Watchman, proibizionismo: come nasce uno stato totalitario?

Quis custodiet ipsos custodes? (Giovenale, Satira VI)

Realtà: anno 1919. Stati Uniti d’America. Entra in vigore il XVIII Emendamento. I vizi sono diventati crimini. Watchmen, graphic novel: anno 1985. Stati Uniti d’America. Adrian Veidt alias Ozymandias uccide 3 milioni di persone a New York per prevenire il rischio di una guerra. I crimini sono diventati virtù.

Che rapporto c’è tra gli eventi di fantasia raccontati in Watchmen, il capolavoro di Alan Moore e Dave Gibbons, e i fatti realmente accaduti negli Anni ‘20 americani? In entrambe le storie c’è qualcuno che si prende il diritto di decidere per gli altri, che si pone al di sopra del diritto individuale e della libertà e opera, per così dire, al di là del bene e del male. In entrambe le storie assistiamo all’istituzionalizzazione della soppressione della libertà individuale, in nome del rischio di perdere qualcosa che siamo illusi sia “too big to lose”: in un caso è l’illusione di una moralità che crediamo universale, nell’altro è l’illusione della superiorità di una nazione, che porta inevitabilmente alla guerra. In entrambe le storie, infine, vediamo come questo atto al di là del bene e del male teso verso il bene superiore, porti a conseguenze disastrose. Perché chi sorveglierà i sorveglianti? Chi custodirà i custodi? Chi deciderà qual sia il bene superiore? E se per raggiungerlo sarà necessario uccidere 3 milioni di persone? E se sarà necessario limitare la libertà delle persone? 

Se crediamo che ci sia un’unica verità, se crediamo che ci debba essere un unico dio, se crediamo che la nostra nazione debba essere la più forte, allora sarà naturale che useremo tutti i mezzi per affermare la nostra verità, il nostro dio e la nostra nazione. L’assolutizzazione crea automaticamente uno stato assolutista. È quello che è avvenuto con il proibizionismo ed è quello che avviene in Watchmen. C’è qualcuno che pretende di avere una verità universale, superiore a tutte le altre. E quando qualcuno si convince di questa illusione, è già troppo tardi, perché se credo che la mia idea sia la sola verità possibile, farò di tutto per imporla. Avrei troppo da perdere a non farlo. Questa è quella che io chiamo la “Sindrome del messia”: una volta che sono stato liberato dalla caverna e ho visto la luce del sole, devo salvare coloro che sono ancora rinchiusi nella caverna. 

La democrazia al contrario, è il tentativo di eliminare tutte quelle situazioni in cui avremmo troppo da perdere, come le guerre, le nazioni, la verità e dio, e ridurre le verità universali a verità private. Così anche lo Stato ne esce ridefinito: se prima era il detentore della verità universale ora è solo il garante di quella libertà privata che ci permette di avere tante verità individuali. Lo Stato è il garante della pluralità non della verità. 

Quello che Watchmen e il fallimento storico del Proibizionismo ci suggeriscono è che se non c’è più niente di così grande da perdere e per cui morire o uccidere come la religione, la nazione o la guerra. Compreso questo inizieremo a pensare all’unica cosa davvero importante da preservare: il nostro diritto inalienabile a fare ciò che vogliamo di noi stessi, finché quella libertà non attacca quello stesso pluralismo che vogliamo preservare.

Angelo Andriano

Nelle feste piccole, non c'è intimità.

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