Passione e chiarezza: un confronto sul giornalismo al Festival dell’Economia

TRENTO. Durante l’undicesima edizione del Festival dell’Economia – svoltasi la scorsa settimana – uno spazio di confronto è stato dedicato anche al giornalismo. Nella cornice del Teatro Sociale, l’editorialista del Financial Times John Lloyd, Giuliano Amato, il direttore de Il Sole 24ore Roberto Napoletano e la Direttrice Generale di Confindustria Marcella Panucci hanno preso parte all’incontro dal titolo: “A occhio nudo. Le sfide del giornalismo economico”.

A fare da moderatore Giuseppe Laterza, che ha ricordato assieme agli ospiti Fabrizio Forquet, vicedirettore del Sole 24ore prematuramente scomparso lo scorso aprile, stimato giornalista che si è occupato sia di economia sia di politica. Il suo nome è stato ricordato durante tutto il corso del dialogo sulle sfide che il giornalismo sta affrontando. Come il giornalismo economico può far cogliere al lettore le implicazioni che l’economia ha nelle vicende politiche? Quale approccio è il più ottimale?


John Lloyd è partito da un confronto schematico tra giornalismo anglosassone e quello italiano, quest’ultimo giudicato più serio rispetto a quello d’oltre Manica dove i tabloid hanno la supremazia. In un mondo sempre più globalizzato, anche il giornalismo deve rispondere al suo mercato, ovvero i suoi lettori, e pertanto – ammonisce Lloyd – esso deve cercare sempre la verità attraverso l’attendibilità delle fonti, che il giornalismo anglosassone mette al primo posto con la sua regola della verifica di “almeno due fonti”, che – ha ricordato Amato in una battuta – hanno quasi fatto saltare la pubblicazione del caso Watergate per la difficoltà di trovare conferma del materiale raccolto durante l’inchiesta.

Il direttore Napoletano ha concordato con l’intervento di Lloyd in merito al rapporto di credibilità che il giornalismo deve avere con il suo pubblico, ha ricordato l’importanza del giornalismo investigativo nell’affrontare questioni economiche anche scottanti e in più ha affermato come l’economia possa raccontare la politica attraverso i numeri e le sue analisi.


Tra le varie iniziative che il Sole 24ore offre per raggiungere questo obiettivo c’è “Rating 24”, inserto mensile creato proprio con Forquet che aggiorna i lettori su quante tra le riforme promosse dal governo sono state attuate e quanto esse hanno inciso nel Paese. Marcella Panucci ha posto l’accento su una sfida cruciale che il giornalismo economico deve affrontare: la ricerca di un linguaggio economico chiaro e semplice che possa permettere ai lettori di capire i concetti di economia e di politica economica che incidono nella loro vita quotidiana e di essere capaci di fare autonomamente le proprie scelte a riguardo.

Gli italiani hanno registrato il tasso di alfabetizzazione economica più basso tra i Paesi occidentali secondo l’OCSE: questo dato deve essere uno stimolo per i giornalisti a far sì che chi legge i suoi articoli possa imparare e costruirsi una propria conoscenza in materia economia. Perché, come ha concluso Giuliano Amato, il ruolo del giornalista è quello del professore che deve educare i suoi lettori, ma – ammonisce il professore – deve anche non assecondarli, ovvero scrivere ciò che essi si aspettano di leggere. Non bisogna cedere alla scrittura emotiva, altrimenti si rischia di offuscare la verità. In conclusione, questo incontro ha posto sfide specifiche al giornalismo economico e non: un’attenta capacità di analisi dei fenomeni, la ricerca della verità, un linguaggio semplice e chiaro.


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Giulia Masciavè

Giulia Masciavè

Studentessa all'ultimo anno di Studi Internazionali. Amante della lettura e della musica, nostalgica per passione.

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