Tutored, al passo coi tempi

È una domanda un po’ scomoda, e tuttavia inevitabile. Può presentarsi mentre siamo sul bus di prima mattina, introducendosi nei fumi del sonno e del caffè mentre stiamo andando a lezione (per i pochi che, di questi tempi, hanno lezione in presenza). Ma può sbucare anche la sera, intrufolandosi insidiosa fra le chiacchiere con gli amici; oppure dopo un esame fallito, quando il bilancio che stiamo facendo su un voto insufficiente ci porta, dopo una cascata di domande che per etichetta chiameremo “saghe mentali”, all’infausto quesito: cosa farò dopo l’Università?

Ecco, se Tutored non fornisce la risposta, quantomeno è un’ottima bussola per orientarsi.

Cos’è Tutored?

Tutored è una piattaforma che funge da punto d’incontro digitale fra studenti universitari, neolaureati e aziende. Start-up che vede la luce nel 2014 per opera di Gabriele Giugliano, Nicolò Bardi e Martina Mattone, originariamente Tutored era nato come un social network per mettere in contatto studenti di tutta Europa per scambiarsi informazioni di vario genere (uno studente poteva cercare, insomma, un tutor a cui rivolgere le domande che gli interessavano). Ad oggi, Tutored è soprattutto un’app di spicco per il recruiting e l’employer branding, che collabora con oltre 250 aziende.

Ma Tutored non supporta solo l’inserimento nel mondo del lavoro di studenti e neolaureati: offre anche numerosi webinar informativi, organizzati in collaborazione con aziende e professionisti del mondo del lavoro, e masterclass formativi, utili per acquisire competenze e conoscenze basiche richieste dal mercato lavorativo.

Il format di questa app, come ci tiene a sottolineare Gabriele Giugliano in un’intervista concessa a Wired nel 2016[1], è quello di un vero e proprio social network. Il target di Tutored è un pubblico giovanile, abituato al mondo dei social e alla rapidità di comunicazione e di scambio di informazioni che questo universo porta con sé. Non solo la modernità delle proposte, ma anche la forma in cui sono veicolate rende Tutored una start-up al passo coi tempi.

Dopo questa breve introduzione a Tutored, che invito chiunque ad approfondire, vi lascio alla mia intervista a Gabriele Giugliano, CEO e co-fondatore di Tutored.

Ciao Gabriele, innanzitutto ti ringrazio per la disponibilità all’intervista. Partiamo subito in quarta: 3 consigli che ti senti di dare a un universitario per il suo percorso formativo. Cosa consigli di fare per ottimizzare al massimo il proprio percorso formativo?

Allora, il primo consiglio che mi sento di dare a qualunque universitario, indipendentemente dalla facoltà che frequenta, è quello di acquisire alcune hard skill, anche e soprattutto attraverso corsi ed esperienze extra-universitarie. Uno dei modi migliori per acquisirle, e senz’altro fra i più apprezzati, è il learning by doing, l’imparare attraverso il fare: il percorso curriculare, che costituisce sicuramente la parte più importante della vita di un universitario, può e deve essere arricchito attraverso esperienze formative in cui mettersi in gioco. Certamente il mondo del lavoro cerca anche risorse dotate di soft skill, ma nel competitivo mercato che aspetta al varco ogni studente, un candidato con delle competenze hard parte sicuramente con una marcia in più. Per fare un esempio concreto di hard skill da acquisire, non si può che citare la conoscenza del pacchetto Office, la cui buona padronanza non è così scontata come si crede.

Il secondo consiglio che voglio dare è quello di cercare di non allungare troppo i tempi per laurearsi: molte aziende, anche se ovviamente non tutte, guardano quasi più al timing che uno ha impiegato a laurearsi, che al voto di laurea. Rispettare una scadenza come quella della laurea è sicuramente un indice di affidabilità.

Il terzo consiglio è sicuramente quello di avere un impatto internazionale: è quasi data per scontata, nelle richieste del mercato di oggi, una buona padronanza dell’inglese, e spesso e volentieri negli annunci di lavoro compaiono una o più lingue fra il francese, il tedesco e lo spagnolo, accanto alla voce nice to have. Inoltre, è molto importante anche vivere delle esperienze all’estero: il dimostrare, all’interno di un CV, di essersi messo in gioco in un’esperienza formativa all’estero, è sicuramente un “qualcosa in più” che in sede di colloquio può far la differenza.

Ora vorrei passare a una domanda un po’ più generale: cosa pensi che possa offrire Tutored a uno studente universitario, per la ricerca di lavoro e per la propria formazione professionale?

Sicuramente Tutored, da un punto di vista di Value Proposition nei confronti degli utenti, è dotata di un algoritmo in grado di orientare uno studente, attraverso la personalizzazione del proprio profilo, a tutte quelle aziende, quei contenuti, quelle opportunità di carriera in linea col suo percorso di studi.

Naturalmente un ingegnere informatico sarà interessato a una certa gamma di sbocchi, un laureato in Studi internazionali a un’altra e così via. Il valore aggiunto di Tutored è di riuscire a orientare ogni studente secondo le sue esigenze e competenze.

Un’altra qualità della nostra piattaforma è che ti consente di effettuare in modo molto semplice una candidatura. È possibile, infatti, creare un CV digitale direttamente su Tutored, ed inviarlo per una candidatura alle aziende che in quel momento stanno cercando una figura professionale come la tua.

Da un punto di vista formativo, Tutored offre inoltre numerosissimi webinar e masterclass[2] in diretta, tutti gratuiti, e che possono far scoprire allo studente tutta una serie di skills su cui puntare per il proprio futuro, o per farsi un’idea degli sbocchi professionali adatti alla sua laurea, da scoprire e approfondire a seconda dei suoi interessi e delle sue curiosità.

Ora vorrei farti una domanda che magari incuriosisce di più il sottoscritto, ma sono sicuro anche una buona parte dei nostri lettori: a un laureato in discipline umanistiche, quali sono le esperienze che consigli di fare durante il proprio percorso di studi? E quali sono gli sbocchi professionali su cui puntare?

Sicuramente chi fa parte del mondo degli studi umanistici ha varie opportunità: un minimo comun denominatore è sicuramente quello della scrittura e della comunicazione, in varie forme. Ad oggi lo studente in materie umanistiche ha un’opportunità che in passato non aveva: può scrivere articoli, creare blog, curare siti, lavorare nell’informazione e nella divulgazione culturale, e sfruttare quindi concretamente le conoscenze che può trarre dai suoi studi.

Qualsiasi facoltà uno scelga, l’importante è avere ben chiaro un ROI, un ritorno d’investimento: una persona che per esempio voglia diventare giornalista ha la possibilità di confrontarsi e misurarsi con un audience che è potenzialmente il mondo.

Per un umanista, all’interno della realtà aziendale, oltre al mondo della comunicazione c’è anche il mondo HR, dove le soft skills sono fondamentali. Le cosiddette soft skills possono magari sembrare dei valori astratti, quando le leggiamo su un curriculum. Tuttavia, una volta che si lavora sul campo, bisogna dimostrarle concretamente. Inoltre, conosco molte persone che provengono da studi umanistici che sono poi diventati grandi sviluppatori di app e siti internet. Insomma, “è tutto aperto” se uno si vuole mettere in gioco.

Dal generale passiamo ora al particolare: vorrei chiederti una tua opinione sull’università italiana. Secondo te dovrebbe essere “più aperta” al mondo del lavoro? Si parla spesso del fatto che c’è un gap da colmare, rispetto alle università di altri Paesi, in merito alla connessione che l’Università italiana ha con il mondo del lavoro. Pensi che Tutored, da punto di incontro digitale fra studenti, neolaureati e aziende, possa essere un veicolo per il cambiamento?

Ottima domanda. Cerco di risponderti a partire dalla missione che noi (Gabriele, Martina e Nicolò, N.d.R.) ci siamo proposti quando abbiamo fondato Tutored. Noi abbiamo creato e sviluppato il nostro progetto a partire dai problemi che avevamo all’Università e la connessione fra essa e mondo del lavoro era uno di questi. Fra i nostri intenti c’è quello di creare un ponte fra queste due realtà, che ad oggi in molti atenei e facoltà (anche se non tutte) è ancora troppo stretto.

Tutored si immagina un mondo dove non esisteranno più gli uffici di piazzamento, e in cui l’alternativa per entrare nel mondo del lavoro sarà un piazzamento digitalizzato, tramite servizi dedicati; e Tutored, anche per facilitare questa connessione, vuole essere quell’alternativa.

Ciò detto, non stiamo parlando di un problema solo italiano. Anche in Francia, Spagna e Germania ho potuto notare che, per quanto alcune Università offrano degli ottimi career service, c’è un certo mismatch fra studenti e mondo del lavoro. Questa discrepanza è data prevalentemente da una mancanza di innovazione, che fa sì che molte Università, specialmente in Italia, non riescano a stare al passo coi tempi.

Grazie mille Gabriele. Sempre in relazione all’Università, vorrei farti una domanda sui rapporti che Tutored intrattiene con gli atenei italiani: voi avete fatto qualche progetto in comune con le Università, in Italia e in Europa? Avete intenzione di crearne in futuro?

Specialmente in questo periodo di pandemia abbiamo collaborato con alcune Università per trasformare il loro career-day da offline a online, direttamente su Tutored. Per esempio, di recente l’Università di Brescia ha organizzato il proprio career-day interamente su Tutored: oltre 950 studenti vi hanno partecipato e si sono interfacciati in tempo reale con le aziende che tenevano i webinar; gli studenti hanno mandato la propria candidatura, e i recruiter li hanno selezionati per un colloquio, che si è tenuto il giorno stesso in una virtual-room dedicata, anch’essa su Tutored.

Altre realtà con cui lavoriamo e abbiamo lavorato sono gli Osservatori del Politecnico di Milano, la Business School ESCP, la Bicocca di Milano. Quello che abbiamo notato è che solo le università, per così dire, più “smart” si sono aperte a questo cambiamento. Noi siamo qui: le aspettiamo tutte a braccia aperte.

Hai qualche considerazione sull’Università di Trento?

A me la realtà dell’Università di Trento piace molto. Nei nostri progetti futuri c’è quello di aumentare la nostra presenza in questo ateneo, perché effettivamente notiamo un’ottima preparazione degli studenti che vi si laureano; è senz’altro un’università di Serie A, che promuove molto l’internazionalizzazione dei propri studenti.

A tal proposito, vorrei farti un’ultima domanda, sempre sul tema “esperienze all’estero”: quanto pensi che sia importante l’Erasmus, rispetto ad altri tipi di esperienza all’estero?

Personalmente penso che l’Erasmus sia una delle molte esperienze che uno studente può fare all’estero. Secondo me avere la maturità di mettersi in gioco durante l’estate in un paese straniero per fare dei corsi, imparare una lingua o anche lavorare, è qualcosa d’importante, senza che uno faccia necessariamente l’Erasmus. Rimane importante il fatto che “colorare” il proprio CV di una o più esperienze all’estero sia importante, formativo e, aggiungiamolo pure, molto divertente.


[1] https://www.wired.it/economia/start-up/2016/09/22/tutored-linkedin-studenti/

[2] Nota per chi non conoscesse i due termini: un webinar è un incontro online in cui una persona parla di una competenza, di un’azienda o di un lavoro, dalla durata abbastanza limitata (circa un’ora). Una masterclass è invece un percorso un po’ più strutturato, fatto di più appuntamenti online, finalizzati all’acquisizione (o almeno alla familiarizzazione) di una competenza, in cui di solito ad una parte teorica segue una parte pratica.

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