Il senso della vita di Emma, promosso dal Teatro Sociale e dal Centro Santa Chiara

di Francesca Altomare
In vista della rassegna teatrale della Grande Prosa, promossa dal “Teatro Sociale” di Trento e dal “Centro dei servizi culturali Santa Chiara”, viene portato in scena lo spettacolo “Il senso della vita di Emma” della regia di Fausto Paravdino e con la collaborazione della Compagnia teatrale regionale.
Emma, questo il nome che riecheggia durante tutta la durata dello spettacolo e che assume un volto solo
pochi minuti prima che il sipario cali, lei la protagonista “senza voce” che catalizza le vite di tutti i
personaggi; madri, padri, fratelli e amici che nell’affannoso tentativo di trovare il “senso” alle vicende
stravaganti della giovane ribelle, si mostrano nelle proprie fragilità, delusioni, aspirazioni mancate. Il
desiderio di trovare una logica all’insensatezza di Emma finisce per scardinare tutte quelle comode e
artificiose convinzioni di cui ciascun personaggio si sente partecipe, rendendo Emma l’inascoltata eroina di un presunto anticonformismo. La realtà è che Emma, attraverso la rottura di un ordine solo apparente, rappresenta l’occasione per indagare a fondo l’evoluzione delle esistenze dei singoli personaggi.
“Lei dice che la ragazza del dipinto ha un bel sorriso, ma, a noi, interessa sapere da dove viene, chi è quella
persona, perché sorride, se è una persona reale o se è una modella; di quel sorriso ci importa solo se il
giorno dopo l’artista che l’ha dipinto si è impiccato, se quella donna è un’assassina o se, per qualche strana ragione, ottiene qualche miliardo di followers su Instagram. A noi interessa il perché, una ragione che non sia nel quadro e che non ci lascia apprezzare il quadro per il quadro, il quadro in quanto tale; a noi, di quella donna, se rida o se pianga, non ce ne fotte”. La frase che apre e conclude lo spettacolo sintetizza efficacemente il messaggio con il quale il regista ha intenzione di lasciarci. Durante il dispiegarsi dell’intreccio i personaggi hanno perso di vista il valore intrinseco del quadro focalizzandosi sul suo significato, hanno, cioè, perso, nell’ incessante ricerca del “senso”, la vita stessa.
Uno spettacolo intenso, commovente e che, pur lasciando molteplici spunti di riflessione, non perde l’occasione di strappare un sorriso al pubblico.

Redazione

La redazione de l'Universitario è composta perlopiù da studenti dell'Università di Trento

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