare e diverso dagli esami italiani, ed è fondamentale conoscere queste differenze per non ritrovarsi spiazzati. Oltre a non poter rifiutare il voto, gli esami sono composti sia da un parziale a metà corso, dalla durata di due ore in cui si scrive un paper partendo spesso da una domanda generica inerente al corso, sia da esercitazioni e dall’esame finale vero e proprio. Per passare l’esame finale è necessario prendere un voto sufficiente in tutte le parti. Ci sono quindi due sessioni a semestre. 

Ci sono esami particolarmente interessanti che vuoi segnalare?

Consiglio spassionatamente il corso di Metaphisique, perché il professore è molto teatrale e coinvolgente, e soprattutto è uno dei massimi studiosi di Heidegger. Non è un corso semplice, ma vale sicuramente la pena. Anche il corso di lingua francese è stato molto bello.

Qual è stato il tuo primo impatto della città? Come la descriveresti?

Prima di partire, l’idea di vivere a Parigi era sempre stata un mio sogno nel cassetto e avevo quindi alte aspettative a riguardo. Una volta arrivata, mi sono dovuta un po’ ricredere su molte cose. È una città molto disordinata, con distanze enormi (per questo portatevi dietro molti libri da leggere in metro), fa spesso freddo e piove, ed è ovviamente costosissima. Molto triste è anche vedere la quantità di persone senzatetto che affollano le strade ad ogni ora. Sono rimasta delusa anche dalla qualità delle strutture universitarie, più fatiscenti rispetto a quelle di Trento. 

Quali luoghi, ludici e culturali, segnaleresti?

Sicuramente a Parigi non ci si annoia mai, ci sono tantissimi posti da visitare. Consiglio sicuramente Montmartre, soprattutto al tramonto, e gli eventi di Radio Cargo sulla Senna. Parlando di bar e locali, suggerisco La Gare/Le Gore, un locale alternativo con musica sia jazz che techno; Culture Rapide è un locale interessante dove si svolgono dei poetry slam; infine, Ground Control è un posto molto bello dove trovare una vasta scelta di street food. 

Come valuti il costo della vita in quella città? L’ammontare della borsa di studio è stato sufficiente?

La borsa di studio che percepisco io, che con l’integrazione dell’Opera universitaria arriva a circa 900 euro mensili, è sufficiente a coprire l’affitto, i trasporti pubblici e le spese alimentari. Tutto il resto, imprevisti e tempo libero, è estremamente caro e mi ritrovavo a spendere tantissimo ogni giorno. Consiglio quindi di considerare altri 200/300 euro in più.

Vuoi aggiungere qualcos’altro o dare qualche consiglio riguardo la tua esperienza?

Consiglio a tutti di informarsi su come funziona la copertura sanitaria per gli studenti in mobilità. Qualsiasi prestazione medica va pagata in loco e poi si può richiedere un rimborso solo una volta tornati in Italia. Inoltre, Parigi non è il posto giusto per chi ha intolleranze alimentari: io che sono celiaca e non trovavo quasi mai posti esclusivamente senza glutine e quei pochi che offrono questo servizio sono molto costosi.

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Instagram: @emm_berett

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