La Bussola del Pinguino – Dar es Salaam (Tanzania), Giurisprudenza

l’Universitario ci tiene ad avvisare che le persone intervistate esprimono innanzitutto la loro personale opinione sull’esperienza fatta. Considerazioni riguardo, ad esempio, una stessa città possono infatti divergere abbastanza da persona a persona. Pertanto, si invita a prendere tali interviste come suggerimenti e impressioni personali, piuttosto che come fedeli fotografie dell’esperienza.

Nome e cognome: Valentina Andriolo

Corso di laurea a UniTN (nel periodo di mobilità): Giurisprudenza

Istituzione ospitante: Ambasciata d’Italia a Dar es Salaam, Tanzania

Periodo accademico in cui si è svolta l’esperienza: Primo semestre del sesto anno

Progetto a cui si ha aderito: Tirocinio all’estero

1. Dove hai trovato posto letto? Se in un appartamento, quali sono stati i criteri con cui l’hai scelto?

Eravamo quattro tirocinanti e abbiamo trovato posto letto in un appartamento privato su AirBnb. Chiaramente lo stile di vita in Tanzania è molto diverso rispetto a quello occidentale. Noi europei consideriamo scontati numerosi aspetti della nostra quotidianità, come la corrente elettrica in casa, mentre in Tanzania solo poche abitazioni ne sono provviste. Di conseguenza, è importante sviluppare una buona capacità di adattamento per vivere al meglio l’esperienza.  

2. L’istituzione è vicina al centro oppure no? Di solito come ti muovevi per la città?

La Cancelleria dell’Ambasciata si trova nella zona di Upanga, non molto lontano dal centro di Dar es Salaam. Di solito mi muovevo con il Bajaj, una sorta di taxi a tre ruote, ideale per muoversi nel traffico delle città africane.

3. Quali attività hai svolto durante il tirocinio?

Ogni tirocinante aveva un compito specifico all’interno dell’ambasciata. Uno era destinato all’ufficio commerciale, altri due all’ufficio visti e passaporti, mentre io mi trovavo alla segreteria dell’ambasciatore. Mi occupavo prevalentemente degli incontri diplomatici, della messaggistica ministeriale, degli accordi bilaterali tra il Ministero degli Esteri italiano e quello della Tanzania. Inoltre, organizzavo l’agenda dell’ambasciatore e partecipavo agli incontri quando lui non poteva andare.

4. Qual è stato il tuo primo impatto della città? Come la descriveresti?

Tanta confusione, tanta musica: l’elemento che mi ha colpito maggiormente è lo spirito dei tanzaniani, la loro grande voglia di vivere e divertirsi. Ero già stata in diversi villaggi africani, dove lo shock culturale era stato più forte rispetto alla mia esperienza a Dar es Salaam.

5. Quali luoghi, ludici e culturali, segnaleresti?

In Tanzania ci sono molti locali interessanti, tra cui il Wavuvi. Inoltre, ogni giovedì un ragazzo italiano si esibiva dal vivo in un bar del centro città.

6. Come valuti il costo della vita in quella città? L’ammontare della borsa di studio è stato sufficiente?

Nonostante la mancanza della corrente elettrica in casa, l’affitto era molto alto. Per quanto riguarda la spesa, consiglio di frequentare i banchetti locali piuttosto che i supermercati. Ad esempio, un mango fresco al mercato locale costa solamente venti centesimi. Comunque, la borsa di studio è stata sufficiente.

7. Vuoi aggiungere qualcos’altro o dare qualche consiglio riguardo la tua esperienza?

Bisogna avere un grande spirito di adattamento per vivere un’esperienza simile. Ho sempre viaggiato molto in vita mia, quindi ero preparata a cambiare abitudini e stile di vita. Personalmente ritornerei in Tanzania, consapevole che da un giorno all’altro l’acqua potrebbe mancare, il frigo non può funzionare perché manca l’elettricità, le scimmie possono rubarti le scarpe… Insomma, ci sono diverse variabili da considerare prima di scegliere la Tanzania come meta del proprio tirocinio.

Contatti

Instagram: @vali_andriolo

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