“There is no alternative”

“Adesso leggo qualche articolo su come i miliardari in Italia siano aumentati a causa della pandemia, ma non è certo colpa di essa: è l’Occidente che ha preso quel giro lì. È tutta colpa di Margaret Thatcher e Ronald Reagan: che brucino all’inferno. Da allora il mondo è andato in quella direzione lì”. Sono queste le parole del Professore Alessandro Barbero, noto storico, durante un’intervista a Propaganda Live. Ma i risultati della ricchezza della popolazione attuale sono davvero il prodotto della politica della Iron Lady, oppure è la pandemia che ha svoltato l’economia?

Appassionata alla politica e al partito conservatore, la Thatcher comincia a far carriera a soli 25 anni, a 44 è eletta Primo Ministro fino a diventare, 5 anni dopo, leader del partito conservatore. Le sue idee e il suo carattere deciso le valgono l’appellativo di Iron Lady: una politica di ferro e di libero mercato. Margaret Thatcher ha idee molto chiare: un nuovo modo di intendere l’economia, che troverà un prezioso alleato d’oltreoceano: Ronald Reagan. 

Le politiche economiche della Thatcher si basavano sul presupposto della trickle down economy: se i ricchi beneficiano di una tassazione più lieve, l’effetto che si produce è quello di creare ricchezza e benessere per tutti, comprese le classi sociali più derelitte. L’intuizione, ancora oggi valida, è che per redistribuire la ricchezza occorre prima crearla. La Thatcher mise mano al sistema fiscale, aumentando la tassazione indiretta e riducendo quella diretta. Si trattò di scelte economiche mirate ad accentuare la disparità: i ricchi divennero molto più ricchi e i poveri relativamente più poveri. La soluzione economica thatcheriana divenne la ricetta della nuova destra: meno spesa pubblica, liberalizzazioni, più concorrenza, privatizzazioni, etc…

Dunque, l’adozione di queste politiche, secondo Barbero, è causa di maggiore disuguaglianza odierna. Tuttavia, secondo altri non è colpa della Thatcher, ma del periodo pandemico che lo stesso professore sottovaluta. In particolare, l’economista francese Thomas Piketty afferma: “Assistiamo alla necessità di più servizi pubblici e più investimenti, ci stiamo rendendo conto che non avevamo investito abbastanza nella sanità. Non chiedo una tassazione più aspra, ma una ridistribuzione delle opportunità finanziarie in modo che i giovani abbiano nuove opportunità”. Ospite al Festival dell’Economia 2021 svoltosi nella città di Trento, dichiara: “La pandemia ha mostrato la fragilità del nostro modello sociale”.

Non sappiamo con certezza quale sia la vera e unica causa di maggiore disparità oggi. Sicuramente, però, negli anni Ottanta la politica della nostra Iron Lady funzionava, lei stessa credeva fosse l’unica soluzione per uscire da un declino economico passato. Per questo, la stampa le affibbiò da allora in poi il nomignolo TINA, cioè le iniziali del suo motto “there is no alternative”: non c’era alternativa a quella che era la politica del neoliberalismo. Infatti, arrestò la convinzione popolare che il declino fosse un destino ineluttabile e confermò la sua immagine di leader intransigente, disposta a tutto pur di perseguire i propri obiettivi. Era finalmente possibile, con lei alla guida del governo, invertire quella tendenza al declino che aveva investito la Gran Bretagna dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale.

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