Social & Politica, Binomio Imperfetto?
Giovedì 27 ottobre, nella terza giornata del festival Serendipity, organizzato da UDU, presso il dipartimento di Sociologia, si è tenuta una conferenza sul rapporto tra social e politica il “Binomio Imperfetto”. Gli ospiti erano Ciro Piscitello, creatore della pagina Instagram Informazione Politica, che si pone come obiettivo quello di essere una fonte affidabile, pensata per i giovani, Matilde Dani, di Orizzonti Politici, che si definisce il Think Tank della generazione Z, e pubblica ogni giorno articoli di approfondimento e divulgazione sull’attualità, e infine Daniele Liprandi, della community della popolarissima pagina di meme di Hipster Democratici, che ormai conta più di 133 mila follower.
È stato proiettato il video della “discesa in campo” di Berlusconi su TikTok, diventato virale nel web. Cos’è cambiato nella comunicazione dei politici, quando dalla televisione o dalla carta stampata, soprattutto i giovani sono passati ai social, che impongono uno stile comunicativo e mezzi totalmente diversi? Si sono visti i più svariati tentativi, e nel dibattito tutti gli ospiti hanno concordato nel dire l’adesione ai social è stata per l’appunto, imperfetta, e un grande seguito online (per esempio di Salvini o Berlusconi) non si è tradotto in un risultato elettorale altrettanto soddisfacente. Gli approcci delle varie forze politiche sono stati diametralmente opposti, tra live di mezzanotte e volontà di “insegnare” la cultura ai giovani sui social; ma in ogni caso è emersa la limitatezza di queste visioni, perché spesso non c’era un vero proposito di riavvicinare i giovani alla politica o creare una community, ma solo di utilizzare i social come strumento di campagna elettorale, senza poi proseguire con contenuti credibili nel tempo.
Millennials e Gen Z si informano ormai quasi esclusivamente su internet, dopo le elezioni del 25 settembre, sono emerse chiaramente le differenze generazionali dell’elettorato e la difficoltà che ha la politica a comunicare con i giovani. Spesso gli slogan dei partiti sono immediatamente diventati meme, come per lo “Scegli” di Letta. Anche se i meme non sono considerabili direttamente politica, ci possono offrire uno specchio dell’elettorato e delle idee in circolazione: Daniele Liprandi, che di meme ne ha visti tanti, ha detto che la destra, formata da partiti più personalistici, con leader più forti, si è imposta con una comunicazione forte anche sui social, ed è riuscita ad interiorizzare i temi dei meme di destra e a offrire loro materiale, che si trasforma poi in interazioni social e quindi direttamente campagna elettorale. A sinistra invece la comunicazione è stata spesso deludente, anche perché un partito come il PD, non ha creato una community social, e non è riuscito a cogliere le istanze promosse dalla base elettorale giovane.
Non per questo motivo, bisogna cadere però nel cliché per cui le vittorie sono determinate da quanto diventano virali video o contenuti online: Dario Piscitella fa notare come siano comunque le idee o le ideologie a prevalere sul mezzo, che seppur importante, senza concetti o idee di base è un contenitore vuoto. Per citare un esempio, nessuno, o realisticamente pochi hanno votato Fratelli D’Italia cambiando schieramento politico solo per aver visto il remix del video di “io sono Giorgia”, ma ha dato spazio al personaggio e ha stabilito una connessione con coloro che si riconoscevano in certi valori.
Nel mondo dei social, oltre ai cosiddetti contenuti “memetici” esiste chi fa informazione o divulgazione fuori dai contesti di grandi testate giornalistiche, come Informazione Politica o Orizzonti politici. I due ospiti hanno parlato dell’importanza di trovare buoni contenuti online per consentire di avere accesso da parte dei giovani al mondo della politica o comunque la conoscenza dell’attualità, che altrimenti risulterebbe difficilmente accessibile, per la complessità dei temi, o per l’inadeguatezza delle fonti di informazione tradizionali, che ci bombardano di notizie senza darci gli strumenti per comprenderne l’importanza. Il marasma di dati e avvenimenti che si trova sulla prima pagina o sulla home page di un grande giornale è disorientante, e spinge molti giovani a rivolgersi a pagine come le loro, che pubblicano meno contenuti giornalieri, per avere più velocemente, un’informazione più chiara e interessante. L’obiettivo di pagine come queste è evitare l’effetto echo-chamber, per il quale soprattutto sui social, nonostante si possa vedere e discutere di tutto, ci si circonda sempre di opinioni che confermano la propria, inficiando così le possibilità di discutere con altri che la pensano diversamente.