Un tuffo nei Laghi di Lamar

di Niccolò Bonato, Francesco Moreschi

Prosegue la nostra rubrica in collaborazione con Rete di Riserve Bondone alla scoperta delle aree protette. In questo articolo si parlerà dei laghi di Lamar e ci si soffermerà anche sulle varianti di questo percorso: vi sono infatti tre modi differenti per arrivare alla meta, sempre prendendo lo stesso autobus (il B206, lo stesso che si utilizza per raggiungere il lago di Terlago).

La prima variante del percorso comincia dalla fermata Inc. V. Paganella e, percorso un pezzo di strada e poi il sentiero, si passa per i prati di Prada fino a raggiungere prima il lago Santo e, proseguendo, il lago di Lamar. Dei tre questo è il tragitto più lungo (ma non troppo, lo promettiamo), ma è anche quello che merita di più perché percorrendolo ci si ritroverà in mezzo a verdi distese di prati magri e ad un assoluto silenzio: una vera e propria pace dei sensi in mezzo alla natura. Giusto per rendere l’idea, gli unici suoni che si sentono sono il ronzio di qualche ape stacanovista oppure di qualche uccellino nei dintorni. I prati sono un ambiente antropico, creato dall’uomo, e sono mantenuti tramite uno sfalcio periodico, che conferisce un’elevata diversità di vegetazione. La fauna della zona è rappresentata da animali come il re di quaglie, l’allodola e l’averla piccola. Sono presenti lungo il percorso anche tre zone dove periodicamente si formano dei ristagni d’acqua, importanti siti di riproduzione per gli anfibi. Per il ritorno a Trento, invece di rifare tutto il percorso al contrario, dal Lago Santo si può seguire la strada provinciale SP18 e prendere l’autobus alla fermata del Monte Terlago Hotel 2 Laghi.

La seconda variante consiste nel tragitto di ritorno del precedente: partire dalla fermata di Monte Terlago H. 2 Laghi e seguire a piedi la SP18 fino al Lago Santo. La strada è pressoché piana e si sviluppa sotto degli alberi che proteggono dal sole; non è nemmeno particolarmente trafficata, e ciò la rende adatta per chi non vuole faticare troppo dopo una giornata al lago.

L’ultima opzione è prendere l’autobus con arrivo e partenza proprio nei pressi dei Laghi di Lamar. Sebbene questa possa sembrare l’opzione perfetta per raggiungere la destinazione, è bene tenere a mente che le corse da e per questa fermata sono molto poche. Di conseguenza, se si decide di adottare questa variante di percorso, bisogna guardare attentamente gli orari dell’autobus e non si potrà sostare per troppo tempo.

Come detto prima, i Laghi di Lamar sono due: Lago Santo e Lago di Lamar, entrambi balneabili. I Laghi, che distano pochi metri l’uno dall’altro, sono incorniciati da una florida vegetazione, da cui spiccano le montagne circostanti della Paganella a fare da sfondo. Le acque sono limpide e cristalline come i classici laghi alpini e invitano proprio chi passa vicino a fare un tuffo, o almeno a mettere un po’ a mollo le stanche membra. Inoltre, nessuno dei due laghi ha immissari né emissari, bensì solo qualche piccolo ruscello e fonti sommerse.

Ad ogni modo, i due laghi differiscono tra loro in alcuni aspetti. Il lago di Lamar è quello più frequentato (quello più mainstream si potrebbe dire) proprio perché ha un ampio prato proprio dalla parte dell’ingresso, con anche un bagnino e il bar Ai tre Faggi, in cui ci si può rifocillare con panini, bevande, gelati e dolci vari (noi ci sentiamo di consigliarvi il loro salame al cioccolato) sedendosi nei tavoli da pic-nic posti di fronte. Inoltre, se vi sentite un po’ Tarzan, lungo il sentiero che circonda il lago sono state appese agli alberi delle corde per tuffarsi, ideali per provare un po’ di adrenalina. Sulla sponda orientale del lago di Lamar si trova anche l’omonimo abisso, una grotta profonda 385 metri scavata nella roccia, un vero e proprio paradiso della speleologia (visitabile quindi solo da esperti) e il cui interno è popolato da rare specie di pipistrelli.

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Viceversa, il lago Santo è quello meno frequentato, essendo più selvaggio e con spazi più piccoli e chiusi rispetto al lago di Lamar. Qui si può godere, però, di maggiore tranquillità e silenzio (e chillarsi sotto il sole). Durante la nostra passeggiata abbiamo incontrato meno gente rispetto al più affollato Lamar, tra cui un pescatore solitario sul suo gommone al largo delle acque. In sintesi, i due laghi possono accontentare sia chi ricerca un contesto più movimentato, vivo e ben servito, sia chi desidera rilassarsi nella pace dei sensi più totale.

Durante la nostra camminata abbiamo potuto anche osservare la variegata flora e le peculiarità naturalistiche della zona. Abbiamo ammirato molte specie di piante, tra cui la Campanula Selvatica (Campanula trachelium), una pianta erbacea perenne presente fino ai 1500m di altitudine; il Ciclamino delle Alpi (Cyclamen Purpurascens), pianta tossica, anch’essa appartenente alla famiglia delle Primulacee; il Nannufaro (Nuphar Iutea), o Ninfea Gialla, pianta acquatica della famiglia delle ninfeacee che abbiamo trovato lungo le sponde dei laghi e i cui piccoli fiori gialli che sbucano dall’acqua si aprono all’alba per poi richiudersi verso sera. 

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Ciclamino delle Alpi

Una volta terminata la nostra rilassante escursione, ci siamo diretti verso la fermata Monte Terlago H.2 passeggiando sotto ombreggianti fronde ed accompagnati dalla frescura che anche d’estate caratterizza questa affascinante macchia di Trentino. Un percorso ricco ed essenziale, raggiungibile in pochi minuti di autobus, in grado di offrire momenti troppo spesso sacrificati come l’osservare immergendosi nel silenzio più assoluto, rotto unicamente dal sibilo della natura circostante. Per lo studente affaticato e stressato dalla sessione, un luogo ad alto potenziale creativo e di rigenerazione; per la mente, un centro benessere a impatto zero! 

Alla prossima avventura!

Redazione

La redazione de l'Universitario è composta perlopiù da studenti dell'Università di Trento

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