Interviste stiracchiate: il quarto (ed ultimo) riassuntone

Con questa settimana si concludono le Interviste Stiracchiate de l’Universitario: le ultime ospiti della nostra rassegna di chiacchierate con i rappresentanti degli studenti, per fare il punto della situazione su cosa sta succedendo in università durante questi mesi di pandemia, sono state Sofia Giunta, deputata al CNSU ed ex coordinatrice di UDU Trento, e Caterina Guitti, rappresentante degli studenti al Senato accademico ed esponente di UNITiN.

Sofia Giunta: CNSU, decreto di maggio, studenti nel nord-est

Nel pomeriggio di martedì, la nostra vicedirettrice Erica Turchet ha intervistato Sofia Giunta, ex studentessa del nostro ateneo, già coordinatrice di UDU Trento ed anche autrice di qualche articolo per il nostro giornale. Attualmente Sofia è rappresentante degli studenti presso il Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari (CNSU), un organo nazionale che si interfaccia direttamente con il Ministero dell’Università e della Ricerca a cui è stata eletta nella scorsa primavera. Se nelle scorse settimane ci siamo confrontati con chi ci rappresenta qui a Trento, dunque, a Sofia abbiamo invece chiesto conto delle politiche che stanno venendo effettuate su scala nazionale.

Il CNSU, infatti, ha reso il proprio parere sulle misure disposte dai decreti governativi in materia di istruzione: Sofia ci ha detto che in generale l’opinione dell’organo sulle misure prese è stata positiva, vista la quantità di risorse allocate ad istruzione e ricerca, anche se non manca di farci notare come esse non compensino comunque tutti i tagli che sono stati operati al settore negli anni precedenti. Più nello specifico, il Consiglio si è pronunciato su alcuni punti:

  • Per quanto riguarda l’area medica, è stata evidenziata la necessità di aumentare le borse di studio per accedere alle scuole di specializzazione dopo la laurea, un notorio “collo di bottiglia” in cui molti neolaureati si trovano invischiati;
  • Per quanto riguarda i fondi allocati a tassazione e borse di studio, la direzione intrapresa è positiva: l’aumento delle risorse per gli atenei, pur non sufficiente a soddisfare tutte le richieste di borsa di studio, dovrebbe permettere di abbassare le tasse. Il CNSU ha inoltre chiesto di prendere in considerazione parametri diversi per la no tax area, aumentando la soglia ISEE massima per potervi accedere. Sul tema borse di studio, è stata chiesta una proroga del termine massimo per conseguire i CFU necessari al loro ottenimento.
  • Sul tema molto caldo degli affitti universitari, Sofia ci ha fatto notare come il decreto faccia riferimento a un fondo nazionale di 140.000.000€, destinato però a tutti gli affittuari in modo indifferenziato. Il CNSU ha richiesto un incremento della soglia stanziata e dei contributi rivolti specificamente agli studenti fuorisede, chiedendo inoltre che in presenza di alcuni requisiti possano essere disposte delle agevolazioni fiscali relativamente a queste spese.
  • In tema di trasporti, invece, il CNSU ha proposto un’estensione del bonus mobilità (allo stato degli atti previsto soltanto per i residenti) anche agli studenti fuorisede.

Il decreto contiene misure perlopiù economiche e non contiene, invece, disposizioni in materia di didattica. Su questo punto, sono stati stanziati dei fondi per migliorare la fruizione della didattica online e abbattere così le problematicità in tema di digital divide tra i vari atenei. Il decreto non parla ovviamente di come la didattica verrà erogata, anche nel rispetto dell’autonomia delle singole università e dei singoli docenti. Per questo motivo, su questa tematica il ministro si è interfacciato soprattutto con la conferenza dei rettori. Sofia- così come molti- ha rilevato poca chiarezza nelle comunicazioni e il CNSU ha chiesto maggiore chiarezza nelle indicazioni: questo perdurante clima di incertezza, infatti, può “paralizzare” gli studenti e dissuaderli dal continuare gli studi o dal cominciarli (in un periodo in cui sarebbe importante, invece, che accadesse il contrario). Pur nel rispetto dell’autonomia dei singoli atenei, Sofia ritiene utile la presenza di una “regia centrale” che dia delle linee guida su scala nazionale.

Abbiamo infine chiesto a Sofia, più nello specifico, quali sono le prospettive per il prossimo anno per le università del nord-est, essendo lei stata eletta in tale collegio elettorale. Lei ci ha risposto che un tema particolarmente importante saranno gli affitti e le conseguenze economiche che la situazione attuale ha sulle città della circoscrizione elettorale di cui fa parte. Nel nord-est ci sono infatti atenei di grandi dimensioni che attraggono molti studenti dal resto del paese ed anche dall’estero; le città che li ospitano, quindi, hanno un’economia strettamente collegata alla vita studentesca. Tuttavia, la situazione attuale penalizzerà molto anche gli studenti pendolari e gli studenti lavoratori, che potrebbero scegliere di smettere di fruire dell’università in presenza. Sofia conclude con una considerazione: sono state prese delle misure importanti, ma si trattava di cose che i rappresentanti degli studenti richiedevano da molto tempo. Amaramente, è servito che arrivasse una pandemia per ottenere molte delle misure richieste. Cose chieste molto tempo fa, come il miglioramento della didattica online, sono state implementate solo quando si è stati costretti a farlo; si spera che esse vengano perfezionate e mantenute anche in futuro.

Caterina Guitti: gestione degli spazi, mobilità internazionale, scuola di medicina

Mercoledì, Elisa Mazzocato ha intervistato Caterina Guitti, esponente di UNITiN e rappresentante degli studenti in Senato accademico. A Caterina abbiamo innanzitutto chiesto se ci sono novità su come da settembre saranno gestiti gli spazi della nostra università. Avrà infatti inizio in quei giorni la cosiddetta fase 3, in merito alla quale i vari dipartimenti si stanno coordinando. Il problema principale è l’incertezza sul numero di studenti che sarà a Trento il prossimo semestre, un dato chiaramente fondamentale per questo tipo di pianificazione; al momento si stanno formulando più strategie, basandosi su vari scenari possibili. Per facilitare queste decisioni, agli studenti verrà sottoposto un questionario da compilare per cercare di capire quale sarà la situazione.

Stando alle direttive attualmente vigenti, potrà essere usato solo il 20%-25% della capienza delle aule. Da un lato è stato proposto di mitigare questa riduzione dei posti disponibili aumentando gli orari di apertura dei dipartimenti, di modo che le lezioni possano essere distribuite su un numero maggiore di ore; in alternativa è stato proposto di dare la precedenza ad alcune lezioni su altre. In alcuni casi, il Consiglio degli Studenti si è detto un po’ scettico- ad esempio, per le soluzioni che privilegiano alcuni corsi di studi su altri- mentre di altre soluzioni Caterina ha parlato in termini più favorevoli. Sicuramente appare sensato privilegiare le attività che devono per propria natura essere svolte in presenza– i laboratori sono un chiaro esempio; altrimenti, il Consiglio degli Studenti si è detto favorevole a dare priorità alle lezioni in presenza per gli studenti dei primi anni, per facilitare il loro ingresso nel mondo accademico e favorire la creazione del senso di comunità e di appartenenza alla vita dell’ateneo che gli studenti più grandi hanno già avuto occasione di sviluppare. Inoltre, un’altra soluzione ancora potrebbe essere mantenere il core della didattica online e fare in presenza delle attività integrative come forum di discussione, Q&A ed approfondimenti.

Un’ultima domanda che abbiamo posto a Caterina su questo tema riguarda il tipo di attività che saranno svolte a distanza: avranno prevalentemente carattere sincrono o asincrono? L’intervistata ci ha risposto che non ci sono al momento indicazioni precise, poiché alcuni professori preferiscono le une mentre altri preferiscono le altre; entrambe le modalità presentano dei vantaggi importanti- le lezioni in sincrono permettono un maggiore contatto diretto tra studenti e docenti, mentre le lezioni in asincrono permettono una maggiore flessibilità nella fruizione (importante, soprattutto, per gli studenti lavoratori).

Per quanto riguarda gli spazi studio, infine, gli ultimi aggiornamenti dal Senato accademico escludono riaperture fino a settembre; per la fase 3 non si sa ancora.

Il secondo argomento che abbiamo affrontato con Caterina sono state le attività internazionali dell’università- Erasmus, accordi bilaterali e simili. Ovviamente, la questione della mobilità internazionale esula dalla volontà di UniTN (e degli atenei partner), dipendendo anche dalle decisioni prese dai vari stati. Per chi deve partire da Trento (o arrivarvi) il prossimo semestre non c’è un divieto categorico categorico: gli studenti che vogliono comunque intraprendere la loro esperienza all’estero, se lo stato in cui devono recarsi lo permette, lo possono fare, ma devono essere coscienti dell’aumento dei costi (soprattutto assicurativi) e dei rischi; gli studenti incoming, invece, potranno arrivare a Trento ma non potranno servirsi degli alloggi dell’Opera Universitaria. Per entrambe le categorie, in ogni caso, l’ateneo consiglia di rimandare di un semestre l’esperienza. Per quanto riguarda la situazione degli studenti che devono sostenere un esame di lingua prima di partire, purtroppo gli studenti in partenza non sono al momento tra le categorie prioritarie per la partecipazione agli esami del CLA; i rappresentanti non mancheranno di informare tempestivamente su eventuali sviluppi in merito.

L’ultimo punto di cui abbiamo discusso con Caterina riguarda la neonata scuola di medicina, la cui partenza in autunno è confermata; il corso sarà inizialmente aperto a 60 studenti. Al momento si sta attendendo l’accreditamento da parte dell’ANVUR, l’autorità nazionale competente. L’università ha recentemente sottoscritto un contratto di locazione per i locali di Palazzo Consolati, in centro, che fungerà da sede principale. Inizialmente il corso di studi si appoggerà sul CIBIO e su altri dipartimenti scientifici: non ci sarà una facoltà vera e propria, si punta a crearla nel giro di 3 anni. Per quanto riguarda il finanziamento, infine, rimane l’accordo di collaborazione con la Provincia.

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