Il ddl Pillon “proposta intrisa di violenza”

In moltissime città italiane è stata una giornata di mobilitazione contro il ddl Pillon [nell’immagine in evidenza la manifestazione in centro a Trento].

Il disegno di legge è definito come una “proposta intrisa di violenza” per molteplici ragioni.
In primo luogo, la separazione sarà più dispendiosa e travagliata. La coppia dovrà sottoporsi alla mediazione familiare ad opera di un privato. La prima seduta sarà gratuita, le seguenti a carico della coppia.
In secondo luogo, viene meno il diritto di espressione del figlio minore, il quale non verrà più ascoltato e sarà costretto a sottostare al piano stabilito dal mediatore familiare, che prevede una rigida spartizione del tempo da passare con i figli.

Un altro punto contestato riguarda l’abolizione dell’assegno di mantenimento, che creerebbe una dittatura economica ai danni delle donne, le quali sono – di norma – la parte della coppia più svantaggiata economicamente.
Infine, questa proposta di legge si basa sulla violenza per garantire “l’equilibrio familiare”. È infatti obbligatoria la mediazione familiare anche nel caso di violenza e i figli minori sono costretti ad avere rapporti con il padre violento. Inoltre, la donna che denuncia la violenza subita dal marito correrebbe il rischio di decadere dalla responsabilità genitoriale poiché sospettata di manipolare i figli contro il padre.

 

di Sara Todeschini

Redazione

La redazione de l'Universitario è composta perlopiù da studenti dell'Università di Trento

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