“Affitto solo a chi viene da Triveneto e Lombardia”: la vicenda della studentessa di Pescara

Cerco solo ragazze dal Triveneto e dalla Lombardia, niente di personale” è la risposta che si è sentita dare Marta, studentessa della Facoltà di Giurisprudenza: come tanti di noi in questi giorni sta cercando un appartamento e ha risposto a un annuncio su Facebook. La conversazione di poche battute, con l’autore del post su Facebook, potrebbe essere definita surreale. Alla richiesta da parte della ragazza di poter visitare l’appartamento, il proprietario ha risposto chiedendo immediatamente il suo luogo di origine e chiudendo bruscamente la conversazione una volta avuta la risposta.

Questa la conversazione:

 

 

Il proprietario cerca quindi rigorosamente delle studentesse e solo da una determinata parte d’Italia, giustificando questa cosa come sua “esigenza personale” ma rassicurando comunque che non sia “niente di personale”, restando poi in silenzio di fronte alla richiesta di delucidazioni. Abbiamo fatto qualche domanda a Marta – che ha voluto condividere la sua storia con noi – chiedendole se le fosse mai capitato. “In passato mi è capitato solo una volta, sempre quando ero in cerca di un appartamento. Dovevo ancora cominciare l’Università e stavo cercando una sistemazione per settembre. In quell’occasione un proprietario mi aveva chiesto da dove venissi. Nonostante già allora avessi pensato che fosse una domanda strana e per nulla pertinente con la questione dell’affitto, il proprietario si è limitato a pormi la domanda, per poi fissare un appuntamento e procedere normalmente. Questa volta, invece, è stato diverso: mi sono sentita rispondere espressamente che tutti gli studenti che non provengono dal Triveneto e dalla Lombardia non sono ben accetti in quella casa. Per ragioni personali. Per quanto io mi sia sforzata di trovare una spiegazione altra, attinente all’affitto, spese, questioni economiche, purtroppo l’unica spiegazione personale che possa giustificare quello che è successo è il razzismo.”.

Apparentemente un caso di discriminazione, difficile trovare altri motivi per una simile presa di posizione. In una città come Trento che ogni anno attrae studenti da tutta Italia sorprende negativamente vedere che vi sono ancora persona legate a un pensiero che si pensava ormai relegato al passato.

Marta si dice “delusa, svilita, arrabbiata, dispiaciuta” e ci tiene a che questa storia possa essere conosciuta da più persone possibili perché Non è giusto minimizzare, non è giusto sdrammatizzare, non è giusto chiudere gli occhi. Bisogna chiamare le cose con il loro nome, e le uniche parole che possano dirsi per questa situazione sono: pregiudizio e discriminazione. E nel 2018, in una città come Trento, quella che io ho scelto come sede dei miei studi e della mia formazione, vivere episodi come questo è davvero una sconfitta.

Perché alla fine questa è l’unica arma che abbiamo. Far conoscere queste storie e sensibilizzare la cittadinanza. La Legge infatti lascia la libertà al locatore di poter scegliere con chi concludere il contratto di locazione. In poche parole, i proprietari possono decidere che prendere in casa. Ecco allora che abbiamo malcelati casi di sessismo, con annunci rivolti unicamente alle studentesse e non agli studenti, e ora quello che pare un caso di discriminazione su base regionale. I motivi che spingono a concludere un contratto non rilevano ai fini della validità dello stesso (salvo che essi non siano illeciti). Questo significa che qualsiasi criterio di scelta è formalmente legittimo. Ma sarebbe importante ricordare ai proprietari che “principi come quelli di uguaglianza, parità di trattamento e non discriminazione, forse dovrebbero superare la discrezionalità e l’apprezzamento “personale” del locatore. Se non altro da un punto di vista umano.” come magistralmente fa notare la nostra collega.

Ringraziamo Marta per aver condiviso con noi questa storia e le facciamo un grosso in bocca al lupo nella ricerca della casa e con gli studi. Noi speriamo si sia trattato di un caso isolato, ma se avete storie simili da raccontare scriveteci. Per combattere queste forme di discriminazione bisogna innanzitutto avere il coraggio di raccontarle e, se lo volete, noi vi daremo la voce per farlo.

 

 

Michele Lussu

Nato a Belluno il 25 dicembre 1995, diplomato al liceo scientifico Galileo Galilei, studia attualmente giurisprudenza a Trento.

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