L’UniversiTrash – Il sommo

– di NonSonoIo

 

IL SOMMO

Durante ogni pasto della mia infanzia, sono sempre stata tediata dalla televisione. Una scomoda presenza che starnazzava da lontano mentre io disegnavo la faccia al risotto con la forchetta (sì, erano i primi sintomi di ritardo mentale, che sarebbero esplosi in tutta la loro potenza nella tarda adolescenza). Non si poteva parlare perché: “LASCIAMI ASCOLTARE IL TELEGGIORNALEeeEeeeEEEEEE!”. Ovviamente le notizie erano sempre le stesse, noiose e brutte. Perdipiù Mentana mi stava antipatico, non mi piacevano i suoi capelli ricci e odiavo i suoi occhialetti tondi. Quei traumi infantili hanno avuto grosse ripercussioni su di me e mi hanno portato al disinteressamento verso la politica. Adesso non guardo più la televisione, ad eccezione dei fantastici reality trasmessi da Real Time, ma cazzeggio su internet. Tuttavia, mio malgrado, non posso isolarmi dalla società e perlomeno un minimo di responsabilità e consapevolezza rispetto a quanto succede nel mondo non posso scrollarmela di dosso. Da qui il problema: come posso tenermi informata e aggiornata sui fatti mondani, evitando comunque la televisione? La questione non è banale: il telegiornale, per quanto sia un calderone di notizie pilotate, superficiali e per la maggior parte studiate per l’audience, perlomeno dà una carrellata generale sui principali eventi e trend topic.  Avrei potuto anche affidarmi ai i giornali, però io volevo proprio fruire di tali informazioni nella più totale passività possibile. Insomma, volevo un surrogato di telegiornale, semplicemente.

Dopo un tempo lungo ed indefinito, in cui ho vissuto non sapendo più se la regina Elisabetta fosse ancora viva, totalmente ignara della pericolosità del virus dell’aviaria e della mucca pazza, un giorno è successo qualcosa di insperato. Ho incontrato lui… Intensi occhi scuri, capelli mori, baffi e barba (?). Un uomo che viene da una terra di mare e di sole, una terra selvaggia, che tempra i caratteri e che eleva l’anima. Mi ha presa con sé ed innalzata al vero sapere, portandomi ad amare lui e la sua immensa sapienza. Il suo ragionare, le sue virtù dialettiche, la sua retorica raffinata, il suo argomentare che è come una cantilena scandita da quelle doppie… Ah, l’accento sardo! Ah, e le sue erre mosce… Un intellettuale può dirsi tale solo se addolcisce le nostre orecchie con questi suoni armoniosi. Sì, me ne sono innamorata subito. Il suo nome è R… Alessandro! Sì, Alessandro Masala! Quanto sei bello. Specialmente da giovane, con quei bellissimi occhiali gialli e le grafiche dei video studiate nei minimi dettagli, che ci ricordano gli anni 90’, le disco in bolla e la gente che salta…

 

 

Ebbene, il mio paladino dell’informazione è questo rampante uomo sardo, che gestisce da ben sette anni il canale di Infotainment chiamato Breaking Italy. I suoi video raccontano le notizie in maniera poco tradizionale, commentandole e fornendole di contesto. Non solo argomenti per cavalcare la cresta dell’onda, ma spesso il nostro Shy (Shooter Hates You) sceglie temi secondo i suoi gusti personali. Un po’ per darci alcuni spunti di riflessione su questioni che non lo hanno lasciato dormire la notte, un po’ perché deve tediarci con la sua fissa per il mondo tech, trovando qualche giustificazione per le sue tendenze nerd. Anche se a volte fa delle battute che non fanno molto ridere, il suo modo chiaro e lineare di spiegare rende comprensibile la politica ed interessanti gli occhialetti di Google anche alle capre come me.

 

 

Finalmente, ho trovato il mio telegiornale personale che mi accompagna nella savana del pluripartitismo (o quasi)… Poi, quanto è bello? Chi può resistere al fascino sardo… Prima di andare a dormire un suo video è la mia buonanotte preferita, prima di rimanere a fantasticare un po’ a letto. Però, mannaggia, non sono l’unica. Shy ha già moltissimi ammiratori, da quasi ovunque nel mondo, che gli fanno sentire la loro presenza creando degli sticker su di lui su Telegram, spammandogli la mail di loro foto ed accaparrandosi le magliette che lui produce sul suo Heya Store (e come poteva chiamarsi altrimenti?). Ebbene sì, ha anche un sito di magliette! Dallo stile gotico da quattordicenne delle medie disadattato, però comunque interessanti: sono stampate artigianalmente e rappresentano dei simboli provenienti dalla tradizione mitica sarda. 

Insomma, non stupitevi se fra le tendenze di youtube vi è quasi sempre un suo video ma ringraziate la sua mamma. 

Arrivederci, gentaglia! 

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