La moda dei Roaring 20s: tra sfarzo e presa di coscienza femminile

Perle, paillettes, cappelli e abiti sgargianti à la Grande Gatsby. Sono queste le immagini che ci passano per la testa quando pensiamo alla moda degli anni ‘20. Ma i Roaring 20s non sono solo lo specchio di una società segnata da una prospera economia, ma anche una nuova presa di potere della donna. Ed è la moda innanzitutto a portare in strada le diverse sfaccettature della donna, quella che già dall’alba del decennio, con il suffragio femminile, acquisisce una nuova centralità. 

È pertanto significativo che molti dei principali designers degli Anni ‘20 siano figure femminili: basti pensare a Coco Chanel, che crea una moda basata sul comfort per aderire alle esigenze della nuova donna. Elemento che tiene a mente anche nell’ideazione del famoso tubino nero, che crea prendendo ispirazione dall’uniforme che indossavano le domestiche. Che la moda sia uno strumento di grandissima portata lo sanno anche le donne attiviste e tra queste la questione dell’abito è quanto più controversa. Da una parte ci sono le suffragette che, seguendo Susan B. Anthony, ritengono che una donna non debba nascondere la propria femminilità; dall’altra quelle che sono profondamente anti-moda, vedendo questa come un soggiogarsi a una società maschilista. 

La ribellione femminista è portata all’estremo dalle flappers, anticonformiste che contrastano i valori del proibizionismo, fumando e accorciando vertiginosamente l’orlo della gonna. Il loro è un caso più unico che raro perché la maggior parte segue ancora i canoni di bellezza, che, seppur profondamente mutati, seguono schemi molto rigidi. La donna degli Anni ‘20 è “boyish”, androgina: ha un seno piatto – spesso appiattito artificialmente da busti – ed è magra, ma non tanto da essere definita skinny. Nonostante la nuova presa di coscienza quindi, siamo ben lontani dalla “body neutrality” sostenuta oggi da attivisti come Jameela Jamil.

I nuovi canoni della moda si modellano infatti attorno a questo nuovo standard di bellezza femminile. È il decennio del cloche, piccolo copricapo inventato dalla parigina Caroline Reboux che spopola perché crea un effetto ottico, riducendo apparentemente le dimensioni della testa. Il cuore dell’innovazione stilistica è Parigi, spumeggiante centro da cui le tendenze si diffondono in tutta Europa e in America. Così l’Art Deco della capitale francese fa la propria apparizione anche sugli abiti, dove motivi spezzati e geometrici sostituiscono le trame sinuose. Alle feste regna il blu egiziano e le piume che danno agli eventi un tocco esotico, emblema del nuovo interesse per l’Egitto nato in seguito alla scoperta della tomba di Tutankhamon. La moda degli Anni ‘20 è quindi una moda coraggiosa, che cerca di stare al passo con la nuova donna, anche se l’entusiasmo e lo sfarzo dei Roaring 20s sarà destinato a spegnersi ben presto nel ‘29 con il crollo della Borsa di Wall Street.

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