Politicamente scorretto

Il ruolo dei ragazzi immigrati tra scuola e politica

Di Tasnim Rahman per Un’Altra Scuola

La politica gioca un ruolo fondamentale anche per i ragazzi e le ragazze stranierə che vanno a scuola in Italia.

La mancanza di una figura politica con la quale potersi identificare è un problema molto sentito, se non consapevolmente almeno in modo inconsapevole, daə ragazzə stranierə. Non sono solo le barriere linguistiche, riscontrate fin dall’arrivo nel nuovo Paese, ma anche la mancanza di un metodo adeguato per l’inserimento di questə studentə, a far sì che non si sentano presə in considerazione. 

Voglio fare un esempio da me vissuto in prima persona: nel lontano 2007, quando ero appena arrivata in Italia, sono state tante le volte in cui mi sono trovata fuori dall’aula per imparare l’italiano, anziché seguire le lezioni di narrativa italiana insieme a compagni e compagne. Quando sono arrivata ad un buon livello linguistico e ho potuto iniziare a seguire le lezioni, venivo spesso trattata dai professori come un’ignorante, proprio in base ai temi che non avevo trattato, a causa del fatto che stavo imparando la lingua. Tralasciando i sentimenti che questo poteva suscitare in un’adolescente, il punto al quale volevo arrivare è che l’etichetta dell’“ignorante” mi è rimasta attaccata fino a quando non sono uscita dalla scuola.

Il luogo che dovrebbe stimolare l’interesse per lo studio, quindi, spesso fa esattamente il contrario. E gli studenti e le studentesse stranierə, che magari avrebbero la voglia di continuare a studiare, spesso sviluppano una concezione talmente negativa di se stessi, perché vengono convinti di non essere all’altezza, che abbandonano le scuole non appena finisce l’obbligatorietà. 

La scuola, per come la conosciamo oggi, spesso rovina quindi le potenzialità. Pretendere che si possa usare lo stesso tipo di insegnamento, ovvero gli stessi strumenti, per fornire conoscenze e poi valutare ogni singola persona, sembra paradossale. Di conseguenza, se la scuola va avanti, è solo per una percentuale molto piccola degli studenti che avrebbero genuinamente il “talento” per studiare.

Ritornando al ruolo fondamentale della politica, in quella italiana non ci sono figure con le quali  i ragazzi e le ragazze immigrate riescono ad associarsi: tutto quello che si sentono dire, soprattutto con la recente diffusione di un forte hate speech contro le persone straniere, è che loro non appartengono a questo Paese. Questo sentirsi costantemente estraniati, aggiunto all’assenza di figure con cui identificarsi al governo, o anche semplicemente in una posizione che richieda un alto livello di istruzione, dà come risultato l’auto-convinzione di essere incapaci, ignoranti e inutili nell’ambito dell’istruzione. 

Sono molti i ragazzi e le ragazze che scelgono di dare una mano ai propri genitori per guadagnare, magari nell’ambito della ristorazione, anziché “perdere tempo” andando a scuola o continuando con l’università. E scelgono spesso un lavoro che non necessita alcuna istruzione. Ancora diverso è il discorso di molte ragazze straniere, che si sentono doppiamente estraniate: ma di quest’ultimo aspetto tratteremo nel prossimo articolo della rubrica mensile “Integrazione o emarginazione?”.

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