POPLAR 2021: L’imperativo è vivere! L’intervista a “La Rappresentante di Lista”

La Rappresentante di Lista è tornata al Poplar ed ha fatto ballare tutte e tutti più di prima. La band ha chiuso la prima serata del festival, nonché il suo tour estivo, in un tripudio di energia, entusiasmo e fuochi d’artificio: sono il premio “Nilla Pizzi”, per la migliore interpretazione, dello scorso Festival di Sanremo e non hanno affatto tradito le aspettative, anzi. Il loro staff è riuscito a farli scendere dal palco e noi a scambiare quattro chiacchere con Veronica Lucchesi e Dario Mangiaracina, i due volti della band…

Ciao! Com’è stato tornare a Trento e chiudere qui il tour?

Veronica: “È entusiasmante tornare qui dopo 2 anni, con tutto quello che c’è stato nel mezzo, e ritrovare un pubblico così caloroso, che da subito ci ha accolti a braccia aperte. È un’energia che ci portiamo dietro…

Dario: “…e servirà per questa pausa, che non sappiamo quanto durerà. Per noi è stata una serata pazza. Noi siamo legati al teatro, dove l’ultima replica è la replica degli scherzi, quindi il nostro staff ci ha preparato delle sorprese inaspettate: fuochi d’artificio e torte in faccia

A proposito di lunga pausa, “My Mamma” è un disco molto emozionale, psicologico, e Dario in un’intervista diceva che il disco vuole trasmettere “una crescita”. Quanto di questa ricerca introspettiva, nella vostra musica, è dovuta al lockdown e alla crisi pandemica?

Veronica: “Noi alle porte del 2020 ci siamo ritrovati senza un tour e chiusi a casa…

Dario: “…con tanto tempo per pensare…

Veronica: “Dopo un po’ è nata la necessità di scrivere. Sia “My Mamma” sia il libro che uscirà a breve sono frutto di riflessioni, che già si muovevano dentro di noi, ma che sono uscite durante il lockdown ed hanno preso un corpo diverso dopo esserci riuniti con la nostra band.

Dario: “Durante quel momento di stop, che abbiamo sempre sognato tutti, ci piaceva pensare ad un parallelismo tra i riflettori che abbiamo abbandonato e la riflessione che stavamo attraversando

Come dei riflettori su voi stessi!

Dario: “Esatto! Dei riflettori sulla nostra coscienza che ti portano a ragionare sulle cose che si possono cambiare in meglio: il tema della natura, della collettività. La distanza ti fa necessariamente pensare alla necessità di ritrovare un incontro e degli spazi di confronto. “My mamma” nasce da questi ragionamenti

Fermandoci sul cambiamento, ricorre nel disco il tema del sogno: per voi è una fuga dalla realtà o il primo passo per vivere liberamente?

Veronica: “Per me evadere dalla realtà fa parte della realtà stessa: uscire dalla visione unica della società ma rimanendo presente, anche quando scegli di sognare!

Dario: “…è un punto di vista che portiamo anche nel libro, dove la protagonista sogna tanto perché i sogni sono delle intuizioni, dei momenti in cui scavi dentro di te, e se hai la fortuna di ricordarti o semplicemente di riflettere su ciò che si è sognato capisci qualcosa in più. Non a caso si dice “sognare un mondo migliore” perché è l’intuizione al di là di ciò che ti circonda!”

Verissimo! Il videoclip di “Amare” è stato girato presso i Cantieri Culturali Zisa mentre il video di “Vita” è stato realizzato al MAXXI di Roma e anche stasera, sul palco, avete ricordato quanto sia importante che la musica ridiventi nostra. Quanto, dei vostri messaggi, è dovuto al Covid oppure a delle vostre consapevolezze?

Veronica: “Sono scelte ragionate perché per noi bisognerebbe ampliare lo spazio dell’arte, per non rimanere confinati all’interno di una realtà univoca, immaginare altro, sognare, rappresentare qualcosa di nuovo e superare i nostri filtri sul mondo. L’arte ti mostra quegli aspetti del reale che sono a portata di mano e ci rendono vivi, presenti e ci ricordano quanto sia importante avere una coscienza critica e un’intelligenza emotiva utili per formare delle persone migliori che si muovono nel mondo

Dario: “L’arte è quasi sempre comunità, cioè è quasi sempre qualcosa di cui fruiamo non da soli ma collettivamente. Ad esempio puoi leggere un libro da solo ma la vera ricchezza è condividerne il contenuto con altri e, pensandoci bene, non sono tante le cose che condividiamo veramente con gli altri. Più condividiamo, più creiamo collettivo e più abbiamo la possibilità di cambiare le cose”.

A noi non resta che condividere queste parole!

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