The New Belle époque: Intervista ad Enzo Papetti
“Il romanzo spiazza come un quadro di Escher”
“Rabelais gioca a poker con Balzac”
Iniziamo con queste due citazioni scelte dall’editore per introdurre ‘The New Belle Époque’, il nuovo romanzo di Enzo Papetti, professore, regista e scrittore, che abbiamo avuto l’onore di intervistare.
Il romanzo è ambientato nella Belle Epoque, un periodo di avanzamento tecnologico ed artistico che ha radicalmente cambiato gli stili di vita e i costumi della società. L’autore ha scelto questa ambientazione per raccontare, non solo attraverso la narrativa, ma anche tramite la musica e i formati multimediali, gli eventi più significativi e le trasformazioni delle arti artistiche e multimediali negli ultimi trent’anni. Una delle peculiarità di questo libro è la ricca e variegata presenza di tracce multimediali e illustrazioni. Le tracce musicali sono state coordinate e dirette da Roberto Cipelli, pianista e docente al conservatorio di Trento; la presenza di QR a pagine chat, curata da Francesco Bevivino, editore e giornalista pubblicista; la presenza di illustrazione artistiche disegnate dalla pittrice Bella Mirella Beraha e QR code connesso ai video della storia dal regista, produttore e sceneggiatore cinematografico Roberto Minini Merot.
Non anticipiamo troppi dettagli, lasciamo che sia lo scrittore a rilevarci passo per passo sul suo nuovo romanzo
Federica: Benvenuto signor Papetti a prendere parte a questa intervista. Prima di parlare del suo libro, le chiedo di presentarsi ai nostri lettori.
Enzo: Grazie mille per avermi invitato per questa intervista, mi chiamo Enzo Papetti. Oltre ad essere uno scrittore, sono stato un professore universitario, ho insegnato all’Università della Sapienza di Roma, prima coprendo la cattedra corso di Sociologia, successivamente a Scienze della Comunicazione, dove coprivo la cattedra del corso “Strumenti e tecniche della comunicazione audiovisiva”. In quel corso illustravo agli studenti gli strumenti e le tecniche della comunicazione audiovisiva sotto una prospettiva storica, quindi dalle prime esperienze storiche fino al web. Successivamente ho lavorato anche nel cinema e nella televisione.
Federica: Ci potrebbe raccontare un poco dei libri che hanno composto la sua precedente trilogia letteraria (Oggetto B, Perché ci hai messo tanto, Hexis) e di come è nata la sua carriera da scrittore?
Enzo: Questi libri sono stati concepiti come una tetralogia multimediale. Una volta che ho lasciato la cattedra, a seguito della pensione, ho pensato di mettere in pratica la mia esperienza di studio, cercando di concepire la narrativa per combinare diversi linguaggi, elemento distintivo della produzione culturale storica occidentale. I focus del mio romanzo sono il cinema e la televisione, che rappresentano le due manifestazioni storiche più recenti della combinazione di una serie di linguaggi precedenti, come quello della poesia e della musica, e delle loro trasformazioni. Ho voluto applicare questa combinazione nei miei romanzi
Fede: Ci può spiegare che cos’è il cross novel?
Enzo: Il cross novel è una tecnica narrativa basata sull’uso di innovazioni linguistiche e tecniche compositive al servizio della pratica narrativa. Prendendo come esempio i miei romanzi precedenti, la scrittura cerca di mandare a forme di sperimentazione di contenuti multimediali come video, audio, illustrazioni in modo da combinare con quest’ultima. Questa combinazione tra scrittura e contenuti multimediali deve creare un’unità di stile e di intenti che conferiscono non solo coerenza alla storia, ma la rendono più
Federica: Quali sono le differenze principali tra il suo nuovo libro e la precedente trilogia?
Enzo: I romanzi che hanno composto la trilogia, sono stati concepiti come romanzi tradizionali, significa che raccontano una storia. Nel mio primo romanzo “L’oggetto piccolo b, noi due, gli altri ed una travolgente normalità”, che narrava il rapporto con il web, sono stati comunque inseriti all’interno del testo degli elementi multimediali come QR e link esistenti e già in circolazione su Youtube o altri siti Internet. Invece con il romanzo “The New Belle Epoque” ho cercato di approfondire e di sperimentare di più il rapporto tra scrittura e altri linguaggi multimediali per creare, come ho già accennato nella domanda precedente, una unità di stile e di intenti. In questo libro ci sono dei contenuti multimediali originali. Ad esempio la parte musicale del romanzo, è stata curata da Roberto Cipelli, docente del conservatorio di Trento. Quindi, Trento ha collaborato attivamente alla realizzazione di questo romanzo. Gli studenti del conservatorio, circa per un intero anno scolastico, hanno preso brani musicali della Belle Epoque, quindi dell’epoca a cavallo tra la fine dell’Ottocento e dell’inizio del Novecento, reinterpretandoli in chiave moderna.
Federica: Facciamo un applauso ai ragazzi del Conservatorio per il loro lavoro e il loro contributo. Come è nato il libro New Belle Epoque?
Enzo: Il romanzo New Belle Époque nasce da un parallelismo tra la nostra epoca e quella storica della Belle Époque. Entrambe sono segnate da rivoluzioni tecnologiche e politiche che hanno trasformato profondamente i modi di vivere. La Belle Époque ha visto nascere il cinema, la radio, l’automobile, l’aeroplano e il telefono—innovazioni che hanno rivoluzionato la quotidianità. Allo stesso modo, oggi ci troviamo di fronte a strumenti come il computer, lo smartphone, l’intelligenza artificiale e il metaverso, che stanno ridefinendo il lavoro, la comunicazione e la produzione culturale. Il modo stesso di lavorare, ad esempio, è profondamente diverso rispetto a quando ho iniziato a insegnare.
Federica: Ci potrebbe descrivere in maniera dettaglia la struttura del libro e il ruolo dell’elemento musicale, che è una delle fondamenta di questo libro, all’interno della storia.
Enzo: È composto da 16 capitoli. Ogni capitolo si apre con una finta prima pagina di un quotidiano immaginario, che abbiamo intitolato “New Belle Epoque”, che riporta un evento significativo degli ultimi trent’anni, partendo dalla caduta del muro di Berlino, che ha rappresentato un momento di cesura importante rispetto al passato. Girando pagina, c’è una fake news relativa a quell’evento storico. La pagina successiva introduce il titolo del capitolo che rappresenta una parola chiave, connesso con il momento storico trattato. Subito dopo c’è un brano musicale, che fa un po’ la colonna sonora della narrazione del capitolo. Naturalmente la fruizione di questo brano musicale può essere fatta in qualsiasi momento, prima dell’inizio, durante o dopo la lettura. Dal mio punto di vista, il romanzo deve essere in grado di creare un collegamento espressivo tra l’interpretazione data dagli studenti del conservatorio e dal significato del brano musicale e la narrativa del testo. Il capitolo si chiude con un video dedicato al tema della morte del cinema, che è il tema principale del racconto. Il romanzo racconta di un giovane videomaker che trasforma la propria vita e quella degli altri in video, registrando tutto quello che vede e fa. Attraverso questo suo modo di concepire la telecamera o il cellulare perchè lui registra con qualunque cosa, teorizza un processo che lo chiama morte del cinema, tema che è stato trattato in un film del regista Roberto Minini. Riassumendo, il libro descrive un’epopea cialtrona e sgangherata, sono sicuro che vengono queste parole, combina momenti divertenti, drammatici, riflessioni critiche, intreccia la storia di personaggi che sono farabutti, ingenui.
Federica: Ha appena toccato un tema che volevo approfondire con lei, quello della ‘morte del cinema’, tema centrale nel romanzo. In qualità di ex docente universitario, con una lunga esperienza nello studio sociologico dei media, come interpreta oggi l’evoluzione dell’industria cinematografica?
Enzo: È un discorso lungo, ma cercherò di semplificarlo il più possibile. Credo che il vero punto di svolta sia stata la pandemia, la quale ha costretto molte persone chiuse in casa, interrompendo l’abitudine di andare al cinema. Nel frattempo, è esplosa l’industria della serialità televisiva. Anche se la narrazione audiovisiva non è scomparsa, molte persone hanno smesso di andare al cinema, portando alla chiusura di molte sale cinematografiche. Solo a Milano, ad esempio, siamo passati da 50-60 cinema a poco più di 20. Questo cambiamento nella fruizione del cinema si riflette anche nel romanzo con il personaggio del protagonista, un videomaker, moltiplica la sua vita e quella degli altri su in uno schermo, arrivando a pensare che il cinema sia destinato a finire. Dal punto di vista storico, oggi si producono meno film, escludendo produzioni cinematografiche industriali, anche se esistono ancora grandi autori e opere interessanti. Inoltre, per chi opera ancora nell’industria cinematografica è sempre più difficile realizzare qualcosa che abbia un significato profondo, sia per chi lo crea che per il pubblico. Prendiamo ad esempio grandi autori Ross Scorsesce o Big Dean, molti dei loro ultimi lavori tendono a riproporre gli stessi messaggi e le stesse estetiche dei film precedenti. E’ come se non sapessero fare un film. Insomma, sì, il cinema sta attraversando un momento molto difficile.
Federica: Ci potrebbe descrivere qualche peculiarità sulla parte illustrativa del romanzo?
Enzo: Passando alla parte delle illustrazioni, la pittrice Bella Mirella Beraha, ha tradotto parole e frasi palindrome, cioè parole che leggendole sia da una parte che dall’altra rimangono uguali, in immagini. Prendiamo ad esempio la parola del primo capitolo del libro, mutamento, che è una parola palindroma. Ci sono parole palindrome in tutti i capitoli del libro. La pittrice ha trasformato queste parole palindrome in disegni. Allo stesso tempo, i disegni sono palindromi, significa che ogni volta che giri e guardi il disegno da un’altra prospettiva o direzione, il disegno dell’illustrazione rimane lo stesso.
Federica: Ci potrebbe spiegare che cosa l’ha spinta a scrivere?
Enzo: Tutto nasce da alcune mie considerazioni personali. Il romanzo è concepito come un grande mosaico: ogni frammento narrativo è collocato in un tempo e in uno spazio specifico, ma spetta al lettore decidere come ricomporlo. Leggere questo libro significa costruire un proprio mosaico, ed è proprio questa la struttura della narrazione. C’è poi un altro aspetto che tengo a sottolineare, ovvero il concetto di letteratura che il romanzo mette in gioco, ed è anche il motivo principale che mi ha spinto a scrivere. Per me, la scrittura non è solo comunicazione: è potere. Un potere che genera confronto, che obbliga a riflettere. Non serve a dare ordine, ma semmai a creare caos, perché solo dal caos il lettore può generare un proprio ordine, un proprio senso. È a questa poetica, a questa visione della scrittura, che ho scelto di avvicinarmi.
Federica: Il suo nuovo romanzo New Belle Epoque, farà parte di una nuova tetralogia letteraria come quella precedente, oppure è un testo letterario a parte?
Enzo: Non ne ho la più pallida idea. Con New Belle Epoque ho chiuso un capitolo della mia carriera di romanziere che è molto recente
Lasciamo volentieri questa domanda aperta. Il libro è uscito alla fine di marzo ed è già disponibile su Amazon e altre piattaforme di e-commerce. Il prossimo mese l’autore sarà a Trento per presentarlo dal vivo.