CHECKPOINT PROMESSE

Come si può giudicare in modo obiettivo l’operato di un Governo?

Quando si può dire che un esecutivo ha raggiunto i suoi obiettivi? L’idea che è venuta a un piccolo gruppo di studenti universitari e neolaureati è stata di monitorarlo attraverso le promesse fatte agli elettori. CheckPoint Promesse nasce così nel luglio del 2018, poche settimane dopo il giuramento del governo Conte. Abbiamo iniziato stilando una lista di 100 promesse, a cui se ne sono aggiunte alcune altre, fatte da esponenti di Lega e 5 Stelle in campagna elettorale o presenti nel contratto di governo, e scegliendo quattro verdetti per definirle: in attesa, in corso, mantenute e non mantenute. Basandoci su fonti autorevoli, e grazie a dossier e ai siti di Camera e Senato, seguiamo i lavori di Governo e Parlamento come osservatorio indipendente, aggiornando passo passo i nostri verdetti. Un obiettivo ulteriore, poi, è quello di presentare con infografiche e report specifici lo stato delle promesse. Tutti gli aggiornamenti, le schede grafiche e gli approfondimenti sono pubblicati su checkpointpromesse.it e sui nostri canali social.

Le promesse dopo un anno

A quasi un anno dall’inizio del governo, e dopo avere allargato la squadra a nuovi componenti da tutta Italia, possiamo estrapolare una visione di insieme dal nostro monitoraggio – aggiornata ad aprile 2019. Su 104 promesse in esame, il 23% sono ancora in attesa di ricevere attenzione, il 43% sono in corso, ovvero c’è un disegno di legge o un decreto che le riguarda, il 14% possono già dirsi non rispettate, mentre sono il 24% quelle finora mantenute dal governo. Quest’ultimo dato sale se consideriamo solo le promesse messe nero su bianco nel Contratto di Governo Lega-M5S: sono il 29%.

Il governo Conte si è per adesso impegnato molto nei temi connessi all’economia: le promesse relative al mondo del lavoro sono state mantenute per l’80%, quelle che riguardano le pensioni per il 67% e quelle sulle tasse per il 57%. Alcuni esempi sono il ritorno dei voucher e della cassa integrazione per cessazione, e gli incentivi per i giovani, tutte misure contenute nel Decreto Dignità, voluto da Di Maio. Mantenuta anche la promessa sulla pace fiscale a marchio Lega. Le ultime promesse bollinate come rispettate riguardano ancora le pensioni, il welfare e la giustizia. Con l’approvazione del Decretone il governo ha dato il via libera a pensioni e reddito di cittadinanza e a quota 100 (la parziale riforma della legge Fornero), e il giorno seguente è stata la volta della legge che riforma la legittima difesa e che inasprisce le pene per rapine, furti e scippi. Poca l’attenzione dell’esecutivo invece per gli esteri: il 71% delle promesse sono ancora in attesa.

Un altro dato curioso: le 7 promesse per l’istruzione e la ricerca sono tutte in corso, nessuna è stata disattesa, ma nessuna può nemmeno dirsi già mantenuta. Tra i propositi non rispettati spiccano invece la chiusura dell’Ilva, il taglio delle accise sulla benzina e la flat tax. Spostando l’attenzione sull’incidenza dei vari temi sul totale delle promesse, il maggior numero di quelle monitorate riguarda la giustizia, 13, seguite dallo sviluppo economico, con 9. Sette promesse riguardano invece le tasse, l’istruzione, gli esteri e l’Ue e l’immigrazione. I temi con meno promesse che li riguardano sono invece il turismo, i costi della politica e gli enti locali e autonomie, tutti con due a testa.

di Tommaso Meo
e Marco Interdonato
di CheckPoint Promesse

Redazione

La redazione de l'Universitario è composta perlopiù da studenti dell'Università di Trento

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