Arturo e la sua Isola vanno in pensione: la storia e i progetti del protagonista del negozio senza pareti

Per gli stand in via Verdi, piazza Fiera e sul retro del Duomo e una coppola portata in testa, Arturo è una figura imprescindibile nella quotidianità di Trento. Sarà per la musica, colonna sonora durante le vendite, la chiacchierata immancabile con i clienti o il cartello verde “Chi legge non ruba. Chi ruba non legge”: Arturo, il libraio di strada, non passa inosservato e la sua Isola è un punto di attrazione per la comunità. Ed è felice di ciò che gli offre questo lavoro tanto che, quando ci vediamo, dice a chi se ne va con un libro in mano: “Questo è il mio ufficio!”, indicando le bancarelle e la sdraio azzurra con la scritta “Arturo libraio di strada. Smart working”. Qualche parola scritta in pennarello e un messaggio che di lui comunica molto.

In occasione della sua pensione, la redazione de l’Universitario ha deciso di dedicare un articolo all’Isola di Arturo e al libraio che per dieci anni, sei giorni su sette, ha animato le giornate di studenti, Trentini e passanti curiosi.

Arturo Osti nasce nel 1965 a Spormaggiore, un comune situato ad una trentina di chilometri da Trento, da genitori del luogo migrati in Argentina. Quello della sua famiglia è un passato di mobilità e sacrifici, che Arturo ha spesso sentito descrivere e che perciò non dimentica. Per questo, quando lo intervisto, è vendendo un libro ad una coppia di Brasiliani di origini venete che svela la sua storia: così l’Isola diviene ancora una volta la testimone di incontri ed esperienze di vita.

Mi confessa di non aver mai amato la scuola tanto da averci “litigato” e non nasconde che sono molti i clienti che, disorientati dalla sua professionalità e comunicazione persuasiva, gli domandano i dettagli della formazione. Tuttavia, quella del libraio è una storia diversa: se la parola è più un dono che un’abilità coltivata, conoscere libri e vinili è frutto delle conversazioni con i tanti che si recano ai suoi stand.

Anche perché nella stagione precedente la libreria errante, Arturo è stato cameriere, carrozziere e pure agente di commercio per un’azienda tedesca. Com’è giunto ai libri? Non esattamente per un’innata passione per la lettura, anche se tra tutti ci sono dei testi che porta nel cuore per la trama o il contesto in cui li ha letti: in particolare, “L’amicizia” del sociologo Alberoni e “L’Isola di Arturo” della scrittrice Morante, da cui si ispira il suo negozio senza pareti. Allora, mi racconta di aver deciso a 50 anni di cambiare professione per dedicarsi ad un lavoro nuovo e soprattutto dare una seconda vita a quei tanti fogli stampati e rilegati che, in barba al kindle, sono in fin dei conti un’invenzione intramontabile. La stessa invenzione a cui la provincia di Trento è tanto legata perché, come afferma Arturo: “I Trentini leggono tanto”. A confermare questa passione ci sono le più recenti indagini dell’ISTAT che dimostrano che nel 2022 Trento è il territorio italiano più incline alla lettura.

Ho iniziato che la libreria si chiamava “Cultura Peso”, perché vendevo gli articoli a dieci euro al kilo. Con il passare degli anni e dopo aver letto l’omonimo romanzo di Elsa Morante ho cambiato il nome dell’attività in “L’Isola di Arturo”. Ad oggi il prezzo di vendita è dettato dall’anno di stampa”. La popolarità della realtà ha permesso al libraio di avere tre postazioni in città che attirano una clientela numerosa ed eterogenea. Infatti, se la zona di piazza d’Arogno sul retro del Duomo è molto turistica, via Verdi e l’esterno del Palazzo di Sociologia sono le più studentesche. “Mentre i lettori locali” continua Arturo “mi vengono a trovare in piazza Fiera, perché fanno il Giro al Sas, la tipica passeggiata dei Trentini: partono da piazza Fiera e proseguono lungo le vie che formano un quadrato attorno a piazza Battisti, escludendo allora il passaggio in via Verdi”. Pertanto, spostarsi di qualche metro da una postazione all’altra della città porta ad identikit di clienti ben distinti.

È un sabato quando intervisto Arturo e le sue bancarelle si trovano sul retro del Duomo. Non basta una mano per indicare quanti passano a visitare L’Isola durante la prima mezz’ora di incontro. Se tante sono le categorie di clienti, altrettanto numerose e diversificate sono le loro richieste e basta poco per confermare ciò che Arturo racconta sugli acquisti dei più giovani. Infatti, dice che molti studenti passano lì per cercare vinili di cantautorato italiano o straniero: è proprio quando parliamo che delle coppie di ragazzi se ne vanno con i loro acquisti musicali. Arturo, quindi, ha imparato a conoscere bene i più giovani di cui rivela anche un’altra tendenza: “Molti di loro prendono tra le mani un libro, come potrebbe essere questo (indicando un’edizione degli anni 50). Sfogliano le pagine e le annusano.” Hanno un profumo di passato i testi venduti all’Isola: chissà su quanti scaffali sono stati riposti e da quante “orecchie” saranno state smussate le loro pagine…

Non è facile evidenziare tutte le conoscenze peculiari fatte nelle strade di Trento negli ultimi dieci anni; tuttavia, un paio di incontri sono indelebili nella memoria di Arturo. Il primo, quello con Franca Desilvestro, esperta di pedagogia alla ricerca di storie da raccontare. Dopo l’immancabile conversazione con il libraio all’Isola, sarà lei a diventare l’autrice di due libri su di lui: “Arturo libraio di strada. Cinquanta racconti” (2020) e “Ascoltami, ti racconto. Vita di un libraio di Trento” (2022). Quanto al secondo incontro, Arturo ne parla senza nascondere l’emozione. È un pomeriggio di gennaio quando un signore elegante e distinto acquista una cartina della Val di Sole al suo stand. Incuriosito dalla scelta dell’acquisto, Arturo chiede di più sulle origini del cliente e scopre un fatto eccezionale: quell’uomo è un cardiologo in pensione che aveva salvato la vita di suo padre qualche anno prima. È solo il volto del dottore ad essere anonimo al libraio, perché nella sua famiglia se ne era parlato negli anni con parole di immensa riconoscenza. Queste le connessioni create grazie dallo spirito socievole del libraio.

Non lontano dalla pensione, prevista per il prossimo maggio, Arturo ha una lista chiara di progetti per il suo futuro e quello dell’Isola. La priorità per il lavoro è trovare dei ragazzi e delle ragazze energici tra i 30 e 40 anni che rilevino la sua attività, anche perché lo continueremo a vedere in strada finché non avrà trovato un seguito per l’Isola. Per chi proseguirà la sua carriera il consiglio è quello di fondare una cooperativa e dividere il personale nelle tre postazioni a Trento. Inoltre, non di minore importanza è la creazione di un database per catalogare tutti gli ottanta mila libri che a rotazione il libraio espone sulle bancarelle.

Immancabili i progetti dedicati alla sua persona: passare del tempo con la sua grande famiglia – moglie, figlie e nipotini – girare in moto ed iniziare dei cammini. Comprendo che esclude l’idea di mettere da parte il furgoncino che per anni ha trasportato vinili e pagine di inchiostro, perché ha sempre avuto la passione per i mercatini dell’usato e di oggetti di design… chissà che non si veda in futuro una prossima versione dell’Isola di Arturo!

Il libraio conclude rivelando un altro progetto che ha mente: dedicarsi al volontariato nel sociale a Trento. Infatti, a questa città che lo ha accolto e ha imparato a conoscere sente di dare un altro contributo, magari aiutando chi vive in difficoltà… questo a conferma del fatto che Arturo, il libraio di strada, è stato più che un osservatore esterno della comunità ma un immancabile protagonista.

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