Su a Candriai (e alla Malga)

di Niccolò Bonato e Francesco Moreschi

In questa nuova puntata della rubrica realizzata in collaborazione con la Rete di Riserve Bondone parleremo del percorso svolto dalla nostra associazione (e non inserito nel sito della Rete di Riserve) da Sardagna a Candriai, con tappa alla malga Candriai

Per chi non la conoscesse, Candriai è una località di bassa montagna (circa 1000 m s.l.m.) ai piedi del monte Bondone, crocevia di molti sentieri e utilizzata come base d’appoggio per numerose escursioni o per sport invernali sul Bondone.

Si parte prendendo la ben nota funivia sul lungadige (il cui utilizzo è gratuito per i possessori della libera circolazione) per raggiungere Sardagna. Appena scesi, ci si può dirigere alla “Busa degli Orsi”, terrazza panoramica dalla quale si può ammirare la Valle dell’Adige e che prende il nome dagli animali lì ospitati fino a una trentina di anni fa. Successivamente, ci si dirige verso il centro del paese e, una volta passata la cappella di San Rocco, ci si dirige a sinistra verso Via Alto Sasso. Alla rotatoria (ove si vedrà una fermata dell’autobus) si continua per pochi metri sulla SP85 fino a trovare un pannello illustrativo a sinistra della strada che indica l’inizio del percorso. Da qui in poi basterà seguire i cartelli indicanti la direzione verso Candriai, dove si troverà infine l’omonima malga.

Una variante più breve di questo percorso è prendere l’autobus extraurbano B202 con direzione Viote e scendere alla fermata “Sardagna tornante SP85”, proseguire sulla strada provinciale per un centinaio di metri fino ad arrivare ad un pannello illustrativo sulla destra che indica l’inizio del percorso per salire a Candriai.

Per giungere alla malga il percorso dura circa un’ora (ma anche meno, se non siete dei pigroni poco allenati come noi) con circa 400 metri di dislivello. Ci si può fermare quindi alla malga Candriai, gestita dalla sig.ra Danila Frizzi e la sua famiglia, che ci hanno gentilmente accolto (e sfamato). Qui si può godere di un ambiente ameno, immerso nel verde, con una vista niente male sulla Valle dell’Adige e sul gruppo della Paganella. Si possono assaporare le specialità nostrane che la malga ha dà offrire, tra cui la deliziosa crostata di ciliegie appena sfornata che ci ha resi ancor più di buon umore. Siamo stati anche accolti calorosamente dai numerosi e tenerissimi animali che popolano la malga, essendo questa anche un’azienda agricola. Si possono trovare mucche, capre, pecore, asini, polli e conigli. Spiccano poi due lama che, se si ha fortuna, si possono vedere saltellare contenti e spensierati. Chiedendo alla proprietaria, si può accedere alle varie aree per poter accarezzare questi morbidissimi animali, tutti più che disponibili a farsi coccolare (tranne uno dei lama, un po’ snob e incline all’attività prediletta della sua specie: sputare). Consigliamo anche di fare attenzione alle scarpe perché ad alcuni di questi animali piace mordicchiarle (parliamo per esperienza!). Infine, la malga organizza anche attività didattiche per i più piccoli delle scuole elementari, per far conoscere loro gli animali e la flora locale. 

Per chi non volesse tornare a piedi a Sardagna, l’autobus B202 passa anche per Candriai e arriva fino a Trento. Per chi invece volesse fare un percorso immerso nel verde e nel foliage autunnale, può seguire il Sentiero dei Castagni, un percorso ad anello che inizia e finisce a Sardagna. Come suggerisce già il nome, l’elemento caratterizzante di questo sentiero è la presenza di splendidi castagni, tra cui alcuni addirittura secolari (certi superano i 500 anni di vita!). Questa specie cresce solitamente in zone collinari e montuose, tra i 300 e i 1000 metri. In passato la coltivazione di castagne era essenziale per l’economia locale del quartiere di Sardagna. Soprattutto in questo periodo si possono trovare ai piedi di questi alberi molti frutti, che purtroppo possono essere raccolte solo dai residenti della zona. Lungo il percorso si possono ammirare, oltre ai già citati castagni, anche numerosi noccioli, carpini, faggi e aceri campestri, che danno alloggio a numerose specie animali.

Tra le diverse specie abbiamo potuto osservare attentamente, grazie anche alla saggia guida della Rete di Riserve, il Ciclamino delle Alpi (Cyclamen purpurascens), pianta perenne e tossica, e il Colchico d’autunno (Colchicum autumnale). Quest’ultima pianta è molto simile allo zafferano, ma attenzione a non confonderle: il Colchico è altamente velenoso e mortale per l’uomo. Perciò attenzione, a meno che non vogliate preparare un risotto alla milanese buono da morire.

In definitiva, i percorsi fin qui illustrati sono relativamente semplici e soprattutto vicini, essendo raggiungibili solo prendendo la funivia di Sardagna. Vale la pena percorrere questi sentieri ricchi di alberi secolari, soprattutto in autunno, quando si possono ammirare i favolosi colori del foliage. Tappa fondamentale anche la malga Candriai. Per cui, se volete passare un pomeriggio immersi nella natura, coccolare teneri animali e gustarvi deliziosi piatti locali, sapete dove andare. 

Alla prossima avventura!

Redazione

La redazione de l'Universitario è composta perlopiù da studenti dell'Università di Trento

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