Il declino della neutralità

I media: il quarto potere, una fonte affidabile di informazioni che si sforza di rimanere neutrale e obiettiva. O forse non è più veramente così. 

In questa nuova era in cui la politica è sempre più polarizzata e polarizzante, in cui si assiste sempre più frequentemente ad affermazioni populiste, insieme alla disaffezione per le stesse questioni politiche, si sta radicando un giornalismo sempre meno imparziale e sempre più schierato.  

La neutralità e l’imparzialità sono caratteristiche che ci si aspetterebbe dai media e che dovrebbero rappresentare le fondamenta del giornalismo. Ciò significa che i giornalisti non dovrebbero in alcun modo influenzare gli eventi a cui fanno riferimento, attraverso commenti o attraverso l’uso di un linguaggio che possa far intendere un certo schieramento ideologico. In questo senso, la neutralità può essere intesa come una posizione di osservatore distaccato in cui il giornalismo trasmette solo i fatti e lascia che sia l’audience a farsi carico dell’interpretazione e, dunque, della formazione di una propria opinione. Non solo riguardo i fatti di cronaca, ma anche per ciò che concerne le controversie politiche, i giornalisti devono presentare una narrazione non allineata, che non vada – anche implicitamente – a sostenere particolari interessi sociali o istituzionali. 

È ormai indiscutibile che i media siano partigiani, politicamente –  talvolta anche socialmente – schierati. Se i media non sono più un organo imparziale di raccolta e diffusione dei fatti, se, dunque, si schierano visibilmente nelle dispute politiche e sociali odierne, diventano uno strumento nelle mani di alcuni poteri, opponendosi ad un cambiamento sociale, politico o culturale. 

Tale grave mancanza di neutralità può essere ricondotta a numerose cause. Uno dei principali fattori può sicuramente essere la commercializzazione delle notizie. Essa consiste sia nel finanziamento economico da parte di grandi agenzie e/o istituzioni, che nella ricerca di una fetta di pubblico a cui fare riferimento. Mettendo piede in una qualsiasi edicola, ci si trova sempre di fronte ad una vasta scelta di quotidiani, dai nazionali alle stampe regionali e locali. Lo stesso accade quando, all’ora di pranzo o cena, ci si trova a fare zapping in tv, per cercare la rete che propone il telegiornale migliore. Soprattutto per quanto riguarda i giornali (e telegiornali) di diffusione nazionale, la competizione per l’attenzione del pubblico è sfrenata e, dunque, l’accesso all’informazione è influenzato dalle dinamiche del mercato. Ciò porta indubbiamente alla ricerca di storie o notizie sensazionali o polarizzate, che attraggono i lettori, i quali rappresentano un’importante fonte di introiti. L’obiettività viene sacrificata per qualche lettore in più. La stampa è anche, in questo modo, l’arbitro di ciò che merita attenzione e ciò che non lo merita: essa educa l’interesse del pubblico attraverso l’atto alla base del giornalismo, la scelta delle notizie.

Anche la polarizzazione politica nella società gioca un importante ruolo. Con una netta divisione tra opinioni e ideologie, i media sono spinti a schierarsi, anche apertamente per acquisire o mantenere un pubblico fedele. La comunicazione e i media sono intrinsecamente legati al linguaggio politico. In particolare, con la sempre più veloce affermazione di governi conservatori, la narrazione giornalistica si adegua al linguaggio utilizzato dai principali esponenti. Ciò si traduce spesso in un linguaggio divisivo, che va a rafforzare bias, ideologie e stereotipi. Inoltre, viene fatto appello all’emotività del pubblico: si nota spesso, infatti, come vengano ricercate notizie che scatenino una certa reazione nel lettore o che fomentino la rabbia o il disappunto verso una specifica categoria di persone o verso una specifica linea politica. 

L’allineamento politico dei media influenza il modo in cui vengono presentate le notizie, portando ad una percezione distorta degli eventi in base alla prospettiva politica dominante. Inoltre, la stessa visione distorta dei fatti porta inevitabilmente alla diffusione di disinformazione e notizie false o dette per metà. Infatti, ci si trova spesso a leggere notizie prive di un contesto, la cui narrazione prende avvio “in medias res”, lasciando il lettore medio senza informazioni riguardo il retroscena o informazioni chiave che farebbero capire interamente ciò di cui si parla. In questo modo, è più facile che il pubblico si schieri, segua le ideologie dominanti, senza crearsi un’opinione obiettiva su ciò che legge.

La critica non va, però, mossa solo contro ciò che viene proposto, ma anche contro lo stesso pubblico. Ormai, il cittadino medio non è interessato a ricercare le notizie e, spesso, non è neanche mosso dalla volontà di informarsi. Non viene compiuta una scelta oculata riguardo alle notizie da leggere o ascoltare, ma ci si adagia, senza effettivamente prendere in considerazione altre possibilità, oltre al giornale o telegiornale di fiducia. Questo può essere dato dal fatto che si pensa che alla fine le notizie siano sempre quelle, dunque, non cambia tanto da un giornale all’altro. 

Come ci si adagia sulla scelta del medium, il pubblico non è nemmeno spinto ad informarsi autonomamente. Piuttosto, si accontenta di quello che viene propinato, che sia vero, falso o mancante di dettagli di dettagli importanti, come il contesto storico, sociale, culturale entro cui si snoda il corso degli eventi. Questa è una tra le conseguenze più gravi del declino della qualità e della neutralità dei media, ed è, allo stesso tempo, forse la causa più prossima. 

Per concludere, la necessità di media neutrali è vitale per il corretto funzionamento di una democrazia. I media sono il principale veicolo attraverso il quale i cittadini acquisiscono conoscenze sul mondo e prendono decisioni informate. Quando questa fonte diventa distorta o parziale, si compromette la capacità della società di operare su basi democratiche. I media neutrali svolgono un ruolo cruciale nel promuovere il pensiero critico e la diversità di opinioni. Forniscono un terreno comune in cui i cittadini possono accedere a informazioni accurate e sviluppare una comprensione equilibrata delle questioni. La neutralità mediale è anche un baluardo contro la polarizzazione e la radicalizzazione, contribuendo a mantenere un tessuto sociale coeso. 

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. Maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi