LE MOSTRE AI TEMPI DEL CORONAVIRUS: RAFFAELLO 1520-1483

Autoritratto, Raffaello Sanzio, 1506, Uffizi, Firenze

La mostra Raffaello 1520-1483 organizzata in occasione del cinquecentenario della morte dell’artista era l’evento espositivo più atteso del 2020. Le più di duecento opere provenienti da tutto il mondo e raccolte nelle sale delle Scuderie del Quirinale non aspettavano altro che allietare lo sguardo curioso di milioni di visitatori. Sembrava tutto pronto e invece qualcosa è andato storto; pochi giorni dopo l’inaugurazione, le porte delle Scuderie del Quirinale sono state costrette a chiudere i battenti lasciando tutti in compagnia di un unico esistenziale quesito: E ora? Le opzioni sono diverse ma qui sono elencate le più gettonate:

  1. Mandare all’aria tutto e rimpiangere di non aver comprato prima i biglietti. Catartica ma poco efficace: non ha conseguenze reali, se non un improvviso aumento della produzione biliare e un oneroso accrescimento delle voci del Dizionario degli insulti.
  2. Tentare un’operazione degna di Mission Impossible e intrufolarsi nel museo attraverso i condotti d’aria. Adrenalinica ma pericolosa: oltre al rischio di rimanere incastrati tra un condotto e l’altro c’è anche quello di essere perseguiti penalmente. Consigliata solo agli amanti del rischio.
  3. Ritagliare un po’ di tempo dalle interminabili giornate di quarantena per godersi dal proprio divano la mostra virtuale. “Non è molto ma è un lavoro onesto”: i quadri non sono fisicamente visibili ma meglio vederli virtualmente che non vederli affatto, giusto?

Per tutti coloro che hanno scelto la terza opzione e che vogliono vedere la mostra senza finire dietro le sbarre, il sito ufficiale delle Scuderie del Quirinale (https://www.scuderiequirinale.it/ ) offre la possibilità di compiere una visita virtuale all’interno del museo e di percorrere, sala dopo sala, il percorso espositivo; basterà premere il pulsante play per ritrovarsi faccia-a-faccia, o quasi, con alcune delle opere d’arte più famose al mondo. Il percorso ha inizio nella sala dedicata alla morte di Raffaello (niente panico, non è un bug di sistema) ed è stato volutamente concepito a ritroso. Matteo Lanfranconi, curatore e direttore delle Scuderie del Quirinale, ha spiegato infatti che la scelta di invertire l’andamento del percorso nasce sia dalla volontà di mettere al centro il vero e proprio oggetto del cinquecentenario, ovvero la morte dell’artista, sia dal desiderio di riflettere sul peso storico e simbolico che l’evento ricoprì allora e nei secoli successivi.

Raffaello morì a Roma il 6 aprile 1520, alla giovane età di 37 anni, a causa di una malattia contratta nelle due settimane precedenti. La morte prematura lo colse impreparato, all’apice del suo successo quando, sommerso di commissioni, dava sfogo al suo estro creativo tappezzando l’Italia di opere d’arte che ancora oggi sorprendono per la loro bellezza. Nessuno può sapere quale piega avrebbe preso la storia dello stile se Raffaello avesse vissuto qualche anno in più, ma l’insaziabilità dei committenti e il numero esorbitante di allievi e seguaci bastano a suggerire la levatura della sua personalità.

Dopo questi primi minuti introduttivi il video entra nel vivo del percorso espositivo accompagnandoci nella seconda sala dedicata ad una delle testimonianze storicamente più significative di Raffaello: la Lettera a Leone X. Un manoscritto? Ma Raffaello non era un pittore? (Ecco cosa succede a fidarsi delle nuove tecnologie). Si, Raffaello fu un abilissimo pittore ma non fu solo quello.

Nel 1519 egli ricevette l’incarico di “responsabile” della tutela del patrimonio archeologico di Roma, una sorta di soprintendente pre-litteram, per intenderci. Vi starete forse chiedendo il perché di questa nomina: ebbene, nel corso del Cinquecento, la crescita esponenziale del collezionismo antiquario e la commissione di progetti urbanistici monumentali contribuirono al saccheggio dei reperti archeologici della città di Roma. La città avrebbe subito un vero e proprio depauperamento se non fosse stato per l’intervento di Raffaello e del suo mandante, papa Leone X raffigurato in un famoso ritratto di Raffaello esposto proprio in questa sala. Il pontefice chiese a Raffaello di realizzare una pianta iconografica antiquaria di Roma che avrebbe dovuto registrare tutti gli antichi edifici romani nelle loro forme originali. Anche questo importante progetto, purtroppo, non fu terminato a causa dell’improvvisa scomparsa dell’artista. Il percorso espositivo procede nelle sale successive, dieci in totale, (lascio a voi la curiosità di scoprirle) e si conclude simbolicamente con l’Autoritratto dell’artista.

Per gli appassionati, il web mette a disposizione tanti altri approfondimenti a riguardo. Con l’hashtag #RaffaelloOltreLaMOstra o #RaffaelloInMostra compariranno sul vostro profilo Instagram una serie di video di approfondimento realizzati dai co-curatori della mostra mentre con tante curiosità sulle opere e sull’allestimento.

Nella “Home” del sito ufficiale delle Scuderie del Quirinale nella sezione “Mostre/Raffaello/Incontri prima della mostra” è possibile rivedere e riascoltare gli incontri con alcuni studiosi e storici dell’arte, realizzati a cura dell’Area Attività di Ricerca Progetti Speciali e Educazione Delle Scuderie del Quirinale.

Il primo incontro è con Silvia Ginzburg ed è incentrato sulla produzione giovanile di Raffaello, il secondo è con Antonio Natali e affronta l’attività artistica di Raffaello a Firenze al tempo della Repubblica di Pier Soderini e il terzo è con Alessandro Zuccari ed è intitolato “Il Principe delle Arti nella Roma dei Papi”. 

Le Scuderie del Quirinale, in collaborazione con Sky Arte, ha messo a disposizione dei visitatori tre contributi video tratti dal film “Raffaello-Il principe delle arti”, una produzione Sky e Magnitudo Film in collaborazione con i Musei Vaticani e distribuita da Nexo digital. Il primo contributo si svolge in compagnia del professore Antonio Paolucci che, con il suo appassionato racconto, accompagna lo spettatore nelle Stanze di Raffaello. Il secondo si concentra sulla descrizione delle fantasiose decorazioni delle Logge vaticane e l’ultimo è dedicato ai racconti mitologici che prendono vita sulle pareti di Villa Farnesina. Anche RaiCultura ha reso disponibile un documentario sull’artista che include piccoli video esplicativi (https://www.raicultura.it/webdoc/raffaello/#welcome) mentre l’Opificio delle Pietre Dure ha condiviso con il grande pubblico il video del restauro di una delle opere più misteriose dell’artista (https://m.youtube.com/watch?feature=youtu.be&v=rG0S3V0UTnA#menu).

CURIOSITA’

Per gli amanti dei fumetti anche Topolino celebra il cinquecentenario della morte di Raffaello con un nuovo numero intitolato Zio Paperone e la pietra dell’oltreblù interamente dedicato all’artista urbinate e disponibile nelle edicole da mercoledì 8 aprile.

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