(In)differenza nel voto, riflessione sulla partecipazione politica

Secondo il sito del Ministero degli Interni, in vista delle elezioni europee solo il 49,69% dei cittadini è andato a votare. Questo dato consolida il trend del calo dell’affluenza alle urne negli ultimi vent’anni in Italia su qualsiasi tipo di elezioni, dalle elezioni comunali alle elezioni del Parlamento Europeo. Quali sono le principali cause che hanno disincentivato la partecipazione al voto?
In molteplici edizioni del report Democratic Index di The Economist, l’Italia è stata categorizzata come democrazia imperfetta. Nonostante in Italia vige un sistema elettorale che garantisce un pluralismo politico, quest’ultimo risulta obsoleto. Lo Stato Italiano non riconosce la possibilità di votare al di fuori della propria residenza se non in casi eccezionali sotto criteri stringenti. Nonostante l’attivazione della sperimentazione per le elezioni Europee, quest’ultima è risultata fallimentare. Secondo la Newletter di The Good Lobby, le cause principali dell’insuccesso della sperimentazione risiedono in una mancata efficace comunicazione ed una mancata adozione di una procedura uniforme da parte degli uffici comunali competenti. I residenti italiani con background migratorio e migranti di seconda generazione hanno criticato i criteri e l’iter burocratico previsto per richiedere la cittadinanza italiano, criterio necessario per esercitare il diritto di voto. Essi ritengono l’iter della richiesta alla cittadinanza eccessivamente lungo e le condizioni fortemente stringenti. Queste sono alcune delle principali cause strutturali che spiegano l’esclusione di fasce della popolazione italiana dall’esercizio del diritto di voto. Ma ciò non basta. Da anni, European Youth Forum ha attivato campagna europea per ridurre l’età di eleggibilità al voto a 16 per aumentare la partecipazione politica. Vi pongo la seguente domanda: “Sareste favorevoli ad abbassare l’età di voto per incrementare la partecipazione?”. All’interno di questa domanda, è possibile estrarre alcune delle motivazioni per cui sareste d’accordo con questa proposta. Idealmente per poter votare dovremmo avere una conoscenza basilare del funzionamento del processo elettorale e delle istituzioni. Dovremmo avere certa sensibilità sugli avvenimenti circostanti che accadono. In ultima istanza, bisognerebbe pensare che il voto abbia un impatto rilevante all’interno del funzionamento delle istituzioni politiche. Tuttavia, il report di Scomodo “Nuovi Europei”, rivela che la maggior parte dei rispondenti al questionario, pur ritenendosi europei, non possiede le conoscenze basilari sulle istituzioni europee e nazionali. Le persone che possiedono un elevato capitale economico, sociale e culturale o coloro che hanno esperienze pregresse nell’associazionismo civico o politico hanno occupato qualsiasi area di partecipazione politica, compreso il voto. Questo apre uno spazio sulla percezione della competenza, percezione che non si limita solamente all’operato dei politici, ma anche alla legittimità dei cittadini a prendere parte alla vita politica. Questo porta a legittimare l’inclusione o l’esclusione di una classe sociale a prendere parte al voto. Questa legittimazione allo stesso tempo può disincentivare le persone a non esercitare il proprio diritto di voto.
In ultima istanza, questa indifferenza al voto è motivata dall’incapacità dei politici, sia di destra che di sinistra, di affrontare molteplici e contemporanee crisi provvedendo soluzioni durature. Inoltre, non penso che vi sia un problema di creazione di contenuti che incentivano la partecipazione politica; al contrario, ne siamo saturati. Facendo sempre riferimento alle elezioni europee sono stati girati un sacco di video finalizzati a contrastare l’astensionismo: dai filmati delle istituzioni europee con le testimonianze dei sopravvissuti della seconda guerra Mondiale al video semi comico della drag queen Lina Galore. Questa saturazione di contenuti illustra un problema di raggiungibilità con l’audience, specialmente con coloro che non hanno un elevato capitale economico e sociale e pregresse esperienze nell’associazionismo (ricollegandoci al report di Scomodo “I Nuovi Europei”). Questo problema l’ho riscontrato con la partecipazione al progetto TALE “Take the Lead to the European Election” coordinato da ALDA. Con gli altri colleghi selezionati per rappresentare l’Italia, abbiamo discusso a lungo non solo sui contenuti dei video, ma anche sulla performance che volevamo mettere in piedi per incoraggiare al voto specialmente sezioni di audience appartenenti al mondo dell’associazionismo, della ricerca o dell’università.
Questa incapacità di coinvolgimento ad una ampia e variegata audience, il responso dei politici alle attuali crisi e ulteriori cause strutturali e sociali, possono spiegare l’indifferenza al voto.

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