WHO WILL BE THE NEXT EUROPEAN PARLIAMENT: IMMERSIONE AL MEP DI TRENTO

A cura di Anna Hasani e Federica Capitani

Nell’atmosfera stimolante dell’Università di Trento, a Marzo si è svolta una simulazione del Parlamento Europeo M.E.P. (Model European Parliament), un’occasione unica che ha coinvolto diversi studenti.
A portare questo interessante evento a Trento è stata Anna Hasani, referente organizzatrice, la quale condividerà con noi i dettagli e le sfide dietro questa simulazione. Tuttavia, oltre a conoscere il suo punto di vista, ci siamo posti l’obiettivo di dare voce anche ai partecipanti diretti di questa esperienza.
Per farlo, Federica Capitani ha condotto una serie di interviste, proprio per comprendere appieno il pensiero di coloro che hanno vissuto in prima persona questa simulazione del Parlamento Europeo.

M.E.P. Italia (Model European Parliament) è un’associazione costituita da studenti universitari
che organizzano simulazioni del Parlamento Europeo presso un gruppo nazionale di scuole

superiori composto da 44 istituti scolastici in 10 diverse regioni (dalla Lombardia alla Sicilia).
Gli stessi studenti organizzatori, prima di occuparsi della realizzazione della simulazione, ne
hanno preso parte presso la loro scuola di riferimento.

L’obiettivo principale è sempre stato quello di avvicinare gli studenti delle scuole superiori a
temi di rilevanza europea e internazionale, al fine di promuovere non solo un pensiero critico sul mondo circostante
, ma anche una maggiore conoscenza di sé.
Si tratta di un progetto intrinsecamente formativo, in grado di favorire lo sviluppo personale
attraverso la scoperta dei propri interessi e delle capacità di relazionarsi sia con gli altri sia con questioni che, talvolta, possono riguardare solo indirettamente il singolo individuo. In
adolescenza infatti, progetti di questa tipologia hanno la capacità di guidare gli studenti verso
una maggiore consapevolezza individuale e interpersonale, un aspetto di cruciale
importanza per l’orientamento universitario e professionale. Io stessa sono stata coinvolta
nel progetto fin dal terzo anno di liceo, avendo l’opportunità di scoprire e sviluppare i miei veri interessi e seguire un percorso che mi ha portato a perseguire un percorso di studi mirato, qui a Trento.

All’interno dell’associazione di M.E.P. Italia abbiamo sempre riconosciuto il potenziale impatto
significativo che questo progetto può acquisire nella vita di coloro che vi partecipano, iniziando a percepire come restrittivo e limitato lo svolgimento di questo esclusivamente nell’ambito liceale.
Pertanto, durante le ultime riunioni degli associati, un’idea iniziò a farsi strada: “E se espandessimo il progetto nelle università?” Di conseguenza, nella mia mente, un’altra domanda prendeva forma: “E se espandessimo il progetto nella nostra università?”
La sede universitaria di Trento, che mira a preparare i suoi studenti su un piano che si estende
ben oltre i confini locali e nazionali, abbracciando e aprendosi anche all’ambito europeo e
internazionale, sembrava il luogo ideale per dare il via a questa iniziativa. E così è stato. Nell’organizzazione da una parte c’ero io che, in qualità di rappresentante degli studenti con l’Associazione di UNITiN, ho svolto il ruolo di collegamento tra M.E.P. Italia
e la nostra Università
; dall’altra, vi è stata la figura fondamentale di Vittorio Cama, ex Presidente
dell’associazione di M.E.P. Italia.

La pianificazione di una simulazione come il M.E.P. richiede infatti un’attenzione scrupolosa, poiché coinvolge diverse fasi che partono dalla prenotazione delle aule e procedono fino alla
selezione dei candidati e il loro inserimento nelle corrispettive commissioni di lavoro.
Nonostante ciò, dopo il successo riscosso lo scorso anno, il sentito apprezzamento da parte
dei partecipanti ha contribuito a mantenere alta la motivazione nell’organizzare nuovamente il
progetto anche quest’anno.
Durante la simulazione del Parlamento europeo universitario, ogni
studente assume il ruolo di un europarlamentare, a cui viene assegnato un partito politico da
rappresentare e una commissione di lavoro che si occupa di una tematica attuale
. Alcune delle
tematiche affrontate includono ad esempio: le regole per i big data e l’intelligenza artificiale, gli
stereotipi di genere nelle sentenze della magistratura e la lotta contro la tratta degli esseri
umani nell’UE.

La simulazione è strutturata in due fasi distintive: i lavori di commissione e l’assemblea
plenaria
. Durante i lavori di commissione, i partecipanti discutono la tematica assegnata alla
propria commissione e lavorano insieme per elaborare una risoluzione relativa al problema
affrontato.
Durante l’assemblea plenaria, le varie commissioni si riuniscono in quella che
appare essere una vera e propria assemblea parlamentare, dove si dibattono e si votano le
risoluzioni proposte, attraverso emendamenti, interventi, difese e discorsi. Durante la
simulazione, gli studenti sviluppano la capacità di interagire con individui che rappresentano
ideali politici diversi dai propri, imparando ad esporre le proprie idee con convinzione e a
sviluppare un pensiero critico su questioni cruciali.

Il progetto è stato presentato al Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale, alla Facoltà di
Giurisprudenza e alla Scuola di Studi Internazionali con l’obiettivo di stimolare un maggiore interesse e incoraggiare la riflessione tra coloro che hanno già compiuto la propria scelta universitaria e si
trovano ora di fronte ad una decisione ben differente, nonché quella professionale. Pertanto, si
tratta di un’iniziativa capace di offrire orientamento persino all’interno dell’ambiente
universitario.

Quali sono gli studenti che prendono parte a questa simulazione? Come è nato il loro interesse per le istituzioni europee? Quali sono le tematiche che interessano? Quali sono le tematiche di cui l’Unione Europea dovrebbe interessarsi? Grazie all’aiuto e alla collaborazione con Anna, abbiamo avuto la possibilità di intervistare alcuni dei partecipanti del Mep per scoprire le loro idee sul progetto MEP, sul funzionamento e sull’operato delle istituzioni europee



Buongiorno, prima di tutto grazie mille per avere preso parte alla nostra intervista per questa rubrica dell’Universitario, ti chiedevo prima di tutto di presentarti ai nostri lettori

Denise: Buongiorno mi chiamo Denise D’Alessio, frequento il quarto anno di giurisprudenza all’Università di Trento

Nicolò: Sono Nicolò Zambolin e frequento il terzo anno di Studi Internazionali all’Università di Trento.

Jacopo: Sono Jacopo Mutinelli, frequento il primo anno di Studi Internazionali.

Federica: Sono Federica Missano e frequento il secondo anno di Giurisprudenza

Francesca: Mi chiamo Francesca Chimini, frequento la facoltà di Giurisprudenza al secondo anno.

Come hai sviluppato il tuo interesse verso le istituzioni dell’Unione Europea e verso la politica europea
Denise: Sostanzialmente è grazie al mio percorso di studio, in quanto all’Università di Trento esiste questo percorso di studio fortemente improntato sul diritto europeo, sul diritto transnazionale e internazionale, tematiche che trattiamo a partire al primo di anno di giurisprudenza. Poi, anche grazie alla mia esperienza Erasmus alla Mastritch University, che ho appena terminato, ho potuto focalizzarmi sullo studio e sui temi del diritto dell’Unione Europea, tematiche che in quel contesto accademico vengono significativamente approfondite.

Nicolò: Il corso di “Studi Internazionali” è un corso universitario molto incentrato sull’ambito lavorativo internazionale a livello politico, perciò il tema dell’Unione Europea è stato trattato ampiamente. Inoltre, questo semestre sto frequentando due corsi sulla Storia dell’Unione Europea e sulle istituzioni europee. L’interesse si è sviluppato nel corso degli anni a partire dalle superiori attraverso varie materie che trattavano il tema dell’Unione Europea, e successivamente questo interesse è cresciuto durante la mia continuazione del mio percorso di studi.

Jacopo: Allora, è un interesse che è maturato durante l’adolescenza. Mi sentirei di dire che questo interesse è nato in seguito ad una mia partecipazione ad una gara di dibattito; mi era stato detto che avevo una buona parlantina e che sarei stato portato per la politica. Dato che questo pensiero mi aveva stuzzicato, ho iniziato ad interessarmi e ad approfondire. Mi sono reso conto che le questioni pubbliche erano effettivamente di mio grande interesse e ho iniziato così a pensare che avrei potuto continuare i miei studi in questa direzione.

Federica: Allora anche io ho cominciato ad interessarmi di queste questioni durante le superiori, però sempre senza riuscire a trovare uno spazio dove potevo esprimermi su queste tematiche. Sicuramente ho continuato ad informarmi attraverso tutti i mezzi di informazione, dunque telegiornali e riviste. La scelta di giurisprudenza è legata proprio al fatto di voler acquisire delle capacità per comprendere questi temi anche in maniera più tecnica e dettagliata. Non ho mai fatto un progetto di questo tipo, è la prima volta che partecipo, ed è un modo per cercare di applicare concretamente questo mio interesse.

Francesca: essendo un tema che mi interessa perché riguarda tutti noi, mi sono sempre mossa anche autonomamente, in quanto il mio liceo non era attivo in materia. Ho avuto anche la fortuna di avere dei genitori che mi hanno sempre voluta mantenere attiva in materia di attualità. Inoltre, vorrei avere un futuro in un contesto di respiro europeo; è un grande sogno che spero che prima o poi si possa realizzare.

Perché hai deciso di prendere parte al MEP?
Denise: Perché, soprattutto grazie al mio Erasmus alla Mastritch University, ho trovato degli spunti e degli elementi di orientamento professionale futuro o anche solo di interesse immediato.
In secondo luogo ho scelto di partecipare per mettermi in gioco, perché, per esempio, ho notato che nel nostro percorso di studi non siamo abituati a parlare in pubblico, abilità che invece sono stata forzata ad applicare durante il mio Erasmus.
All’inizio infatti non mi sentivo pronta ad affrontare una situazione di public speaking, soprattutto in inglese; quando poi ho trovato questa opportunità, mi sono detta perché non mettersi in gioco dato che non ho mai fatto questo tipo di esperienza? Così ho deciso di prendere parte al MEP.

Nicolò: Già l’anno scorso avevo visto dei miei amici prendere parte a questa iniziativa, ma io purtroppo non ero riuscito ad iscrivermi alla scorsa edizione. Attraverso i racconti dell’esperienza altrui al MEP, ho ritenuto che fosse molto importante per me, a livello formativo, partecipare a questa simulazione; questo progetto infatti dà la possibilità di lavorare con persone che trattano ambiti di studi differenti dal proprio e di sviluppare delle competenze che magari sono difficili da apprendere in un percorso accademico universitario.

Jacopo: A voler essere sincero, ho deciso di iscrivermi al MEP su richiesta di alcuni miei amici che partecipavano, per avere la possibilità di fare questa esperienza insieme, divertirci e creare dei ricordi comuni. Avevo già partecipato ad altre forme di simulazione in passato, quindi sapevo già bene o male cosa aspettarmi. Ero ben consapevole che quando lo si fa con persone con cui si ha già un legame, con cui si va già particolarmente d’accordo, il tutto può essere ancora più divertente e più arricchente. Ho seguito questo stimolo e poi l’ho applicato.

Federica: Appunto, ho deciso di prendere parte a questa esperienza per applicare nel pratico le varie conoscenze ottenute in un ambito più teorico. Sicuramente anche per sviluppare delle capacità relative al public speaking e al saper esprimere meglio le proprie idee. E’ stato utile anche per vedere effettivamente come funziona un organo istituzionale come il Parlamento Europeo, e per condividere un’esperienza di questo tipo con persone, come me, interessate a questi temi.

Francesca: Ho deciso di prendere parte al MEP in quanto amici miei che hanno preso parte a questo progetto la scorsa edizione, me ne avevano parlato molto bene. Inoltre, è anche un modo per conoscere e confrontarsi con studenti di facoltà diverse: ho conosciuto molti studenti provenienti da studi internazionali e CEILS.

Ti chiedo la tua opinione riguardo a quali sono i temi principali o le tematiche più generali su cui le istituzioni dell’Unione Europea dovrebbero porre maggiore attenzione.
Potete menzionare anche i temi che vengono trattati e il lavoro che state svolgendo nelle commissioni di simulazione assegnate.
Denise: La mia commissione, che è la commissione numero 1, tratta del tema dell’immigrazione, che secondo me non è solo un tema significativo in questo momento, ma è un tema che dovremmo trattare come un problema sistematico e non temporale. Sicuramente adesso ci sono ulteriori problemi che si stanno inserendo nel panorama mondiale, non soltanto a livello europeo, come ad esempio il riscaldamento climatico e, in collegamento con il tema dell’immigrazione, i rifugiati climatici, questione su cui non abbiamo mai posto abbastanza attenzione e su cui non vi è alcuna normativa.
Questo è quello che sto trattando nella mia commissione.
Guardando i temi che stanno trattando nelle altre commissioni, collegandomi al tema del riscaldamento climatico, c’è una commissione parlerà e tratterà della tematica del fast fashion, mentre un’altra affronterà il tema del gender paygap, quindi come trovare delle normative per quanto riguarda il salario minimo oppure per stabilire una situazione di equità salariale. Altre commissioni tratteranno il tema del traffico internazionale, della tratta degli esseri umani e il tema dell’Intelligenza Artificiale.

Nicolò: Allora attualmente la commissione nella quale lavoro sta trattando la tematica ambientale con un focus sul fast fashion, ovvero sull’inquinamento causato da materiale tessile di bassa qualità. Ritengo che sia una tematica molto importante e che sia necessaria un’azione decisiva, considerando la stretta correlazione con il riscaldamento climatico. Inoltre, ritengo molto importante anche la questione dell’immigrazione. Penso che sia fondamentale fornire a queste persone che vivono in situazioni profondamente problematiche, un’accoglienza e un’integrazione adeguata, che l’Europa, ispirandosi ai pilastri fondamentali delle istituzioni sul rispetto e il riconoscimento dei diritti umani universalmente riconosciuti, dovrebbe garantire. Un altro tema che ritengo importante è la gestione delle crisi geopolitiche attuali che stanno dilagando, per le quali è necessario trovare al più presto una soluzione.

Jacopo: Allora, mi sembra opportuno specificare che io e Federica stiamo lavorando nella commissione FEM, che è la commissione che si occupa di proporre risoluzioni per ridurre il gender pay-gap. Se dovessi menzionare una battaglia che mi piacerebbe che l’Unione Europea perseguisse di più sarebbe quella relativa al polo accademico ed educativo: ovvero rafforzare e potenziare misure compensative per studenti BES e DSA o comunque creare un sistema scolastico inclusivo verso questo tipo di diversità.

Federica: Appunto, anche io partecipo alla commissione FEM, e devo dire che sono molto interessata a questo tema perché è un tema che ci riguarda nella vita quotidiana, per cui però non si tende a trovare una soluzione concreta e si tende sempre a parlarne in modo molto generico e improduttivo.
Un altro tema a cui sono molto interessata, che viene trattato in un’altra commissione, è quello dell’immigrazione, tema su cui mi tengo sempre informata, in quanto penso sia un tema difficile da risolvere e gestire e su cui bisogna conoscere molto bene i termini di cui si parla per evitare di dire delle banalità. Ritengo che sia necessario trovare delle soluzioni anche per i recenti eventi geopolitici. Sono anche interessata al tema dell’Intelligenza Artificiale, trattato da un’altra commissione.
Sono tutti dei problemi odierni che vediamo ogni giorno, per cui però spesso mancano delle risposte efficaci. Forse questo può essere un punto di partenza per cominciare effettivamente a trovare delle soluzioni.

Francesca: Assieme alla mia commissione di simulazione, tratto la questione ambientale. La tutela dell’ambiente dovrebbe essere maggiormente incentivata, tutelata e rafforzata.
Analizzare il rapporto tra Uomo e grandi carnivori è fondamentale per garantire la preservazione della biodiversità e la loro presenza in relazione il nostro progresso, ma non solo; è importante anche concentrarsi su altre questioni correlate, ad esempio il fast fashion, tema molto spinoso attualmente. Inoltre, in relazione a quello che desidero fare in futuro, sono molto interessata ai temi dei grandi conflitti, anche se non mi considero particolarmente formata in materia proprio perché sto iniziando ad interessarmi pian piano a questo tema.


Secondo te quanto è importante prendere parte a queste simulazioni, quanto dovrebbero essere promossi e pubblicizzati questi progetti e quanto è importante che vengano organizzate anche al di fuori dal contesto scolastico ed universitario?
Denise: è importantissimo che queste iniziative vengano sponsorizzate perché spesso nei licei queste iniziative non vengono menzionate. Fortunatamente ho conosciuto questo progetto attraverso l’Università e mi sta piacendo molto. Adesso ho iniziato a proporre questo progetto anche nel mio vecchio liceo dove studia ancora mio fratello.
Ritengo anche che sia importante che queste iniziative vengano promosse al di fuori dell’università in quanto può portare altre persone a coltivare questi specifici interessi e valorizzare le proprie idee.

Nicolò: Ripeto, io ritengo questa esperienza molto formativa in quanto ci permette di fare esperienza e sviluppare capacità di lavoro di squadra, di discussione e di confronto. Al di fuori delle tematiche trattate all’interno delle simulazioni di commissione, l’aquisizione di queste capacità è rilevante anche a livello personale.
Ritengo che però questa esperienza possa essere ampliata ad altre facoltà dell’Università, come ad esempio Economia, in quanto la simulazione è rivolta principalmente agli studenti di Giurisprudenza, Sociologia e Studi Internazionali. L’ampliamento ad altre facoltà è rilevante perchè ogni studente porta il proprio contributo: ho avuto l’occasione di lavorare nella mia commissione assieme ad uno studente di giurisprudenza, io avevo più competenze sulle relazioni internazionali, lui invece sulla terminologia giuridica da utilizzare nel position paper, quindi ci siamo compensati.
Penso che sia importante per gli studenti prendere parte a queste esperienze perché permette loro di toccare con mano quello che si studia ogni giorno.

Jacopo: Sono assolutamente d’accordo con l’aprire la possibilità di partecipazione al MEP a quante più persone possibile. Lo dico anche a seguito di una mia pregressa partecipazione presso altre associazioni, come ad esempio lo European Youth Parliament, un ente simile al MEP che organizza simulazioni rivolte esclusivamente a scuole superiori che aderiscono al bando; è una cosa che ho sempre trovato particolarmente ingiusta, bisognerebbe trovare un modo tramite un sistema di comunicazione wild-card che permetta la partecipazione agli studenti di tutti gli istituti.
Come ha sottolineato Federica, un’iniziativa del genere serve ad avvicinare il Parlamento europeo e le istituzioni europee ai singoli cittadini. Secondo quella che è la mia opinione, uno dei problemi dell’Unione Europea è la mancanza di soft power, cioè una vera propria identità europea che faccia sentire i cittadini legati all’Unione Europea. Sicuramente, spingere e diffondere questo tipo di progetto, può da un lato contribuire a fare appassionare sempre più le persone all’ambito pubblico dell’amministrazione europea e, dall’altro, aumentare l’affezione verso l’Europa.

Federica: Anche secondo me sarebbe importante una maggiore diffusione di questo tipo di progetti perché effettivamente, oltre al MEP, ne esistono molti altri. Spesso però, coloro che vengono a conoscenza di questi progetti sono sempre circoscritti nell’ambito di determinate scuole o università. Sicuramente dal momento che il tema delle questioni europee è un tema che riguarda tutti, penso che sia importante diffondere e ad aprire questa possibilità ad altri istituti.

Francesca: Il progetto deve aprirsi a più persone sì, ma fino ad un certo punto, nel senso che avrei paura che con un’eccessiva apertura magari non ci sarebbe questa volontà di partecipare e nemmeno un forte coinvolgimento nei confronti di temi che noi già mastichiamo quotidianamente in università.
Comunque, un’apertura al di fuori dell’ambito scolastico sarebbe importante, e una maggiore sponsorizzazione sarebbe utile. Mi sarebbe tanto piaciuto partecipare a iniziative del genere al liceo.
Io mi reputo una persona chiusa e questo progetto mi sta permettendo di far valere le mie idee, di condividerle e relazionarle a quelle altrui.

I risultati ottenuti mi hanno suscitato grande soddisfazione e orgoglio, grazie ai feedback estremamente positivi finora ricevuti. Spero sinceramente di poter dare seguito al M.E.P. presso la nostra università anche l’anno prossimo, con l’obiettivo di incrementare ulteriormente il numero di partecipanti. Una più stretta collaborazione con l’Università per ampliare la partecipazione alla simulazione rappresenta un passo significativo verso il raggiungimento dei nostri obiettivi. Nel primo anno abbiamo registrato 120 iscrizioni, mentre quest’anno siamo riusciti ad aumentare i posti disponibili fino a 150 iscritti. Sinceramente, non vedo l’ora di sapere cosa ci riserverà il prossimo anno.

Il mio invito a chi ha partecipato o ha l’intenzione di partecipare il prossimo anno, rimane
sempre quello di lasciarsi ispirare dalle persone, di essere aperti al cambiamento e di avere
una quanto più grande curiosità di crescere e migliorare l’ambiente circostante.

Discutere rumorosamente di questioni silenziose, rimane una delle più grandi opportunità e
privilegi che possediamo, e spero veramente lo possa continuare ad essere sempre più a lungo
e sempre per più persone.

Perché in fin dei conti, si tratta semplicemente di creare e avere maggiore consapevolezza di noi stessi e del mondo in cui viviamo.


Redazione

La redazione de l'Universitario è composta perlopiù da studenti dell'Università di Trento

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