Allenare il corpo senza stancare la mente

Uno dei classici di settembre, a braccetto con una tabella di marcia universitaria impeccabile e severa, è tornare in palestra, anche se siamo in tanti ad essere esausti già a novembre e a ridurre (se non interrompere bruscamente) l’attività fisica a vantaggio di qualche ora su Netflix o Instagram. Ripartiamo allora con In punta di piedi affrontando l’argomento e cercando di capire, in particolare, come riuscire ad essere costanti: come possiamo, insomma, allenare il corpo senza stancare la mente?

Partiamo dal fatto che, come è generalmente risaputo, lo sport è in linea di massima particolarmente benefico: favorisce la prevenzione di diabete e ipertensione, aiuta ad abbassare i livelli di colesterolo “cattivo” in favore di quello “buono”, diminuisce il rischio di obesità e aiuta a preservare la longevità. Non solo: a livello fisico rafforza l’apparato muscolare e scheletrico e, psicologicamente parlando, favorisce la socializzazione, riduce la propensione all’alcol e al fumo ed è di supporto nella lotta all’ansia, allo stress e alla depressione. Eppure, nonostante tutto questo, la percentuale di chi si allena con costanza è addirittura in diminuzione. Perché?

A livello sociologico, una delle motivazioni più evidenti è la narrazione inattendibile a cui siamo costantemente sottoposti. Che sia tra il telegiornale e il meteo o tra un post del nostro cantante preferito e la foto di un gattino, ogni rappresentazione dell’attività fisica che vediamo è troppo irreale. Difficilmente i nostri completini saranno sempre abbinati, non suderemo e i nostri capelli saranno perfetti, non avremo mai gonfiore addominale né vedremo della cellulite allo specchio. È allora chiaro che, se ad ogni allenamento il confronto tra realtà e aspettative è così deludente, inizieremo ad essere scoraggiati. Dunque, un buon primo passo per non stancare la nostra mente è ridefinire le priorità e impegnarsi ad avere una prospettiva realistica su ciò che andremo a fare. L’obiettivo non deve essere – o quantomeno non è indispensabile che lo sia ai fini di un allenamento valido – somigliare a quelli della pubblicità o agli influencer di Instagram, ma stare profondamente bene, sfogarsi e prendersi cura di sé. 

Un secondo elemento chiave, specialmente se in palestra abbiamo un significativo passato di rinunce, è seguire un’alimentazione equilibrata: se intendiamo allenarci per più di due mesi, è infatti fondamentale avere tutte le energie necessarie per farlo. Inoltre, se ad ogni tentativo abbiniamo una dieta troppo restrittiva, nella nostra mente si creerà un’associazione negativa tra la fatica correlata al senso di fame e l’attività fisica che, ogni volta, renderà più complicato ricominciare.

In aggiunta a questo, un valido modo per non affaticare la mente è sforzarci a ragionare e scegliere con la nostra testa. Nello specifico ci sono due punti da osservare, di cui il primo è la ricerca della fonte di questo desiderio: siamo in un sovrappeso o sottopeso pericoloso per la nostra salute? Gli altri ci prendono in giro? Ogni volta che scrolliamo Instagram ci sentiamo inadeguati? Vogliamo rilassarci, sfogarci e prenderci cura di noi? Questo è necessario per capire il tipo di allenamento migliore per noi e quanto c’è di assolutamente necessario in esso. Chiaramente volerlo è una ragione sufficiente per iniziare – anche solo perché è qualcosa che di per sé è salutare – ma è bene che anche l’obiettivo perseguito non interferisca con il nostro benessere quotidiano. 

In secondo luogo, tenere a mente la vastità di alternative possibili ci può aiutare ad essere più compiaciuti di ciò che facciamo e spinti a portarlo avanti nel tempo. Siamo abituati ai work out in casa con il tappetino o al sollevamento pesi, ma può essere vantaggioso, nel momento della decisione, liberarsi di questa immagine stereotipata e osservare tutte le effettive opzioni di allenamento. Talvolta, infatti, non sono i traumi passati o la pressione sociale a spianare la strada alla discontinuità: è possibile anche non essere “persone da palestra” e sentirsi più motivati da uno sport di squadra (anche se svolto a livello amatoriale), un corso di danza o di spinning, una camminata veloce con le cuffie prima di cena o una corsetta all’alba. Qualunque sia la scelta, poi, la chiave per la costanza è andare per gradi: partire in quarta ci porterà solo a sentirci deboli e mollare alla prima occasione.

(TRIGGER WARNING: disturbi alimentari) Detto ciò, c’è ancora chi resta riluttante a riprendere in mano lo sport: magari l’idea lo fa stare bene, ma quando arriva il momento di alzarsi dal letto è come paralizzato e, per quanto la pigrizia sia una spiegazione plausibile, non è l’unica. I DCA sono infatti un fenomeno tuttora in crescita e chi ne soffre o ci ha avuto a che fare può essere in grande difficoltà all’idea di allenarsi: contare le calorie da bruciare in base a ciò che si è mangiato, fare ore e ore di cardio per eliminare ogni centimetro di massa (grassa o muscolare, dopo un po’ poco importa) e via dicendo sono tutte azioni che portano ad una sofferenza tanto grande da diventare potenzialmente un trauma. In questo caso, ormai lo sappiamo, il miglior modo per tornare liberi e non farsi più controllare da questo problema è andare in terapia: capire davvero cosa ci ha portati a quel punto ci può dare la consapevolezza necessaria per affrontarlo e spingerci a rispettare finalmente il nostro corpo in tutto e per tutto. 

Insomma, ricominciare l’anno accademico con il proposito di allenarsi è assolutamente positivo: indica aver voglia di prendersi cura di sé, implica meno tempo su piattaforme virtuali alienanti e più ore nel mondo reale, maggiori opportunità di socializzare e uno stile di vita più salutare. Nella frenesia di voler rendere quest’anno il migliore di sempre, però, è bene non perdere di vista la propria salute mentale. Perdere un allenamento a settimana perché si è esausti non ci rende persone che mollano, così come mangiare pizza o gelato di tanto in tanto non rovina effettivamente il percorso intrapreso. Ricapitolando, quindi, a renderci “gente che si allena per bene” non è l’assenza dei rotolini sull’addome durante gli addominali o della cellulite nei camerini dei centri commerciali: sono l’amore e il rispetto per il proprio corpo.

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