Dimostrata negli Usa la connessione fra il virus Zika e la microcefalia

TRENTO. Ora c’è la conferma. Il virus Zika può causare la macrocefalia, ed una serie di altre anomalie nei feti. Lo sostiene una ricerca statunitense, condotta dal Cdc, il Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie. Seppure il sospetto di questa connessione fosse già evidente, e suggerito pure dall’Oms, è la prima volta che si sarebbe dimostrato scientificamente la connessione fra il virus e la microcefalia (e quindi, con la testa più piccola del normale, difficoltà d’apprendimento e sviluppo).

Lo scrive anche il Washington Post, in un articolo a firma di Lena H. Sun:

«Scientists at the Center for Disease Control and Prevention conducted a careful review of existing research and agreed that the evidence was conclusive, Director Thomas Frieden said».


Zika è il nome di una foresta dell’Uganda, dove il virus è stato scoperto sul finire degli anni Quaranta. La malattia – che inizialmente colpiva solo le scimmie – si trasmette agli uomini con la puntura di un tipo di zanzara (Aedes Aegypti). Secondo alcuni esperti si potrebbe trasmettere anche per via sessuale e con le trasfusioni di sangue.

Nella maggior parte dei casi produce solo febbre, sfoghi cutanei, dolori alle articolazioni, congiuntivite ed i sintomi scompaiono da soli in pochi giorni. Ma, come detto, il rischio più grave è per le donne incinte. Comunque non tutti i bambini nati da madri contagiate hanno avuto problemi.

Il virus – per cui non esiste un vaccino – è diffuso soprattutto nel Sud America. Secondo le previsioni dell’Oms, potrebbe colpire 3-4 milioni di persone solo nelle Americhe.

Redazione

La redazione de l'Universitario è composta perlopiù da studenti dell'Università di Trento

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