Fumetto: un genere minore? ‘Bloom’ di Kevin Panetta e Savanna Ganucheau

Una volta finito il libro ed averlo appoggiato sul comodino, un pensiero continuava a passarmi per la testa: in ‘Bloom’ il tema dell’omosessualità viene trattato con estrema naturalezza. Nella graphic novel , pubblicata da First Second nel 2019, infatti non ci sono scene epocali in cui il protagonista fa coming-out ai suoi genitori che rispondono cacciandolo di casa e non vengono nemmeno narrati momenti in cui si sente incompreso o diverso dai propri coetanei a causa della sua sessualità. Anche se storie di questo tipo sono importanti, in quanto possono aiutare una persona che si trova in una situazione simile a sentirsi compresa nella propria difficoltà, Kevin Panetta e Savanna Ganucheau avevano in mente un progetto diverso: volevano scrivere una storia che parlasse di personaggi già a proprio agio con la propria sessualità. Così è nato ‘Bloom’: un riuscito tentativo di scrivere la storia sì di un ragazzo gay, ma anche di un ragazzo che ama la musica, che come molti altri ha grandi progetti sul proprio futuro e che a volte è testardo e sbaglia, ma che alla fine riesce sempre a rimettersi sulla buona strada. E, cosa che raramente si trova nelle rappresentazioni di personaggi LGBT in libri e film, la sessualità di Ari è solo una componente marginale del suo personaggio, non è quella a definirlo.

Il protagonista di ‘Bloom’ è per l’appunto Ari Kyrkos che, appena finito il liceo, non vede l’ora di lasciarsi alle spalle East Beach, la piccola cittadina di infanzia, per trasferirsi nella grande città e intraprendere la carriera di musicista con la sua band. Già all’inizio della graphic novel però, Ari incontra un ostacolo alla realizzazione del proprio sogno: al matrimonio di sua sorella questa lo prega di aiutare gli anziani genitori nella gestione della pasticceria di famiglia, dato che lei non vivrà più con loro e non potrà più occuparsene. Ari accetta riluttante e stringe un patto con il padre il quale gli promette che, se riuscirà a trovare un valido aiuto per il negozio di famiglia, lo lascerà andare con gli amici ad inseguire il suo sogno. Dopo numerose interviste – a cui parteciperanno candidati improponibili tra cui un giovane che dice di voler lavorare in pasticceria per le ciambelle gratis -, Ari incontrerà per caso Hector, un ragazzo che dopo un periodo all’accademia di cucina ha deciso di interrompere momentaneamente gli studi per fare un po’ di pratica e per tornare nella città della defunta nonna per sgomberare la sua casa dopo il funerale. Così i due si metteranno ai fornelli per portare la pasticceria della famiglia Kyrkos fuori dalla situazione precaria e Hector farà capire ad Ari che lavorare nel negozio dei genitori non è poi così male.

La storia di Ari è il frutto della collaborazione tra Panetta e Ganucheau, che al momento della progettazione della graphic novel, in un periodo ancora pre-pandemia in cui lavorare a distanza sembrava più inusuale di quello che ci appare oggi, vivevano l’uno a Washington DC e l’altra a Melbourne in Australia. Pur lavorando in due città diverse, il duo è riuscito a realizzare un prodotto coeso e che nella sua semplicità è del tutto particolare. Dalle tavole di ‘Bloom’ spiccano i toni cerulei che creano un’atmosfera allo stesso tempo nostalgica e piena di freschezza, perfetta quindi per una storia di crescita e di formazione ambientata in estate in una città in riva al mare. ‘Bloom’ è dunque proprio questo, la storia della crescita di Ari che, mentre inizialmente guarda alla professione del padre con sdegno e crede che questa non sia nulla rispetto al proprio sogno di far parte di una famosissima band, riesce, grazie all’aiuto delle persone che lo amano, a superare i propri pregiudizi. Il titolo stesso della graphic novel – ‘bloom’ in inglese significa ‘fiorire’ – allude alla maturazione del protagonista, ma non solo: anche allo sbocciare della relazione tra Ari e Hector, che da amici diventeranno qualcosa di più; inoltre richiama i boccioli e i petali che decorano qua e là le pagine del libro. Infine ‘bloom’ nel lessico culinario indica i solchi che si formano sulle pagnotte durante la loro cottura e quindi allude all’importanza della cucina nella graphic novel.

Sfogliando le pagine del libro, che è suddiviso in quattro parti (giugno, luglio, agosto e dicembre), si può notare già ad un primo sguardo la frequenza di tavole che raffigurano la famiglia Kyrkos e Hector intenti a seguire le indicazioni di una ricetta. I movimenti dei personaggi sono così realistici e autentici che chi conosce alcune basi di cucina potrà sicuramente confermare che leggere quelle pagine è quasi paragonabile ad assistere uno chef preparare un dolce davanti ai propri occhi. Che la cucina non sia solo un elemento di sfondo nella graphic novel si nota anche dal fatto che gli ingredienti e la loro quantità sono spesso riportati. Entrambi gli autori del libro si sono inoltre informati sulle preparazioni dei dolci guardando video su YouTube e Kevin Panetta ha rivelato in un’intervista al sito Comicsbeat di aver provato lui stesso ogni ricetta contenuta nel libro. Panetta ha tra l’altro dichiarato di aver voluto inserire alla fine del libro tutte le ricette che i personaggi seguono, in un formato che consentisse ai lettori di seguire le indicazioni, ma per problemi logistici alla pubblicazione del libro, è stata lasciata solo una ricetta, quella del pane della famiglia Kyrkos. 

Anche la musica sta molto a cuore ai due autori, che a una delle prime sessioni di lavoro hanno concordato sull’inserimento nella storia di questa tematica, dato che entrambi suonano il basso. Il lettore si perde così tra pasticceria e musica e, quando arriva alla scena del coming out del protagonista, quasi non se ne accorge. E questo avviene sia grazie al modo in cui è formulata la scena (il protagonista non dirà mai di essere gay) sia grazie alla reazione dei personaggi, che non ingigantiscono la questione e prendono la confessione del tutto implicita del protagonista per normalità. In questo modo, ‘Bloom’ riesce a sorprendere non solo dando visibilità alle minoranze – basti pensare ai numerosi personaggi di colore e LGBTQ nella storia -, ma soprattutto perché presenta queste come parte della società e non come qualcosa che necessita di una spiegazione o di essere annunciato. 

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. Maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi