Luci spente su Broadway, teatro di un’industria scalfita dal virus

Qualche settimana fa mi è stata inoltrata una foto della fontana di Trevi a Roma – vuota, spoglia di turisti. Non ho potuto fare a meno di sorridere all’idea che attorno alla fontana più celebre della capitale, dove ogni anno vengono buttate monetine per un valore di circa un milione e mezzo di euro, non ci fosse una folla accalcata. Mi sono bastati però pochi istanti per capire che non si trattava di uno scatto ritoccato, di una foto proveniente da uno scenario post apocalittico. Quella era proprio la fontana di Trevi oggi, scalfita dal coronavirus. E se ci fa rabbrividire vedere Roma vuota, ci è tanto più impensabile uno scenario in cui New York, la città che non dorme mai, abbia spento le proprie luci.

Eppure è questa la decisione presa lo scorso 12 marzo da Andrew Cuomo, governatore dello stato di New York. Cuomo, in accordo con il sindaco della città Di Blasio, ha imposto il limite di 500 persone per i raduni, costringendo i teatri di Broadway a chiudere. Le conseguenze sono state catastrofiche per l’economia della città a cui l’industria di Broadway contribuisce profusamente con incassi annui di quasi due milioni di dollari. Molti spettacoli, tra cui “Who’s afraid of Virginia Woolf”, la cui prima era prevista per il 9 aprile, hanno dovuto chiudere i battenti ancora prima di poter andare in scena. Come se non bastasse, alla lista degli attacchi contro l’industria del teatro si è aggiunto il rinvio dei Tony Awards, l’attesissima cerimonia di consegna dei premi per il teatro e per il musical che ogni anno si tiene a Manhattan. 

In una situazione così scoraggiante molti voti noti di Broadway si sono ben presto mobilitati. Ben Platt, ad esempio, Tony Award 2017 per il musical “Dear Evan Hansen”, ha organizzato il live Instagram  #Quarantunes in cui ha ballato e ha invitato tutti i followers a fare lo stesso dalle loro case. Lo scopo del video non era solo quello di ricordare l’importanza di restare a casa, ma anche quello di mantenere Brodway accesa dal momento che le disposizioni dello stato di New York prevedono una chiusura dei teatri almeno fino al 12 aprile.

Questo è anche l’obiettivo del giornalista Michael Kimmelman, che ha aperto sul New York Times una rubrica che mira a raccontare la città attraverso la voce di suoi cittadini: i newyorkesi parleranno dei loro posti preferiti nella Grande Mela, così da portare i lettori in un tour virtuale tra le strade di New York. “Il motivo? Semplice” spiega Kimmelman “Distrazione, gioia, conforto e una possibilità per far parlare gli edifici da un punto di vista storico, personale, profondo; un punto di vista che varia da persona a persona”. Anche il sito web di streaming BroadwayHD, che permette di guardare gli spettacoli di Broadway in versione integrale, è venuto incontro agli amanti del teatro, ricordando la possibilità di accedere gratuitamente al servizio per una settimana.

Ma oltre al fattore “crisi d’astinenza da Broadway” – che, per carità, è più che comprensibile – bisogna pensare alle conseguenze disastrose della chiusura dei teatri: la disoccupazione di moltissimi attori. Justice Moore, in un’intervista a Fortune ha riflettuto sui cambiamenti del suo lavoro di attrice in seguito alla diffusione del Covid-19. L’attrice di Hamilton, che ha invitato a restare positivi e ottimisti, ha raccontato di come alcuni suoi colleghi stiano cercando di diversificare il proprio profitto dando lezioni di canto via Skype. L’Actors Fund, associazione di beneficenza che si occupa di tutelare i lavoratori del mondo dello spettacolo, ha annunciato che pubblicherà su YouTube delle brevi performance live degli show di Broadway, invitando gli spettatori a dare un contributo volontario per aiutare gli attori. Da Broadway è partito anche l’appello a non richiedere il rimborso dei biglietti ma di donare la somma all’Actors Fund, così da sostenere i moltissimi attori, sceneggiatori, registi, tecnici, musicisti, che ogni sera – per citare il musical  ‘Something Rotten!’ – “mettono in scena uno spettacolo che (gli spettatori) non dimenticheranno mai”.

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