L’amica geniale: un ponte con il passato e una porta verso il futuro

Quando parliamo de “L’amica geniale” non possiamo limitarci a parlare solamente di quattro libri in cui viene raccontata la storia dell’amicizia tra due ragazze che crescono, perché sarebbe troppo limitante. È meglio invece descrivere i volumi di Elena Ferrante come dei romanzi-mondo, perché ci permettono di comprendere ed elaborare una realtà ad ampio raggio d’azione spazio-temporale.

La voce narrante è quella di Lenù, che, con la sua accesa sensibilità e il suo sguardo osservatore, dipinge in maniera schietta e diretta le cose che accadono nella vita sua e di quella delle persone a lei care. Nel portare avanti la lettura ci si accorge che la narratrice, raccontando ciò che accade nelle vite della gente, a mano a mano che cresce rimpicciolisce il proprio zoom su una carta geografica immaginaria che parte da un rione nella periferia di Napoli, per poi spostarsi a Napoli stessa, a Pisa, Milano, Genova, Firenze, fino a comprendere l’Europa e il mondo intero. Uno dei punti sorprendenti e particolarmente originali all’interno della narrazione è che tutti questi sfondi geografici non sono la scenografia di meri fatti di vita privata dei personaggi, ma diventano un palco vivace di mutamenti sociopolitici in cui i personaggi si ritrovano dentro, costretti dunque a far parte della scena anche se questo non fa parte dei loro programmi.

Il viaggio narrativo che viene intrapreso si spinge dagli anni ’60 del Novecento fino ai primi anni Duemila, cinquant’anni che hanno cambiato la storia dell’Italia, anni fondamentali di accesa lotta politica, forti idealismi e veloci mutamenti sociali. Sono proprio quegli anni che spesso gli studenti di oggi lamentano di non studiare a scuola ma che sono imprescindibili per comprendere la conformazione del Paese in cui oggi viviamo. Le generazioni i cui nonni e padri avevano combattuto a fianco dei fascisti o dei partigiani, la lotta comunista e studentesca, l’omicidio di Aldo Moro, Tangentopoli, l’avvento dei primi calcolatori fino all’arrivo dei computer che conosciamo noi oggi, il femminismo degli anni ’70 sono solo alcuni dei grandi temi che vengono raccontati nei romanzi. L’amica geniale non è un libro di storia, non pretende di fornire descrizioni accurate di ogni evento politico vissuto, ma il modo in cui questi eventi vengono perfettamente inseriti all’interno delle storie di vite di persone normalissime è magistrale.

L’amica geniale apre la mente a moltissimi argomenti e temi, ma quello su cui voglio concentrarmi questa volta è proprio questo: il modo in cui racconta che qualsiasi cosa accada nella nostra vita avviene perché siamo parte di un sistema di decisioni sociali e politiche. Questo sistema, da principio, ha portato alla nostra nascita, ma poi nella vita adulta siamo noi a poter scegliere se o cosa accettare o rigettare. Se ci pensiamo è un argomento molto attuale, che continua nel nostro presente e sarà sempre più sentito in futuro, un futuro che ci sta già chiedendo di andare oltre l’individualismo e uno sguardo ristretto per poter ragionare in maniera organica, in gruppo, in una condivisione di bisogni e di idee che possano rendersi punto di partenza di cambiamenti concreti. La nostra storia e il nostro futuro che al momento spaventa molto per la sua incertezza verranno raccontati un giorno e inseriti in un quadro d’insieme più ampio di quello che possiamo comprendere oggi, dove ogni puntino si unirà all’altro, dove saranno determinate specifiche cause ed effetti ad ogni azione, proprio come in questi romanzi, grazie ai quali il lettore si muove tranquillo sguazzando attraverso anni passati che ormai pensa non lo riguardino più.

Eppure, noi ci siamo dentro a questi eventi, esattamente come Lila e Lenù sono dentro ai loro. E noi, esattamente come loro, cerchiamo di vivere la nostra vita nella maniera più giusta per noi, cercando di capire la nostra identità e le decisioni da prendere in base alle nostre possibilità, alle inclinazioni e talenti. Capita magari che ciò che sentiamo succedere al di fuori del nostro campo ristretto di vita sembri qualcosa di lontanissimo da noi, di troppo grande, un uragano che si abbatte con violenza sul mondo quando noi siamo piccole formiche che cercano di arrampicarsi sul proprio sasso. Sappiamo che la tempesta è lì, che forse un giorno ci raggiungerà, ma noi cosa ci possiamo fare? Abbiamo la nostra vita a cui pensare, siamo così piccoli in fondo. È una contraddizione che non ha una soluzione unica, anzi, magari molte di queste stesse soluzioni devono ancora essere trovate. Ma come sempre, leggere storie di altri ci può essere di grande aiuto per comprendere la nostra, per costruirci un panorama ampio e pieno di casistiche anche nuove e fantasiose su come affrontare eventi complessi, o anche solo per ridare un po’ di vigore e speranza a idee che magari erano state accantonate in passato, che necessitavano di essere alimentate da un fuoco nascosto in qualche pagina.

Come si comprende durante la lettura delle dense pagine dei romanzi, il futuro è incerto e proprio per questo tutto da costruire, con grande sudore e fatica e non sempre ottenendo buoni risultati. Quello che accade ne “L’amica geniale” infatti è una narrazione priva di retorica banale su un prospetto di vita rosa e fiori per tutti, anzi, negli eventi raccontati l’animo umano viene spremuto nella sua profondità, anche violenta e paradossale. Possiamo chiederci come verrà descritta la realtà di adesso e quella che ancora si deve compiere, che tipo di “Amica Geniale” esisterà in un prossimo futuro. Sebbene le risposte non siano ancora conosciute, per fortuna però possiamo leggere una risorsa preziosa che parla del nostro recente passato, un tesoro da custodire e da sviscerare in ogni suo dettaglio, in ogni sua riga e pagina che si offrono a noi per trarre il meglio da ciò che riusciremo a cogliere.

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