Referendum trivelle: il quorum non è stato raggiunto

TRENTO. Niente da fare, quorum non raggiunto. Alle 23 di domenica si è chiuso il voto per il Referendum sulle trivelle. I dati sull’affluenza, diffusi nella notte dal Viminale, si sono assestati di poco al di sopra del 32% degli aventi diritto in Italia. Perché il referendum potesse essere ritenuto valido si doveva superare la soglia del 50%+1. In altre parole, il quorum non è stato raggiunto neppure lontanamente.

Il dato definitivo per l’Italia è stato del 32,15%. C’è poi da aggiungere il voto all’estero, affluenza meno del 19,73%, che fa abbassare ulteriormente il dato definitivo nel suo complesso (si ferma al 31,18%). In Trentino il dato dell’affluenza è stato del 32,38%.

Curiosità: fra tutte le regioni, il quorum è stato raggiunto solo in Basilicata. Molto basso il voto in Alto Adige (17,56%), tanto che il Trentino Alto Adige nel suo complesso è la regione dove si è votato meno in tutta Italia. Fra chi ha votato, il sì ha vinto di gran lunga (quasi 86%) rispetto al no: dato non influente, visto il mancato raggiungimento del quorum.


La giornata

A mezzogiorno la soglia del quorum si era fermata all’8.35%. In Trentino l’affluenza era stata molto simile, dell’8,32%Alle 19 invece avevano votato il 23,48% degli aventi diritto. In Trentino avevano votato il 23,71%.


Il referendum

Il quesito del referendum abrogativo si poteva riassumere così: «Volete che quando scadranno le concessioni nelle acque territoriali italiane i giacimenti vengano fermati nonostante ci siano ancora risorse estraibili?». Oltre alle ragioni del sì e del no, nei giorni scorsi il dibattito è stato anche sulla liceità dell’astensione, con il primo ministro Matteo Renzi che non si è recato al voto.


I primi commenti

Proprio Renzi, poco dopo l’arrivo dei primi dati, in una conferenza stampa, ha dichiarato: «Ci sono messaggi molto chiari. In questo referendum ci sono stati dei vincitori e degli sconfitti». «Il governo non è fra i vincitori, ma lo sono i lavoratori che avrebbero altrimenti rischiato il posto».

A La7 il governatore della Puglia Michele Emiliano, fra i favorevoli al sì, ha invece dichiarato: «Hanno votato comunque 14 milioni di persone, determinate ed informate». «La barzelletta dei posti di lavoro che si sarebbero persi non se la beve nessuno». «Le decisioni sull’ambiente non possono essere in mano solo al governo e ai lobbysti».

Insomma le polemiche continuano. La discussione conferma comunque anche che il referendum si è caricato di significato politico, al di là dell’aspetto preciso del quesito referendario. Una sorta di antipasto di quella che sarà la discussione e la campagna di un altro referendum – quello costituzionale – che si terrà il prossimo autunno.

Redazione

La redazione de l'Universitario è composta perlopiù da studenti dell'Università di Trento

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