Cara ansia, da dove vieni?

In un articolo datato agosto 2022, l’Agenzia ANSA ha condiviso i dati di un recente sondaggio di Eurodap (Associazione Europea Disturbi da Attacchi di Panico) volto ad indagare quanto abitualmente le persone sperimentano sintomi tipici dell’ansia e del panico: i dati raccolti, basati sulle testimonianze di circa 700 individui tra i 19 e i 60 anni, rivelano che il 79% dei rispondenti ha avuto manifestazioni fisiche e frequenti di ansia. Vista la diffusione del fenomeno, in questo episodio di In punta di piedi cerchiamo di comprenderlo: di che si tratta? Da dove viene e perché si manifesta? Cosa possiamo fare per tenerlo sotto controllo?

Per cominciare riassumiamo cosa sia un attacco d’ansia e, nel farlo, confrontiamo la sua sintomatologia con quella degli attacchi di panico. Tipici di questa esperienza sono infatti la durata, solitamente superiore a qualche minuto, la presenza di un chiaro evento scatenante, le possibili variazioni di intensità e la gradualità, estranea al panico che è invece improvviso; le sensazioni provocate dall’ansia possono addirittura permanere per settimane e includere tanto vertigini, irritabilità e incapacità di concentrazione quanto irrequietezza, disturbi del sonno e battito cardiaco accelerato. Inoltre, questi sintomi possono essere legati a una serie di altri disturbi quali quello d’ansia generalizzato, ossessivo-compulsivo, ansia sociale o fobie specifiche, mentre il panico tende a colpire chi soffre dell’omonimo disturbo da panico

Una volta acquisita questa panoramica generale, però, resta ancora da far luce sulle sue cause (quantomeno le più comuni) e su ciò che ne alimenta la diffusione. Preso atto del fatto che ognuno ne sperimenti una versione soggettiva, possiamo racchiudere gli ambiti principali in cui l’ansia tende ad intromettersi in cinque categorie.

  1. Paura della solitudine

Per quanto, come abbiamo già visto, è importante e fattibile saper godere della propria compagnia, è anche vero che il timore di restare soli è motivato non solo perché nessun uomo è un’isola (John Donne), ma anche dalla felicità insostituibile che nasce nei momenti di condivisione. Se abbiamo spesso a che fare con quest’ansia, il primo passo è cercare di capirne la fonte: siamo stati abbandonati? Qual è il nostro livello di autostima? Abbiamo sempre bisogno di qualcuno accanto? Rispondere a queste domande apre le porte al secondo step, in cui troviamo la soluzione: se non sappiamo stare soli, è bene trovare la chiave per riuscirci; allo stesso modo, è fondamentale fare i conti con eventuali traumi e/o cercare di acquisire una giusta percezione di sé. Una volta capaci di apprezzare il tempo da soli e guardare al passato senza esserne terrorizzati, potremo finalmente instaurare rapporti sani in cui quest’ansia non avrà più ragione di esistere.

  1. I cambiamenti del nostro corpo

Aiutati da Instagram e fomentati dalla mentalità delle ultime generazioni, tendiamo ad essere turbati dai cambiamenti del nostro corpo, soprattutto quando non vanno verso tonificazione e dimagrimento. Quando, per qualsivoglia ragione, guardarci allo specchio ci mette ansia, può essere allora utile fare un passo indietro: se, infatti, è legittimo voler cambiare la propria forma fisica, non lo è far dipendere da questo la possibilità di amarci e farci amare, di goderci il cibo e la vita. Invece quindi di pensare al nostro corpo solo come a qualcosa che va cambiato, nascosto o messo in mostra, che deve piacere ed essere simile a quello di qualcun altro, perché non vederlo come la semplice manifestazione della natura che è? In questo ci viene in aiuto la fotografa Alicja Brodowicz che, nel 2018, ha pubblicato un progetto in cui alcune parti del corpo umano sono paragonate a dettagli di foglie, tronchi e via dicendo: “solo attraverso una riconnessione con la natura”, spiega, “possiamo riscoprire l’amore per noi stessi e rendere il corpo imperfetto ancora una volta perfetto”.

  1. La disponibilità economica

Il terzo punto della nostra lista ha a che fare con i soldi, che possono dare agitazione nell’essere spesi, messi da parte o semplicemente gestiti e posseduti. La terapista specializzata nel settore Amanda Clayman ha spiegato per CNBC i dettagli di questo disagio e ha fornito vari suggerimenti per controllarlo. Uno dei suoi consigli più pratici è quello di ritagliare del tempo per controllarli regolarmente: in altre parole, se ogni volta che verifichiamo le nostre finanze siamo in ansia, assoceremo sempre qualcosa di negativo al denaro; al contrario, prestabilire un momento in cui dargli attenzione libera la mente dal pensiero fisso e, insieme ad una maggiore competenza finanziaria, tiene a bada la preoccupazione.

  1. Gli imprevisti 

Ostacoli inattesi o qualsiasi evento inaspettato possono essere un’altra fonte di ansia, specialmente quando in passato si è trattato di veri e propri traumi. Eppure, anche a questo c’è rimedio. Riconoscerne la fonte – ad esempio qualcosa che ci è capitato da piccoli – è sicuramente un passo necessario, ma non sufficiente: bisogna educare il proprio corpo a non andare in ansia ogni volta che si verifica un imprevisto o ci troviamo in una situazione in cui, se capitasse, saremmo in difficoltà. In quest’ottica è allora innanzitutto fondamentale non chiudersi in se stessi e continuare a vivere esperienze: fare affidamento su episodi in cui, quando ci sentivamo senza speranza, alla fine ce l’abbiamo fatta aiuta a superare le difficoltà; in secondo luogo, nonostante le prime volte sia faticoso, è bene abituarsi a regolare la respirazione, specialmente se a tormentarci sono scenari ipotetici. Infine, piuttosto che come tragedie, è utile vedere gli imprevisti come “occasioni in cui diventiamo il nostro sistema di supporto e lo ampliamo con le persone giuste” (Brett Steenbarger su Forbes): in altre parole, sono (anche) momenti di grande crescita personale in cui ciò che abbiamo costruito viene messo alla prova e può essere migliorato.

  1. Il mondo accademico e lavorativo e le sue scadenze

Su quest’ultimo punto ci sono varie strategie che possiamo menzionare e che si adattano diversamente a ognuno di noi. Un buon punto di partenza sono le classiche liste: appena sopraggiunge una nuova deadline, segnarla su un calendario o un post-it in bella vista libera dallo stress di doversi sempre ricordare che ci aspetta. Oltre a questo, cercare di acquisire subito una percezione realistica delle dimensioni di ciò che dobbiamo fare, dividere il lavoro in piccole parti e fare pause regolari – ancora meglio se senza Instagram o Tik Tok, che affaticano solo il cervello riempiendolo di stimoli – diminuiscono il rischio di essere presi dall’ansia. Se, però, un altro dei nostri problemi è proprio la procrastinazione, la rivista Men’s Health e i suoi esperti ci suggeriscono di non sottovalutare un seppur breve contatto con la natura per favorire la concentrazione, stilare una lista di priorità e fare dieci respiri lenti e profondi per mettere un freno allo stress.

Comunque sia, a prescindere dalla fonte della nostra ansia, c’è una verità che ci può aiutare sempre in questi momenti, ovvero che ogni sensazione è solo tale, un’emozione passeggera: non coincide con la nostra identità e non può che passare, ad un certo punto, per fare spazio ad un’altra.

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. Maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi