Con Sport Global Competition per investire nel futuro e cambiare il presente

TRENTO. Il 31 maggio si è svolta a Trento una delle finali regionali della Global Sport Innovation Competition.

Nove start up  europee provenienti da: Italia, Germania, Francia, Spagna, Portogallo, Austria, Svizzera e Paesi Bassi più una start-up giapponese (a causa della mancanza di una finale asiatica), si sono giocate la qualificazione per la super finale che si svolgerà a Rio durante le olimpiadi 2016.

Le dieci idee innovative sono state presentate all’interno del auditorium della facoltà di Lettere dell’Università degli studi di Trento dalle 18:00 alle 20:00 di martedì davanti a un folto pubblico formato da studenti e curiosi ma sopratutto di fronte alla giuria, composta dal rettore dell’Università degli studi di Trento, Paolo Collini, Luca Bertone (TIM working capital), Claire Lewis (Strategy Consultant on Sport, Media and Tech), Burkhard Dumler (Director Program and Projects IT Innovation at Adidas), Beatrice Agostini (Cassa Centrale) e Laura Capranica (Presidente Eas, ordinario di scienze sportive, Università degli studi Foro Italico) e a possibili investitori e finanziatori disposti, forse, a investire non solo nelle idee presentate ma anche nel progresso sportivo.

 L’organizzazione rispetto alla presentazione di ogni startup ha incuriosito e reso la competizione dinamica, aiutando a mantenere l’attenzione del pubblico ad alti livelli durante tutto il tempo dedicato alle presentazioni. E’ stato affidato ad ogni presentazione un tempo massimo di cinque minuti per incuriosire ma sopratutto convincere la giuria del proprio merito di partecipare alla competizione di Rio, dopo il quale veniva sventolata una bandiera rossa, che sanciva la fine della presentazione, senza possibilità di allungare i tempi. Dopodiché venivano assegnati ulteriori tre minuti alle domande della giuria (ma non del pubblico) riguardo possibili dubbi o curiosità sull’idea proposta, anche in questo caso si poteva osservare la bandiera rossa sventolare al termine del tempo disponibile, con la possibilità di lasciare la giuria senza una risposta su questioni importanti (per esempio il costo di produzione di un particolare strumento).


Nonostante siano state presentate idee innovative volte a modificare in modo permanente il mondo dello sport, professionistico ma anche amatoriale, e si sia respirato oltre che una frizzante fragranza di competizione anche un’atmosfera impregnata da progresso, gioventù e internazionalità, non sono mancate alcune criticità.

Ambigue le competenze in ambito sportivo, ancor più in quello tecnologico,  di una rappresentante della Cassa Centrale presente nella giuria, tuttavia è doveroso sottolineare l’importanza di una valutazione degli impatti economici della produzione di ogni singola idea cui la Cassa Centrale ha contribuito.

Una causa maggiore e sicuramente più evidente alla nascita di dubbi negli spettatori è stata la presenza all’interno delle start-up di idee che male si convogliano con lo spirito sportivo comunemente inteso e ricordato all’inizio della serata, la visione dello sport non come attività fine a se stessa ma strumento di crescita, progresso e benessere sia nel singolo che nella comunità, così come la presenza di presentazioni male organizzate che non sono riuscite a convincere così come nemmeno a farsi capire.

E’ stato presentato un dispositivo in grado di far tremare i muscoli e provocare il consumo di alti tassi di calorie nell’organismo, senza la necessità di alzarsi dal proprio divano, vestirsi, uscire e correre, o saltare, pedalare o nuotare. Se il Trentino è tra le più belle palestre a cielo aperte presenti in Italia e forse nel mondo, non vedo la necessità di rimanere sdraiata sul mio divano, non capisco come l’ossessione per un corpo privo di imperfezione e un fisico invidiabile possa competere con la felicità del tempo trascorso tra le Dolomiti.

Una start-up milanese ha presentato una modifica allo sport della vela che dovrebbe contribuire a cambiare drasticamente il modo in cui ci si approcci allo sport stesso, rendendo le barche nettamente più agili e veloci, peccato che non sia stato possibile capire o comprendere cosa effettivamente cambierà nel design delle barche.


Tuttavia non sono mancate presentazioni coinvolgenti e pronte a cambiare il modo in cui ci si pone verso attività quotidiane, ad esempio un App volta a offrire a chi ama sciare fuori pista, alla ricerca continua di scariche di adrenalina, una conoscenza maggiore della neve e degli itinerari possibili in Italia, così come all’estero. La app si basa sulla condivisione da parte degli iscritti sia delle proprie “gite fuori porta” che delle condizioni della neve e dei possibili pericoli. La diffusione di strumenti simili potrebbe sicuramente contribuire a rendere più sicure le uscite in neve fresca e allo stesso tempo offrire a tutti gli interessati idee nuove e mai provate per gite diverse già affrontate da altri.

Una start up bolzanina ha presentato una bicicletta elettrica a pannelli solari, capace di creare l’elettricità necessaria per il funzionamento tramite il funzionamento stesso, rendendo un’attività quotidiana come il pedalare una fonte, seppur minima, di energia.

Numerose le presentazioni di strumenti volti alla registrazione delle prestazioni fisiche durante allenamenti e gare, particolare e diversa da tutte le altre quella presentata da una start-up spagnola, la quale ha elaborato un sistema capace di offrire agli allenatori di squadre di basket (ma l’app si presta anche a sport diversi) ogni informazione utile sulle prestazioni dei propri atleti, live, durante la partita. Immaginate la possibilità di poter correggere errori ed elaborare strategie tra un tempo e l’altro. Erano già presenti numerosi sistemi capaci di registrare prestazioni e relativi possibili errori capaci di aiutare squadre ed atleti a vincere partite future, ma immaginate di poter lavorare per vincere oggi, per cambiare il presente invece del futuro. Per la cronaca, proprio quest’app dedicata al basket è risultata la vincitrice.


Malgrado la presenza di alcuni punti spinosi, l’evento si è configurato come un successo per l’Università di Trento che in linea con la conferenza tenutasi nel 2013, “Sport as a driver for innovation”, si è posta come un’istituzione italiana ed internazionale nello sviluppo, nel sostegno e nello sviluppo dello sport come mezzo di crescita individuale e collettiva, offrendo la possibilità di confrontarsi non solo con il mondo dello sport ma anche con quello della tecnologia in prima persona, toccando con mano gli strumenti sviluppati da ogni start-up prima delle presentazioni, dalle 14 alle 18 all’interno della facoltà di lettere. Era possibile infatti confrontarsi con gli sviluppatori di ogni singola idea, per capire, conoscere e crescere.


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Carlotta Maria Capizzi

Carlotta Maria Capizzi

Diplomata al liceo delle scienze umane di Chiavenna (SO) nel 2015. Ho frequentato un anno di superiori a Greeley, Colorado, alla Northridge High School. Ho lavorato come organizzatrice di eventi per il Consorzio turistico di Madesimo. Attualmente studio giurisprudenza all'Università degli studi di Trento.

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