Diet Culture e il (delicatissimo) equilibrio tra social e realtà

Una dieta equilibrata può essere definita come un regime alimentare corretto, bilanciato dal punto di vista dei nutrienti: qualcosa, quindi, in grado di fornirci la giusta quantità di energia, il carburante di cui abbiamo bisogno per affrontare la giornata.

La concezione della parola dieta che va per la maggiore ha però una connotazione ben diversa, perché le si riconosce troppo spesso un solo scopo: dimagrire. Il nostro ideale di bellezza, per quanto negli ultimi tempi si stia cercando di invertire la tendenza, resta comunque un fisico estremamente magro e asciutto praticamente irraggiungibile. Parlando con dottori ed esperti in nutrizione, però, è chiaro che lungi da un’eccessiva magrezza corrispondere al ritratto della salute e che, anzi, essere sottopeso è una condizione patologica.

Nel mondo in cui viviamo, tuttavia, dove è ormai facilissimo raccogliere e scambiare informazioni, si finisce quasi sempre per tralasciare le basi scientifiche di una corretta nutrizione. Ci si affida a soggetti esperti solo all’apparenza, che pretendono di mostrare diete facili, veloci ed “efficaci” per raggiungere la forma fisica desiderata: parliamo della cosiddetta diet culture, sempre più diffusa su tutti i social, Instagram al primo posto. Questo termine indica la “celebrazione” di una dieta ideale perfetta, senza sgarri, capace di far raggiungere gli irrealizzabili standard di bellezza fisica che vivono ormai nell’immaginario collettivo e responsabile, inoltre, della diffusione dell’idea per cui sia d’obbligo seguire un regime alimentare perfettamente equilibrato.

Far parte di quella che viene chiamata la eating healthy community nei social ha senz’altro dei risvolti positivi da non tralasciare: si è incoraggiati, infatti, a mangiare più sano, a consumare maggiormente frutta e verdura, a preferire i prodotti naturali a quelli eccessivamente raffinati e, infine, a prendersi cura di sé, del proprio corpo e della propria forma fisica.

Il vero problema, verrebbe da dire, sta nell’incapacità dell’utente di mediare fra gli standard irrealizzabili che gli vengono proposti e la realtà dei fatti, che è molto più complessa e articolata di come appare sul web. Qui troviamo, infatti, contenuti editati: quasi nulla di ciò che vediamo sui social è autentico e, sicuramente, ciò vale in primis per la “perfezione del corpo”. L’effetto della diet culture, che può manifestarsi in casi più o meno gravi, è quello di condurre troppo spesso all’eccesso: si è invogliati a puntare ad obiettivi irraggiungibili la cui ricerca può finire nell’esasperazione e nello sviluppo di vere e proprie ossessioni e, quindi, patologie.

Ci sarebbe molto altro da dire sul tema e, soprattutto, sul rapporto che esso ha con i disturbi del comportamento alimentare, ovvero malattie che, secondo le stime più recenti, solo in Italia colpiscono circa due milioni di giovani. Certamente non è facile, su due piedi, dare una risposta per arginare un problema tanto articolato. Fatto sta, però, che questo sta assumendo una piega sempre più rilevante ed é fondamentale mantenere vivo il dibattito, facendo così in modo che le questioni di cui sopra emergano alla luce del sole e vengano considerate in tutta quella gravità che le caratterizza di cui, in primo luogo le istituzioni educative e culturali, ma anche la società e gli stessi utenti dei social dovrebbero occuparsi un po’ di più.

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